IL CASO LUCIO BATTISTI

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Avv. Claudia Roggero & Valentina Mayer

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Emozioni in Tribunale

Il 9 settembre 2018 è stato il ventennale della morte di Lucio Battisti, uno dei geni assoluti della musica italiana. Morto a 55 anni, stroncato da una malattia, solo per un caso l’anniversario della sua scomparsa coincide con la notizia che potrebbe forse trovare fine l’intricatissima, nonché lunghissima, battaglia legale legata alla sua musica.
Battisti detestava la pubblicità e i riti della comunicazione. La sua ultima, storica apparizione alla tv italiana è datata 23 aprile 1972: il programma era «Studio 10». Il resto è stato, fino alla fine, impenetrabile riservatezza.
Ma torniamo al caso giudiziario con il quale ho aperto l’articolo. Si tratta dei diritti dei 12 album più conosciuti della carriera di Battisti: quelli incisi con i testi di Mogol. Tutto nasce dalla decisione di Grazia Letizia Veronese di non autorizzare la diffusione della musica del marito se non per vinili e cd. E cosi arriviamo al tema avvincente: la diffusione su Internet. Un NO deciso alle piattaforme di streaming. Se non conosci la vicenda giudiziaria te la riassumo in poche righe. La società Acqua Azzurra, proprietaria dei diritti di tutte le canzoni pubblicate dal 1969 al 1980 (con una rendita di circa 800 mila euro l’anno), vede da una parte la vedova Grazia Letizia Veronese e il figlio Luca, e dall’altra Mogol e la Universal Ricord. Le incomprensioni fra le parti hanno portato a cause di risarcimento, fino all’inevitabile messa in liquidazione nel 2016 per il mancato raggiungimento di un voto a maggioranza qualificata (dove il 56% degli eredi Battisti non sarebbe stato sufficiente). Ma i problemi non sono finiti lì: la gestione dei liquidatori nominati dagli azionisti è stata messa a dura prova, costringendo i due alle dimissioni e a contattare il Tribunale delle Imprese, che ha deciso di nominare un commissario. Ecco dunque la novità: vista l’impossibilità di arrivare a una soluzione, il Tribunale di Milano si è affidato a un esperto, affidandogli “tutti i poteri di legge volti alla miglior liquidazione della società (Le edizioni Acqua Azzurra, di cui sono soci tutti i soggetti citati sopra), compresa la possibilità di concedere licenze di sfruttamento economico delle opere anche online”.
La musica di Lucio Battisti potrebbe essere diffusa online e dunque finire a disposizione anche di quel pubblico che ormai da tempo non utilizza i supporti fonografici. In alternativa o in concorso con la vendita in blocco del catalogo editoriale, ci sarà la possibilità di concedere licenze di sfruttamento economico delle opere “anche online”. Fa una certa impressione che la rievocazione di Lucio Battisti coincida con le notizie che vengono da un tribunale. Per la musica non è certo una novità.
Pensa per fare solo qualche nome, a quanto accaduto a George Michael, deceduto il giorno di Natale del 2016. E’ stata subito guerra tra le sorelle del cantante e Fadi Fawaz, che accampava diritti sull’eredità e vive in una delle case di George vicino a Regent’s Park (valore sei milioni di sterline).
Anche la gestione del catalogo di Prince ha creato non pochi scompigli, tra gli eredi. Questi ultimi hanno affidato la gestione del catalogo dell’artista al gruppo editoriale Universal Music Publishing tramite un accordo, valido a livello mondiale, da 31 milioni di dollari (più di 27,7 milioni di euro).
Controllo sui diritti anche per Frank Zappa, la cui moglie, dalla morte dell’artista, ha curato per lui tutto suo il patrimonio discografico e la sua sterminata produzione musicale. La donna, combattiva e irriducibile, aveva fatto causa alla “Zappanale”, il festival mondiale in cui ogni anno in Germania un pubblico venuto da tutto il mondo va in estasi ascoltando sosia e mini rockband improvvisate eseguire la musica del maestro, chiedendo 150 milioni di euro per i danni già fatti, e altri 250 se i fan continueranno a suonare e a vendere gadget.
Ma torniamo a Battisti. In fondo il sodalizio con Mogol si è interrotto perchè proprio Mogol pretendeva di dividere al 50% i diritti delle canzoni scritte insieme. E bisogna ricordare che Battisti non è soltanto quello con Mogol. Nell’attesa che la Corte d’Appello si pronunci sul risarcimento di 2,6 milioni di euro riconosciuto a Mogol nel 2016, e mentre la Universal, spera ancora di poter uscire dalla liquidazione, la situazione resta complessa e la guerra non è ancora finita.

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