Addio Chuck Berry, il Padre del Rock & Roll

La musica di Chuck Berry ha trasceso generazioni, noto anche come “il Padre del Rock & Roll”, ha ottenuto il successo facendo scatenare il proprio pubblico con nuovi ritmi e sound, mettendo il divertimento dei suoi fan “sopra ogni altra cosa”. Per questo motivo, brani come “Johnny B. Goode“, “Maybellene” e “Memphis” sono diventati inni della gioventù, odi alla cultura popolare. Berry era un’icona musicale riuscì a portare il rock and roll ad una nuovo paradigma, congiungendo il mondo bianco e nero nel canto. Portò una così devastante risoluzione nel mondo della musica, capace di fondere il Blues intimo e potente degli afroamericani con il Country estroverso e gioioso degli angloamericani.

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Charles Edward Anderson Berry era di St. Louis, egli ha emulò la voce lisca del suo idolo, Nat King Cole, durante le prime canzoni. Nel 1943 al ballo di fine anno, Berry scelse di cantare una canzone “blues” di sua produzione, mai più riproposta. Il blues all’epoca era ben voluto, ma non ritenuto adeguato per un tale evento. In quell’occasione ottenne uno scrosciante applauso per la sua prestazione sbarazzina e coraggiosa, il palco era il suo pusher e il pubblico la sua droga… (Jay McShann). Genio ribelle, finito spesso in prigione, agli albori difficilmente veniva capito dal pubblico…
Vi ricordate la scena di Ritorno al Futuro dove Marty McFly suona al concerto di fine anno scolastico? Dopo che il padre ha steso Biff Tannen e riconquistato l’amata? Marty, che per chi non avesse visto il film (anche se non capisco come sia possibile) arriva dal futuro. Bene, la canzone che decide di suonare è Johnny B. Goode di Chuck Berry. Ovviamente la canzone ha subito successo, almeno finché Marty non si lascia andare all’entusiasmo in un lungo assolo Power Metal, lasciando perplessi i ragazzi presenti, cosa più che plausibile considerando che il tutto è ambientato negli anni Cinquanta. Al di là della comicità della scena, e  della bellezza del film scritto e diretto da Robert Zemeckis, l’immagine di questa canzone che arriva dal futuro rappresenti in pieno quella che è stata, nella storia della musica, la prima parte di carriera e la rivoluzione portata da Chuck Berry.

Sullo scenario di queste prime performance Chuck coltiva assiduamente la passione per la musica, in particolare per la chitarra (la sua Gibson ES-335 cherry red diventerà parte integrante della sua figura di artista). A metà degli anni Cinquanta, sotto raccomandazione di Muddy Waters (padre indiscusso del blues) Berry si reca a Chicago, per iniziare una collaborazione con la Chess Records, fucina da cui si gettarono le basi per la nascita e lo sviluppo del Blues. Per questi motivi Chuck era convinto che alla Chess Records interessassero i suoi brani blues, difatti si presentò con questi alla casa discografica. Leonard Chess, proprietario dell’etichetta discografica, invece si dimostrò più interessato ad alcuni pezzi in particolare del repertorio di Berry. Delle canzoni che, già suonate nei locali notturni di Saint Louis, fecero prima deridere Chuck dal pubblico, ma che a poco a poco vennero sempre più richieste. Queste canzoni erano il Rock and Roll.

 

 

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