Sono passati esattamente 121 anni dal giorno in cui i fratelli Lumière radunarono un pubblico pagante per mostrare la loro opera più rivoluzionaria. In quel piccolo Salon Indien du Grand Cafè sul Boulevard des Capucines, a Parigi, si fece inconsapevolmente la storia.
Infatti i due inventori francesi proposero il Cinematografo, il macchinario che proietta un fotogramma impresso su una pellicola cinematografica che scorre continuamente. Ma cosa fecero vedere a quel pubblico? Le “vedute animate”, ovvero una serie di cortometraggi di 30/40 secondi che mostravano scene di vita quotidiana. Dall’uscita dalle fabbriche, all’arrivo di un treno, sino ad una partita di carte: il realismo è servito.
Ovviamente le inquadrature erano fisse, ma ciò che catturò l’attenzione di quel pubblico era questo movimento apparente, in grado di abbattere le coordinate spaziali, a tal punto da farli fuggire dalla sala durante l’arrivo del treno. E pensare che i primi esempi di “riproduzione” si erano intravisti con il Kinetoscopio di Edison pochi anni prima, ma l’ebbrezza della visione collettiva arrivò solo con questi due francesi.
Da quel momento, tutto cambiò: le trame, le tecniche, i mezzi, i costumi e tante altre minuziosità. Si creò insomma l’industria cinematografica che ha dato le fortune a molti registi e attori, ed un posto di lavoro a moltissime persone.
Qualcuno adesso ne rimpiange la bellezza originaria, altri lo adorano per la visione più coinvolgente: tante teorie che sono tutt’ora esposte grazie ai fratelli Lumière.