Il quinto episodio di Legion sovverte tutte le (poche) certezze che ci erano state date finora, in quello che è, per adesso, l’episodio migliore della stagione.
Troviamo già dall’inizio dell’episodio un David molto diverso rispetto a quello che abbiamo imparato a conoscere: una volta tornato dal viaggio nei meandri della sua mente il ragazzo sembra molto più sicuro di sé, quasi cinico e arrogante. Dietro al suo sguardo sprezzante continuiamo a vedere, però, quel bagliore di follia che se all’inizio poteva nascondersi agli occhi dei suoi compagni d’avventura, adesso si fa troppo presente anche per loro. Quando infatti David decide di andare a salvare la sorella, prigioniera della malvagia Divisione 3, si svela a Melania Bird la verità su cosa si nasconda nella mente del mutante: un parassita, un mostro, un’entità arcaica che divora i ricordi della persona in cui risiede, alterandoli.
Il salvataggio della sorella di David vedrà il corpo del ragazzo quasi “pilotato” dai suoi stessi poteri, trasformando infatti la missione di salvataggio in un vero massacro: tutti quelli che sembravano essere il nemici principali della serie (tranne The Eye) verranno annientati dai poteri di David, polverizzati, letteralmente, con uno schiocco di dita.
Partiamo dicendo che è necessario elogiare come la narrazione e le scelte visive dell’episodio siano, come abbiamo già detto più volte, veramente originali e inedite (la scena senza audio è straordinaria per come è concepita): unico neo, come già altri hanno fatto notare, è la recitazione di Rachel Keller nei panni di Syd. Per quanto lo straniamento della ragazza alle situazioni sempre più assurde alle quali viene sottoposta sia comprensibile, a parte sgranare gli occhi e rimanere imbambolata, però, per adesso l’attrice non ci sembra riesca ad essere pienamente efficace nel rappresentare la sua determinazione di salvare David, né tantomeno nell’incarnare la situazione di una mutante intrappolata nell’estraniazione obbligata da qualunque tipo di contatto fisico. Che questa scelta recitativa sia voluta o meno non è dato saperlo, ma in attesa di vedere lo sviluppo della storia noi restiamo con un grande dubbio.
D’altra parte invece, siamo contenti di come le fila della narrazione si stiano piano piano, miracolosamente, districando: la storia di Legion di per sé non è particolarmente complicata, ma la messa in scena e la narrazione discontinua avrebbero potuto rendere l’intero sviluppo un grosso fuoco di paglia, rischio che per adesso non sembra correre.
“Il mio nome è Legione, perché noi siamo in molti”, dice il demone nel vangelo di Marco 5, 10-20: non è un caso che sia proprio questo il nome di questa serie. Quanti saranno veramente i “molti” che albergano nella mente di David? Che Syd, Melania Bird e tutti gli altri siano nient’altro che altre personificazioni delle personalità multiple del mutante? In attesa di scoprire quante più cose possibili nei tre episodi che rimangono alla conclusione di questa stagione (Legion è stato rinnovato ufficialmente per una seconda stagione), ci prepariamo a farci esplodere il cervello proprio come nel suggestivo poster della serie.