‘Il mondo di mezzo’: la recensione(senza spoiler)

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‘Il mondo di mezzo’: regia di Massimo Scaglione, con Matteo Branciamore, Laura lena Forgia, Tony Sperandeo, Massimo Bonetti e Nathaly Caldonazzo. Prodotto e distribuito da Red Moon Films. Nelle sale dal 4 maggio.

Mafia capitale: un argomento scomodo quanto difficile da raccontare. Dopo il film ‘Suburra‘, un altro regista prova a portare sul grande schermo questa tematica, proprio nei giorni in cui il pm richiede le condanne per Massimo Carminati e Salvatore Buzzi. Si tratta di Massimo Scaglione( Angeli a Sud, La Moglie del Sarto), che all’anteprima organizzata in Capidoglio, mostra al pubblico presente in sala un film forte, sicuramente molto coraggioso vista la fase storica. Una pellicola d’inchiesta, che ricorda il poliziesco popolare degli anni 70′, legato ai movimenti per i diritti dei cittadini, che portavano l’immagine della realtà sul grande schermo. Come suggerisce il titolo, al centro della pellicola c’è ‘Il mondo di mezzo’, basato sull’intreccio tra i potenti, i poveri e quelli che fanno da collante per unire i due estremi. Il protagonista è Tommaso Mariotti, erede suo malgrado di una potente famiglia di costruttori romani. Ad interpretare questo personaggio l’attore Matteo Branciamore, perfetto nel ruolo di un figlio contrario agli ideali del padre, ‘da rivedere’ quando invece veste i panni dell’imprenditore cinico e senza scrupoli, sintesi di tutti i potenti della città di quel periodo. Ottima prova invece di Tony Sperandeo, perfetto nell’interpretare  Gaetano Mariotti, un uomo che emigra dal Sud nella Capitale per espandere il suo impero delle costruzioni. Una personaggio spietato, autoritario, materiale, che cerca con ogni mezzo a sua disposizione di coinvolgere il figlio neo-laureato nei suoi sporchi affari. La lunga esperienza in ruoli legati alla criminalità organizzata, permette a Sperandeo di fornire un’interpretazione praticamente impeccabile. Buona prova anche di Massimo Bonetti, nel ruolo del capo di gabinetto del Sindaco  Lucio Oldani, un uomo che unisce i due mondi sopra citati, di cui fanno parte anche Gaia(Laura lena Forgia), giovane ed esuberante starlette, e Stella(Nathaly Caldonazzo), mamma di Tommaso nonché donna abbandonata alla sua ricchezza e ossessionata dall’aspetto esteriore.

Nel film, l’epopea del mattone, la corruzione, vengono messi in ombra dalla vita privata del protagonista, di cui si parla in modo forse eccessivo. E’ proprio questa la pecca più grande del film, che non riesce a mettere in primo piano i traffici tra corrotti e corruttori, e procede con un ritmo fin troppo incalzante in alcuni punti. Nonostante ciò,  per tutta la durata della storia lo spettatore vive una sensazione di tensione continua, che deriva in buona parte dalla curiosità che stimola il tema ‘Mafia capitale’.  Una menzione speciale meritano le bellissime inquadrature della città di Roma: la perfezione dei monumenti, fino alle costruzioni più recenti, contribuiscono a dare un valore aggiunto alla pellicola. Nel film domina un certo realismo, anche grazie alle immagini di repertorio del regista( girate quando era consulente in Campidoglio per l’ufficio immagine del Sindaco) che danno un’idea dell’atmosfera della vita politica e amministrativa di quel periodo. Massimo Scaglione rappresenta a suo modo un periodo travagliato della storia di Roma; da apprezzare comunque lo sforzo e il coraggio nel misurarsi  con un tema difficile  da portare sul grande schermo, ma necessario per far capire al pubblico le vicende di un periodo oscuro di cui forse si sa ancora troppo poco.

Voto: 2/5

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