MAHMOOD

MAHMOOD GIOVENTU' BRUCIATA

“Questo sono io nella nostra Gioventù Bruciata”

di Alessio Boccali

Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood, è arrivato al primo EP intitolato “Gioventù Bruciata” dopo tanta gavetta, una partecipazione ad X FACTOR nel 2012 e la successiva avventura a Sanremo Giovani nel 2016. Nel suo bagaglio collaborazioni con artisti del calibro di Gué Pequeno e Fabri Fibra e diversi successi come autore. L’EP neonato rappresenta l’essenza dell’artista italo-egiziano e lo racconta al meglio al grande pubblico.
Ciao Alessandro, il tuo nuovo EP si intitola “Gioventù Bruciata”, perché questo titolo e mi spieghi un po’ l’immagine di copertina?
Sì, allora, per il titolo mi sono ispirato al film omonimo di James Dean. Nel film Dean interpreta un personaggio con un’innata malinconia, ma anche un altrettanto innata voglia di reagire. Ho trovato parecchi punti comuni tra me e quel personaggio. In più c’è anche un concetto generazionale e in “Anni ‘90”, il pezzo con Fabri Fibra, ne parlo molto: trovo che la nostra generazione sia molto “diversa” dalle altre, non in senso negativo…soltanto diversa. Nella copertina, il gesto di far cadere il latte a terra, un cult del film di Dean che si appoggiava il bicchiere di latte al volto dopo aver fatto a pugni, sta a significare che siamo stanchi di prenderci a pugni, sembriamo svogliati. Forse perché abbiamo avuto un po’ la pappa già pronta o al contrario perché ci siamo illusi troppo. Gli altri riferimenti fortemente presenti in copertina sono quelli al mondo orientale; sono da sempre un grande appassionato del Giappone ed il cerchio rosso sulla mia faccia o il Pokémon sulla maglia sono proprio un omaggio a quel mondo lì. Tutte queste influenze sono comunque poi ben riconoscibili nei brani dell’EP: mi piace molto giocare e collegare immagini e musica.

In “Anni ‘90” canti “Sono stanco di ascoltare con questo odio nelle vene…” che significato ha questo verso?
Quel pezzo parla del modo di vivere una relazione oggi. Mentre un tempo ci si fidanzava e ci si sposava, probabilmente con la stessa persona, perché si tendeva a parlare e a cercare di risolvere le cose, ora non si ha nemmeno più la pazienza di ascoltare. In quel senso quindi c’è quell’ “odio nelle vene”, oggi ci si stanca facilmente.

Oltre ad essere un cantautore hai scritto anche pezzi per altri interpreti, ad esempio, grande è stato il successo estivo del brano “Nero Bali”, ma cosa differenzia i brani che pensi per te da quelli che scrivi per gli altri?
Sicuramente nei brani che penso per me parto sempre dal ricordo di una cosa che mi ha colpito veramente tanto cosicché quando mi trovo a cantarli sul palco possa rivivere quel ricordo ed interpretare i brani con tutta la mia essenza. Nei brani che scrivo per gli altri, invece, non sempre cerco di immedesimarmi, ultimamente soprattutto scrivo dei pezzi per persone che non penseresti mai possano dire certe cose o aver vissuto certe esperienze. Ho imparato a non avere pregiudizi nemmeno nello scrivere per altri, non conosci mai appieno un altro artista e, soprattutto, siamo tutti in continuo cambiamento.

La soddisfazione più grande che vorresti ti desse questo EP?
Sono solito avere sempre delle aspettative alte, ma è pur sempre il mio primo EP vero e proprio. Spero che la gente inizi a conoscermi per bene, se nelle mie precedenti esperienze televisive o da autore, aveva compreso un lato di me, ora ne comprenda anche un altro.

In conclusione, hai già partecipato ad X FACTOR nel 2012, ma lo rifaresti un talent oggi?
Sinceramente non lo so, ho paura che se lo facessi non riuscirei ad essere pienamente me stesso o vivrei un eccessivo acceleramento di crescita che non voglio per la mia carriera. Mi auguro di vivere di musica, ma di crescere seguendo i miei tempi, voglio mettere delle basi solide per il mio percorso di maturazione artistica.

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