Di Francesco Nuccitelli
Giovanissimi, dallo stile unico e dall’impronta inconfondibile. I Dioniso sono composti da: Francesco Campo (il fondatore e chitarrista), Andrea Sciacca (batterista-percussionista), Filippo Ferro (cantante e frontman) e Filippo Novello (bassista-tastierista). Dopo il singolo “SU-SPIRE”, è uscito (lo scorso 12 giugno ndr.) “Dammi una ragione” l’ultimo brano della giovane band. Una canzone dalle sonorità pop/rock e che anticipa l’album del gruppo siciliano. In attesa del nuovo progetto abbiamo raggiunto i Dioniso per una piacevole chiacchierata:
Come sta procedendo questo ritorno alla “normalità”?
Finalmente si sta riprendendo a vivere. Per noi che siamo giovani e abituati al calore è importante tornare ad una vita normale seguendo sempre le regole. Poter tornare a lavorare insieme è una grande liberazione, anche perché alla fine la musica è condivisione.
Come è nato “Dammi una ragione”, questo vostro ultimo singolo?
“Dammi una ragione” è un singolo diverso dal precedente (Su-Spire ndr.); ma entrambi faranno parte del prossimo album in uscita. Rispetto al primo singolo presenta delle sonorità diverse, più calde, più estive e più leggere. Il brano è nato nel periodo di lockdown; vivere quella situazione di isolamento ci ha colpito e ispirato molto. Questo singolo vuole portare gioia e far ballare le persone. Questo brano è la nostra risposta al periodo vissuto e all’interno c’è la voglia di aiutare tutti in questo percorso di ripresa.
Oltre al singolo anche un album con queste sonorità quindi?
Non vogliamo catalogarci in un genere preciso, noi possiamo spaziare dal rock al pop, passando per lo psichedelico o anche per qualcosa di più intimo. Essendo una band emergente, però, siamo ancora alla ricerca di un sound ben definito, tuttavia non vogliamo precluderci nessuna via a livello musicale. Nell’album che uscirà tra pochi mesi ci saranno anche canzoni diverse tra di loro, ma sicuramente la nostra identità trasparirà in ogni brano.
Rispetto al vostro precedente singolo “Su-Spire”; “Dammi una ragione” suona in modo diverso, ma entrambi i brani sono facilmente riconducibili a voi. Come nasce questa vostra riconoscibilità nella differenza dei brani?
Rimanere riconoscibili è la cosa a cui teniamo maggiormente. Il processo creativo nasce nel nostro grande studio e avviene anche grazie al nostro produttore (Herman Ezscò ndr.), che è colui che ci ha convinto a scrivere i nostri pezzi inediti. Noi della band siamo in quattro e siamo persone differenti nei gusti e nelle emozioni. Questa differenza noi la mettiamo anche nella nostra musica, che infatti, presenta colori diversi e non un carattere monocromatico. Ciò che esce fuori ci rappresenta in pieno e in maniera diretta.
Piccola digressione sulla vostra storia, come è nato il progetto dei Dioniso?
Noi siamo giovanissimi e lo è anche la band, che è nata 2 anni fa da una mia volontà (Francesco ndr.). L’Idea era di proporre quelle canzoni anni ’60/’70 che ascoltavamo di solito. Non solo quei successi planetari, ma anche quelle canzoni di nicchia che ci trasmettevano determinate emozioni. Così, da questa visione emotiva, è nata l’esigenza di formare una band vera e propria, che riuscisse in qualche modo a trasmettere quelle vibrazioni, ma attraverso i nostri pezzi.
Come giudicate questa riapertura contingentata dei live?
Rimettere in moto la macchina dei live è una cosa importante. Chiaramente nei concerti non lavoriamo solo noi musicisti, ma anche tantissimi tecnici che in questo momento sono stati un po’ dimenticati. Secondo me riprendere o quantomeno organizzare i vari concerti è un grande passo avanti. Poi chiaramente dipende da cosa si fa, i live chiedono una partecipazione forte da parte del pubblico, specialmente negli eventi rock. Però è un bel passo in avanti per la musica dal vivo.