5 anni fa. 1825 giorni dalla tragedia che sconvolse l’Italia. Circa 43.800 ore dal naufragio che tolse la vita a 31 persone. Tra di esse vogliamo ricordare Giuseppe Girolamo, il batterista che suonava in quella maledetta notte del 13 Gennaio 2012 e fece il gesto più solidale che si possa fare – perché nella vita già è difficile sacrificarsi per un parente, figurarsi per uno sconosciuto. Lui, invece, preferì scendere dalla scialuppa e cedere il suo posto ad una bimba. L’ultima scialuppa disponibile, prima di essere risucchiato da quel mare buio, simbolo di morte.
E pensare che Giuseppe salì sulla Costa il 4 Dicembre per inseguire la sua maledetta vocazione che gli è costata la vita. Aveva rinunciato alle Feste pur di seguire il canto delle sirene, ma non si sarebbe mai aspettato una fine così omerica, dettata però da un essere completamente umano di nome Schettino.
Lasciò la sua Alberobello, come Ulisse la sua Itaca, ma a differenza sua non la vide più perché la musica gli aveva insegnato l’importanza dell’altruismo. E così sparì insieme ad altri 30 fratelli con cui aveva condiviso la sua esibizione. Con lui, le sue passioni per i Dream Theater, gli anni di conservatorio e i suoi ‘piccoli’ 29 anni.
Ora si ritrova in una fredda tomba, glorificato da onorificenze regionali – Gonfaloniere d’argento – , dalla gente – con una petizione firmata da 110.000 persone per la medaglia d’oro al valor civile, ma ancora non assegnata – e dagli stessi artisti amati che lo hanno ricordato nel concerto a San Siro con le note di ‘The Spirit carries on’. Ma questa è una magra consolazione perché la vita è un bene più importante del ricordo, soprattutto se è ancora tutta da scrivere.
Per cui noi di MZK News usiamo immagini terrene, senza troppi sentimentalismi, per ricordare un operatore della musica che, seppur lontano da palchi aurei, ha scritto una storia importante nella nostra memoria collettiva.