Trattati di Roma: tra paura e sicurezza

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Il killer di Londra ha un volto, un nome e un movente legato indissolubilmente all’Isis. Si chiamava Khalid Masood, cittadino britannico di fede islamica, l’uomo che ieri ha fatto scorrere il sangue all’ombra del palazzo di Westminster investendo pedoni come birilli a bordo di un suv e poi accoltellando un agente prima di essere abbattuto sulla soglia del parlamento più antico del mondo. Una violenza ispirata dall’ideologia jihadista è quella dell’autore dell’attacco, considerato come’figura marginale’: nota ai servizi di sicurezza come estremista, ma mai indagato per terrorismo.

Ritorna dunque la paura del terrorismo che aleggia inquietante anche nella Capitale. Misure di sicurezza a Roma -resa in questa settimana militarizzata- che ospiterà la celebrazione del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma. Il 25 marzo 1957 venivano firmati i trattati che istituivano la Comunità economica europea (Cee) e la Comunità europea dell’energia atomica (Ceea o Euratom), che sono passati alla storia come le fondamenta della Comunità europea. 

Oltre 120 fra capi di Stato e autorità politiche con relative delegazioni provenienti da tutto il mondo. In un clima che era già molto teso per la presenza nel corteo degli antagonisti di black-bloc e gruppi anarchici, dopo l’attentato di Londra l’apprensione è cresciuta ulteriormente. 

Sicurezza: controlli e presidi a RomaCentro storico blindato, con due zone di massima sicurezza delimitate da 39 varchi d’accesso, circolazione vietata ai camion e chiusura di tre stazioni della metro. La Capitale si prepara alle celebrazioni con un piano di sicurezza che prevede l’impiego di 5mila agenti, oltre a un centinaio di nuove telecamere. Quattro i cortei previsti e almeno 25mila persone in piazza. Ci saranno come noto la ‘Zona blu’ intorno al Campidoglio – quella degli eventi ufficiali – e quella ‘verde’ più esterna, riservata alla contestazione, entrambe presidiate da tiratori scelti e centinaia di agenti in borghese. 

 La ‘Zona verde’ include via 4 novembre, largo Magnanapoli, via Nazionale, costeggia piazza delle Repubblica e ridiscende fino a via del Corso lungo tutta via del Tritone. L’area, operativa dalle ore 7 del 24 marzo, non sarà interessata da interdizione al traffico veicolare, ma in ciascuno dei 18 varchi di accesso è previsto un presidio di polizia con funzioni di controllo ed identificazione di personaggi di interesse. Nessuna manifestazione è consentita nell’area verde.

La ‘Zone blu’, una sorta di ‘eurozone’ in omaggio ai colori della bandiera europea, include tutta piazza Venezia, Piazza dell’Ara Coeli, Piazza San Marco, via Petroselli fino a via delle Tre Pile e si chiude attraverso i Fori Imperiali e piazza Madonna di Loreto. Quest’area, sarà presidiata sin dalle prime ore del 24 marzo, mentre, dalle ore 24 dello stesso giorno scatteranno le chiusure al traffico veicolare e pedonale per le bonifiche che avverranno nella notte che precede il vertice. La zona blu è servita da 21 varchi di accesso.

Contro il rischio attentati si punta, oltre che sull’intelligence in funzione preventiva, sull’uso di barriere di cemento a contrastare la minaccia di camion lanciati sulla folla, come a Nizza e a Berlino. I divieti di circolazione nel centro di Roma per i mezzi pesanti sono una delle misure disposte dalle autorità. Se la minaccia islamista dei ‘lupi solitari’ preoccupa per la sua imprevedibilità, forse meno drammatico ma più tangibile è il rischio di scontri con i black bloc e gli anarchici, in arrivo a decine dall’estero a dare manforte ai militanti italiani. I violenti potrebbero infiltrarsi nei cortei, in particolare in quello pomeridiano di Eurostop.

Per motivi di sicurezza sono stati chiusi al pubblico alcuni monumenti e aree archeologiche come il Colosseo, il Foro Romano, il Palatino e la Domus Aurea. Potrebbero rimanere chiuse anche le scuole che si trovano nel perimetro delle zone verdi e blu e anche i negozi del centro.

“Libertà di manifestare, ma no a violenza. Il principio è libertà di manifestare le proprie opinioni, ma con un limite: la violenza”. Lo afferma il ministro dell’Interno, Marco Minniti, alla vigilia delle celebrazioni. “Non si può sottovalutare nulla” –ha spiegato Minniti- la priorità, ha aggiunto, “è il controllo del territorio, che è il sistema più efficace di fronte all’imprevedibilità dell’atto”.

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