Come ogni settimana torna #TimeOfRock, la rubrica di musica che prova a portare l’immaginazione indietro nel tempo, parlando del Rock, il Rock, quello con la R maiuscola, quello degli anni ’60 e ’70 quello che nasce da Elvis, Beatles e Rolling Stones e continua con Led Zeppelin, Deep Purple, Bob Dylan e molti altri.
Lungo le rotte di un sound determinante per l’evoluzione del rock e dell’Hard Rock…
La loro storia ha dell’incredibile nel panorama mondiale del Rock: un sound inconfondibile, effetti psichedelici, esoterismo, trasgressioni, estremismi e tante paure. Mentre molti nostalgici sognano una Réunion, del tutto impossibile (dopo la deludente, seppur incredibile, uscita in concerto all’O2 Arena di Londra nel 2007 che ha contato oltre 20 milioni di prenotazioni in circa 24 ore conducendo così la band ad entrare nel Guinness dei primati per la maggior richiesta di biglietti per una singola esibizione dal vivo ) ripercorriamo il lungo volo del Dirigibile di Jimmy Page & co, soffermandoci in maniera particolare su Stairway to Heaven.
I Led Zeppelin sono fautori di Live incendiari e movimentati, con più di 300 milioni di dischi venduti, seppur la loro politica si discostava nettamente da quella del marketing musicale degli anni ’70. Furono infatti, i primi a raggiungere il successo senza dipendere dalla programmazione radiofonica. Fino ad allora, radio e televisione erano state dominate dalle hit parade, dal 45 giri. I Led Zeppelin sbaragliarono la “concorrenza” senza mai entrare in quelle classifiche.
Nemmeno la loro più grande hit, “Stairway To Heaven”, divenne mai un singolo. In riferimento a tale pezzo c’è da dire che secondo l’evangelista televisivo Paul Crouch, se si ascolta il brano al contrario in corrispondenza del verso “bustle in your hedgerow”, si può sentire: “here’s to my sweet Satan/ The one whose little path would make me sad, whose power is Satan / He will give those with him 666 / There was a little toolshed where he made us suffer, sad Satan”. Per una bizzarra coincidenza, quella parte sembra davvero corrispondente all’interpretazione di Crouch: “Chi diavolo avrebbe potuto pensare di fare una cosa simile?” ha voluto rispondere Plant alle accuse di satanismo, “Devi avere davvero una montagna di tempo da perdere anche solo per ascoltare un brano al contrario e credere che la gente possa aver detto intenzionalmente quelle cose”. Su questa leggenda, i fan si sono scatenati: in fondo, dicono: è logico pensare che se ascolti “Stairway To Heaven” al contrario diventi “Stairway To Hell”.
Su Stairway To Heaven si racconta, inoltre, che la musica sia stata composta in pochi minuti e che, il mitico Page compose l’assolo della canzone chiuso in una cella Frigorifero, così che il freddo lo stimolasse ad avere una concentrazione massima su ciò che stava facendo. Continuando un’analisi sulle loro politiche pubblicitarie bisogna ricordare che la sinteticità e semplicità con cui intitolarono i primi album (Led Zeppelin I, II, III, IV), privi persino del loro nome in copertina, segnarono una rottura con il passato, che voleva i titoli dei dischi funzionali al marketing della band. Più ancora della politica adottata dal loro manager Peter Grant e dal loro marketing, ad attrarre milioni di fan furono le loro esibizioni live. Concerti che, sull’onda di Woodstock, riportavano il rock alla sua dimensione più trasgressiva, selvaggia e nello stesso tempo genuina.
Le esibizioni dei Led Zeppelin erano pervase da un’energia feroce, un fuoco che attraversava ogni presente, da una fantasia allucinante, da un carisma che per certi critici risiede in un furore mistico. Comunicavano con un mix di musica assordante fatto da grida, scambi di acuti tra voce e chitarra, melodie folk e passaggi blues accostati a scale elettriche: un simposio di note esaltate dai virtuosismi supersonici di Jimmy Page e dal canto lamentoso e potente di Robert Plant.
L’impronta dei led zeppelin è ormai immutabile nel panorama Rock: il Bonzo’s Groove viene studiato dai batteristi di tutto il mondo, gli acuti e i sentimenti esternati dall’incredibile voce di Plant sono ricordati da ogni cultore della musica rock, i loro suoni e gli effetti utilizzati con innovazione all’epoca, vengono tutt’ora apprezzati dalla totalità dei fonici, e la cultura musicale che si evinceva dalle mani e dalle menti dei pilastri del gruppo, J. Page e J. P. Jones rimane una testimonianza di assoluta “immortalità” di questo gruppo . I led zeppelin rimangono nella storia impermeabili alle mode ed ai mutamenti generazionali. Nell’ultima intervista rilasciata a Rolling Stone, nel mese di ottobre 2012 si legge di un Jimmy Page ormai calmo, cultore della buona musica e della vita sana, ma si intuisce tanta nostalgia dei vecchi momenti passati con una band che ha segnato la storia del Rock.
Simply, Led Zeppelin!