di Alessio Boccali
“Sono la solitudine. Sono l’eleganza. Sono la moda. Sono quello che l’ha creata con due stracci. La mia anima, il deserto dei tartari. Sono una popstar, una rockstar, un punk rockerz, uno scrittore bohémien. Sono un figlio di Dio, un figlio di ma’, un ragazzo normale, un miracolato, un pessimo esempio e la più grande storia mai raccontata prima.”
(da “Sono Io Amleto” di Lauro De Marinis in arte Achille Lauro)
…Oltre a tutto questo, Achille Lauro è la figura cardine di uno sconvolgimento, uno shock avvenuto nella musica nostrana. Un artista interessante ed enigmatico, che ha stuzzicato fortemente la mia maniacale curiosità.
Ciao Lauro! L’anno scorso sembrava di stare a Thoiry, oggi con questo nuovo album “1969”, dove siamo? A Hollywood, a Woodstock… più star o più rivoluzionario?
Oggi sembra di stare a Hollywood, a Woodstock e a Las Vegas. Io mi sento rivoluzionario nella misura in cui cerco sempre di fare qualcosa di diverso, soprattutto per me stesso. Anche se alla fine, nel fare musica, non seguo altro che la ovvia e continua ricerca della novità. Se altri considerano me e il mio compare (Boss Doms, n.d.r.) delle star o dei rivoluzionari ci fa piacere.
Hai affermato più volte, anche nel tuo libro, che prima o poi prendi sempre i tuoi sogni e li metti in scena…
Decisamente! Sono contento di essere sempre consapevole del mio obiettivo e di sapere dove sto andando.
…E sei anche consapevole che stai portando avanti un qualcosa che sconvolge gli schemi del panorama musicale italiano attuale? Ne senti la responsabilità?
Sono contento, quando si fa musica si è un po’ come pittori, nessuno disegnerà lo stesso quadro per tutta la vita, così come appunto nessuno suonerà o canterà la stessa cosa per tutta la vita. L’impegno personale e la responsabilità nei confronti della musica e di chi ti ascolta c’è, ma non bisogna mai dimenticare che gli artisti non sono educatori; quello che facciamo è semplicemente arte, è quell’essere diversi che ci ha salvato la vita.
Musica e immagine per te sono stati sempre legati a stretto giro…
Per fare il musicista basta la musica, ma nel 2019 immagine e musica vanno a braccetto: per colpire e rimanere, un’immagine propria che ti identifichi è estremamente importante.
Il futuro?
Nelle mie canzoni c’è sempre un po’ di futuro. Abbiamo pronti tre album, tutti diversi l’uno dall’altro, ma sicuramente questa attitude new rock ‘n’ roll/punk che puoi ascoltare in “1969” la svilupperemo.
Gliel’avete detto a Noel, che è qui a qualche camerino da voi, che tu e Boss Doms sarete i nuovi Oasis?
Ancora no, la nostra stima per Noel e Liam Gallagher è immensa. Noi lo abbiamo detto a Sanremo e ce lo auguriamo ogni giorno di diventare i nuovi Oasis, magari…