Lo studio che rivendica la figura del bassista

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Nella marmaglia di studi scientifici, che siano di vita quotidiana o di settori specifici, ce ne sta uno che sta creando letteralmente scalpore solamente in questi ultimi giorni.

Pubblicato dal Proceedings of the National Academy of Sciences nel 2014, questo studio rivendicherebbe l’importanza di un membro da sempre appannato nell’economia della band: il bassista. Infatti il basso, grazie alle tonalità minori rispetto agli altri, è percepito maggiormente dal cervello umano ed è il fattore principale del ritmo di una canzone. Una tesi sconvolgente, rivelata dagli studiosi Michael J. Hovea, Céline Mariea, Ian C. Brucec e Laurel J. Trainor, in grado di far perdere l’aura alla batteria o alla chitarra ritmica, da sempre etichettate come strumenti principali nella band per la creazione della melodia.

Il bassista, in pratica, si ritrova al centro della scena grazie ad un suono melodico e coinvolgente che ci fa tenere il ritmo, a dispetto di quelli più acuti. Se volete leggere lo studio completo in inglese, si può scaricare gratuitamente in PDF.

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