DEAR JACK & PIERDAVIDE CARONE

di Alessio Boccali

La loro “Caramelle” ha sconvolto l’opinione pubblica per l’importanza e la delicatezza della tematica trattata. Il Festival di Sanremo l’ha esclusa dalla kermesse, ma la canzone ha continuato a vivere nei grandi consensi ricevuti da parte di grandi nomi della musica e dello spettacolo nostrano, ma soprattutto da parte del pubblico. Ho incontrato Pierdavide e Lorenzo dei Dear Jack prima del loro live al ‘Na Cosetta di Roma e abbiamo scambiato due chiacchiere.

Ciao ragazzi, come sono nate “Caramelle” e questa vostra collaborazione?
(Lorenzo) La nostra collaborazione ha origine da un’amicizia nata a causa della musica. Poi abbiamo un grande amico in comune che è Alex Britti. Diciamo che tra casa sua e Trastevere le occasioni per vederci e suonare con Pierdavide non sono mai mancate. La forza della nostra collaborazione deriva proprio dall’esserci conosciuti tramite la nostra passione per la musica. Quella di “Caramelle”, poi, è stata una s da molto particolare n da subito. Quando ti arriva la proposta per un lavoro dal genere è di cile dire no, ma è anche forse più di cile dire sì e assumersene la responsabilità. Il feedback che sta ricevendo ci rende sempre più felici e, allo stesso tempo, consapevoli di questa respon- sabilità. L’idea di proporlo a Sanremo è arrivata a pezzo concluso: noi e Pierdavide ci siamo assunti una responsabilitá e così hanno fatto i nostri manager e i nostri discogra ci, a quel punto speravamo che anche il Festival credesse nel nostro progetto. Non è andata così, ma la voglia di esistere di questo brano era così forte che ce la sta facendo comunque, anche senza lo scudo e la cassa di risonanza che il palco dell’Ariston avrebbe potuto rappresenta- re per un brano che tratta di una tematica così tragica.

(Pierdavide) Collaborazione e pezzo sono nate più

o meno nello stesso periodo e si sono incrociate. Con i Dear Jack siamo amici da tempo e stavamo lavorando già a un altro pezzo. Nello stesso periodo però mi è arrivata l’ispirazione per questo brano quasi fosse una “chiamata”: ho iniziato a scrivere questo pezzo, inizialmente era quasi un temino scolastico sulla vita di questo bambino, ma poi, mentre le parole uivano sul foglio, mi accorgevo che questo tema assumeva dei connotati sempre più inquietanti con l’arrivo di questo signore a abile, ma ambiguo. Quando sono arrivato a scrivere il ritornello, mi sono accorto che stavo parlando di pedo lia. Raramente mi è capitato di scoprire strada facendo di cosa stessi parlando, qui è successo ed è stato scioccante perchè stavo parlando di un abuso su di un bambino di 10 anni (il Marco della canzone, n.d.r.). Finita la canzone, l’ho fatta ascoltare al mio manager che, sapendo che già stavo collaborando con i Dear Jack, mi ha suggerito di lasciar perdere il resto e lavorare per questa canzone con i Dear Jack. Per loro era la prima volta che si avvicinavano a temi così scottanti e non era scontato che accettassero di collaborare, sono contento che si siano presi que- sta responsabilità. Il messaggio del pezzo è trasversale è vero, ma è importante che questo arrivi ai più giovani e grazie ai Dear Jack può arrivarci meglio

(A Pierdavide) Ti eri già approcciato a temi importanti come la prostituzione in “Nanì” o la malasanità ne “La Ballata dell’Ospedale”, da cantautore hai continuato a schierarti dalla parte degli ultimi, delle vittime…

Cerco di essere sempre il più sincero possibile quando scrivo e quindi non mi pongo dei limiti tematici n dall’inizio. Quello che è scaturito da “Caramelle” però mi hanno fatto capire che indietro non si torna. Ad oggi penso che sto assumendo un altro ruolo con un’altra maturità. Ogni giorno tante persone mi scrivono raccontandomi delle storie atroci collegate al tema della pedo lia e della violenza in generale. Sono storie vere che a leggerle ogni giorno ti fanno davvero tanto male, ma non voglio evitarle. Ho scritto questa canzone, l’ho pubblicata e me ne assumo ogni responsabilità: voglio ascoltare queste persone, che, grazie alla mia musica, riescono a sentirsi meno sole. L’idea di portare “Caramelle” a Sanremo nasceva dal fatto che il Festival da sempre è stato un ampli catore di canzoni che, proprio per le tematiche scottanti che a rontano, hanno bisogno di una corazza più resistente. Me ne sono reso conto con “Nanì”, che senza Lucio Dalla naturalmente, ma anche senza Sanremo non avrebbe avuto l’attenzione che poi ha avuto. In questo caso, per fortuna sono stato smentito perché il pezzo è stato comunque raccolto e accolto dal pubblico.

(A Pierdavide) Abbiamo accennato a Lucio Dalla, non posso non chiederti il tuo ricordo di Lucio…
Grazie a Lucio sono diventato un artista più consapevole. A parte la gavetta iniziale, anche un po’ giocosa, con “Amici” era arrivata la grande popolarità. A 21 anni mi ritrovavo con tanti concerti, le mie canzoni in radio, un po’ di soldi… tutte cose belle e inaspettate, ma è solo grazie a Dalla che ho iniziato a vedere le cose dal giusto punto di vista: usare la popolarità per fare e dire qualcosa di importante. Ho iniziato con “Nanì” insieme a Lucio e voglio continuare da “Caramelle” in poi anche da solo. Dalla mi ha dato il Coraggio.

(A Lorenzo) Sei tu oramai il nuovo frontman dei Dear Jack?

Sì, lo sono ormai da due anni e resterò io. L’attuale formazione dei Dear Jack è quella u ciale e de nitiva. Noi quattro siamo stati sempre molto uniti e senza il grande supporto degli altri tre non so quanto sarei riuscito a sostenere questa responsabilità con la leggerezza con la quale lo sto facendo. La musica comunque resta sempre spontaneità, passione e divertimento e noi quando suoniamo ci divertiamo sempre. La nostra identità musicale, poi, è sempre in continua evoluzione perché ci piace vivere di ricerca e di avventura… non si smette mai di sperimentare.

Ora partirete in tour insieme?

(Lorenzo) Innanzitutto, dobbiamo ringraziare Pierdavide perchè ci ha permesso di mettere la musica dei Dear Jack sotto una luce più matura, più adulta, tant’è che in questi giorni non si è mai parlato del nostro passato, ma ha sempre parlato la canzone, quindi la musica, ed è quello che dovrebbe accadere sempre. Per quanto riguarda il tour, sì, si sta riempiendo man mano di date e siamo molto soddisfatti perchè in n
dei conti quello che amiamo è stare sul palco e suonare. (Pierdavide) Sì, partiremo e ci
divertiremo insieme. Ovvio che quando si parla di “Caramelle” ci sia il bisogno di assumere determinati toni, ma durante il tour ci divertiremo e faremo anche divertire il pubblico. Io canterò con loro i pezzi dei Dear Jack e loro canteranno con me i miei pezzi.

Nella settimana sanremese, di solito, è prevista l’uscita dei dischi degli artisti in gara… uscirà ora un vostro lavoro? (Lorenzo) In realtà no, abbiamo fatto dei pezzi, ma per ora stia- mo navigando a vista. (Pierdavide) Tutto ciò che è successo spariglia un po’ le carte. Avevo un disco pronto, ma poi sono arrivati i Dear Jack con una bella canzone, poi esplode “Caramelle”… non ho la minima idea di che cosa succederà in futuro. È la prima volta ed è bello così; di solito i discogra ci tendono a programmare il tuo percorso artistico a lungo termine, ora ho la libertà che negli ultimi anni in Sony mi era mancata. Adesso con Claudio Ferrante e la Artist First vivo di lucida ingenuità perché si ha soltanto la voglia di fare le cose per bene.

E se vi chiedessi se il prossimo anno ritenterete la carta “Festival di Sanremo”?
(Lorenzo) Perchè no? Al di lá di tutto, Sanremo è un tempio sacro che va protetto e rispettato perchè è storia, un’istituzione sacra. (Pierdavide) Bella domanda, come ha detto anche Baglioni, son due anni che ci provo con due canzoni diverse e non mi prendono, allora a questo punto farò in un altro modo (ride, n.d.r.). Quello di cui ho bisogno è cantare, dove mi vogliono naturalmente. Quindi non escludo nessuna possibilità, voglio continuare a essere libero di scegliere.

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