Chi era Fabrizio De André?

Tutte le sere quando finisco un concerto desidererei rivolgermi alla gente e dire loro: “tutto quello che avete ascoltato fino adesso è assolutamente falso, così come sono assolutamente veri gli ideali e i sentimenti che mi hanno portato a scrivere queste cose e a cantarle”. Ma con gli ideali e con i sentimenti si costruiscono delle realtà sognate. La realtà, quella vera, è quella che ci aspetta fuori dalle porte del teatro. E per modificarla, se vogliamo modificarla, c’è bisogno di gesti concreti, reali.

È stato senza dubbi uno dei più grandi cantautori di tutti i tempi. Nessuno come Fabrizio De André, è riuscito a scrivere canzoni apparentemente semplici, che abbiamo cantato in gita con una birra in mano e altre che per capirle non sono bastati libri e discussioni con gli amici. Insieme a Luigi Tenco, Gino Paoli e altri artisti è stato uno degli esponenti di spicco della Scuola Genovese che negli anni Sessanta ha dato un’impronta decisiva alla canzone d’autore.

Cantautore ma anche scrittore e attivista politico: Fabrizio De André nella sua vita si è sempre schierato con gli ultimi, gli emarginati, i ribelli, quelli che vorrebbero cambiare il mondo ma alla fine non ci riescono. Perché la poesia sta proprio in un sogno impossibile da raggiungere se non in un’opera destinata a rimanere immortale.

  1. È conosciuto con il soprannome di “Faber”, affibbiatogli dal suo grande amico Paolo Villaggio per la predilezione di De André per le matite della Faber-Castell e per l’ovvia assonanza con il nome dell’artista.
  2. Le canzoni del cantautore francese George Brassens sono state di grande ispirazione per De André, che lo considera il suo maestro. Le canzoni Il gorilla e Delitto in paese possono essere considerati tributi di Faber all’artista transalpino.
  3. Nelle sue canzoni De André sceglie spesso come soggetto “gli ultimi”: gli emarginati, i ribelli, le prostitute che lui descrive con toccante sensibilità e magistrale poesia.
  4. La canzone che lo fa conoscere al grande pubblico è La canzone di Marinella, scritta nel 1964 e interpretata da Mina nel 1967. La Marinella della canzone pare sia esistita realmente, del resto la canzone esordisce con la frase: “questa di Marinella è la storia vera”.
  5. Nel 1971 pubblica l’album Non al denaro, non all’amore né al cielo, ispirato alle poesie dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Nel 2005 Morgan farà un riadattamento dell’opera.
  6. Nel 1979 De André e la sua compagna Dori Ghezzi vengono sequestrati dall’anonima sequestri sarda e tenuti prigionieri per quattro mesi. La liberazione avviene dopo il pagamento del riscatto. Faber non serberà mai rancore verso i suoi carcerieri, un gruppo di pastori sardi, ma sarà rigoroso con i mandanti del sequestro, un veterinario toscano e un assessore comunale sardo del PCI. Dieci anni dopo De André e Dori Ghezzi si sposano con Beppe Grillo come testimone di nozze.
  7. Tra gli album di De André (ne ha composti 13) ve ne è uno cantato interamente in genovese, idioma dell’antica Repubblica di Genova. Si tratta di Creuza de mä, pubblicato nel 1984, considerato una pietra miliare della musica etnica mondiale.
  8. De André ha scritto canzoni che sono storia della musica italiana: La Guerra di Piero, Bocca di Rosa, La canzone del Maggio, Fiume Sand Creek, Via del Campo, Don Raffaè… ma ce ne sarebbero molte altre da citare, vi invito a scoprirle.
  9. La canzone Don Raffae (del 1990) vede protagonisti un boss detenuto e la sua guardia. Secondo alcuni per il personaggio del boss pare che De André si fosse ispirato alla figura di Raffaele Cutolo, leader della camorra negli anni Settanta, tanto che lo stesso Cutolo scrisse una lettera a De Andrè per complimentarsi, donandogli un libro di poesie scritte da lui.
  10. In via del Campo a Genova oggi non c’è più una graziosa dagli occhi color di foglia ma c’è uno spazio dedicato alla memoria di Fabrizio de André (l’ingresso è gratuito).

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