Cracker, quando la privacy viene distrutta

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Ci hanno sempre insegnato che rubare è sbagliato, è una delle cose che ci insegnano fin da piccoli e che ti spiegano tutti, dalla famiglia, alla scuola, fino all’idea della religione cattolica, idea si perché a predicare bene tutti sono bravi. Ma allora perché, si continua a rubare? E perché anche il furto si è evoluto? Il discorso come si può immaginare, è riferito agli eventi che hanno colpito molte star negli ultimi mesi. I Cracker sono i ladri del ventunesimo secolo, non rubano più il solo saldo o il solo stipendio, ma anche la privacy: dalle foto intime, alle foto scherzose, foto particolari scambiate tra amici o perché no tra innamorati.

Il fenomeno, si è sviluppato prevalentemente negli States, per poi diffondersi in tutto il mondo, tante sono le star colpite del mondo dello spettacolo interazionale, da Emily Ratajkowski a Emma Watson passando per Amanda Sayfried, ultima in ordine cronologico, anche se la lista è molto lunga e sarebbe impossibile citarle tutte.
Il problema degli hacker è giunto anche da noi, in Italia, i cosiddetti “Leoni” da tastiera sono riusciti a distruggere la privacy e quindi l’intimità di molte persone, tutto ciò, non riguarda solo personaggi famosi ma anche le persone più comuni, ragazzi e ragazze di tutte le età che affidavano la loro privacy al web senza pensare ad alcun rischio o pericoli e spesso mettendosi nei guai.

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Uno dei servizi più semplici e quindi molto colpito, è quello che contiene le nostre foto e video privati, ovvero il servizio di iCloud (come successo per il caso della giornalista Diletta Leotta), poiché inizialmente si accetta e spesso si utilizzano password molto semplici, ma non è il solo servizio, anche gli account Google e Microsoft, sono sempre a rischio, tuttavia questi servizi mettono a disposizione degli strumenti per proteggere l’utente, da improvvisi attacchi. Anche gli smartphone e i tablet di ultima generazione, hanno metodi di difesa come: l’autenticazione tramite impronta digitale o vocale, o dal riconoscimento biometrico.

Diversi invece sono i metodi per per entrare in un pc o un telefonino, dal più semplice “indovinare” la password spesso il modo più utilizzato per la facilità di molte password, all’accesso abusivo della mail (che può collegarsi direttamente ad iCloud), degli smartphone o dei singoli computer, fino alle mail truffe dove si consegnano quasi volontariamente le proprie password, non entro nel merito di spiegarle o di entrare più nel dettaglio, poiché io per primo non saprei come illustrare il tutto.

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Oltre i metodi di intromissione, appropriazione e della difesa di questo tipo di materiale, contro i vip e non, c’è ancora una cosa da limitare, ovvero la diffusione delle stesse immagini, perché in fondo, il cracker non è il solo colpevole, si non è il solo colpevole, perché se le ragazze, ma specialmente i ragazzi non fossero pronti alla diffusione immediata di queste immagini sul web, il cracker non avrebbero alcun motivo di infrangere il muro della privacy o avverrebbe per pochi casi isolati (solo per quei vip disposti a pagare per nascondere o non pubblicare le rispettive foto).

Tuttavia una protezione totale è difficile se non impossibile, ma si può ridurre il danno con piccoli accorgimenti. Specie se le vittime in questione non sono forti per reggere l’urto di un’umiliazione così forte. La possibile tutela di se è una strada spesso in salita, tortuosa con mille ostacoli, dove una garanzia di sicurezza non c’è, ma ogni piccolo aiuto alla propria difesa è sempre ben accetto.

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