di Alessio Boccali
Un fiore cresciuto in mezzo ai sampietrini…
“Mi sento ancora tanto figlio di Roma, così tanto che è difficile spiegarla pienamente perché è troppo forte la necessità di viverla. Nei miei pezzi io ti parlo di lei dal mio punto di vista e in una maniera molto spicciola, ma è pur sempre la vita di un singolo romano quella che ti racconto.”
Quello di Carl Brave è uno dei nomi più interessanti della focosa scena romana. Insieme alla sua GANG CXXVI (126), e soprattutto con il duo Carl Brave X Franco126, il trasteverino si sta prendendo Roma a colpi di singoli e dischi di platino. Producer, rapper, cantautore…Carl è da poco uscito con “Notti Brave”, un disco da solista molto interessante…
Ciao Carl, partiamo da zero. Nei tuoi testi racconti sempre delle storie, non sei soltanto un rapper, ma anche un cantautore…
Il nuovo cantautorato è fatto ad immagini ed è un misto di generi. Non è più solo “chitarra e pedalare” e il rap, soprattutto ora che è più pop, ci sta dentro pienamente. Col rap ormai puoi parlare di tutto.
Collegandoci al titolo del tuo disco, le notti passate con la musica sono “notti brave” o “notti brave” (dall’inglese coraggio)?
Un po’ entrambe le cose. Questo disco ha due facce: una tranquilla, riflessiva, anche coraggiosa e una più “caciarona”. Un po’ come Roma di notte, no? Le strade sono semideserte e l’atmosfera è serena, ma ad ogni angolo della città c’è qualche locale dove le persone si stanno divertendo.
In “Notti brave” troviamo delle grandi collaborazioni; oltre alla famiglia CXXVI troviamo tanti grandi artisti anche lontani dal tuo genere come Francesca Michielin oppure un vero e proprio idolo del tuo genere come Fabri Fibra…
Sì, questo è un disco che ho pensato prima da produttore e poi da cantante. Volevo vedere come sarebbe diventato il mio mondo musicale grazie ai featuring di grandi artisti di generi diversi che stimo. Quelli che hai citato tu, ma anche Frah Quintale, Giorgio Poi, Emis Killa, con Gemitaiz abbiamo messo su un pezzo un po’ nostalgico su cassa dritta… tutti si sono prestati completamente alla mia musica ed è stato fantastico.
A proposito della tua attività di produttore, in tanti mi hanno detto che tu sei un vero e proprio nerd della musica…
Sì, sono un bel “chiusino” come si dice a Roma. Mi piace molto produrre per gli altri oltre che cantare, mi piace sentire la loro visione di Roma e della mia musica. L’emozione di un pezzo, per come la vedo io, parte dalla base strumentale e mi piace rivedere se agli artisti che su quella base ci costruiscono un pezzo è arrivata la mia stessa emozione. È bello vedere anche la differenza di approccio a queste basi. Ti faccio un esempio: una base che richiama parecchio al passato, che comunica nostalgia, io la affronterò sempre in maniera frizzantina, gioiosa, mentre magari Franco (Franco126, n.d.r.) la affronterà in maniera più poetica, più drammatica.
Tornando al disco, in “Pub Crawl”, uno dei pezzi più narrativi presenti nell’album, emerge quasi una sorta di nostalgia di una Roma che non c’è più.È così o in realtà sei anche un po’ tu ad essere cambiato?
Sono più io ad essere cambiato, ad essermi calmato. Roma cambia, ma alla fine è sempre la stessa. Roma è la meta turistica, ma è anche la spazzatura sparsa ovunque, è la vecchia seduta sotto casa sua a non far nulla, ma anche il padre di famiglia che si fa il mazzo tutto il giorno, antichità e modernità… insomma le solite dicotomie che ci sono ormai da una vita. Il mio amore per lei non è mutato. Mi sento ancora tanto figlio di Roma, così tanto che è difficile spiegarla pienamente perché è troppo forte la necessità di viverla.
Nei miei pezzi io ti parlo di lei dal mio punto di vista e in una maniera molto spicciola, ma è pur sempre la vita di un singolo romano quella che ti racconto.
C’è una canzone di questo “Notti Brave” che mi ha fatto scoprire un Carl Brave differente, sto parlando di “Accuccia”, il brano dedicato al tuo cane che non c’è più… ci ho visto un po’ della straordinaria e malinconica “Io non piango” del maestro Califano…
Beh, magari, ti ringrazio. Il Califfo ha rappresentato davvero ogni lato di Roma. Comunque, sì, è una storia d’amore diversa quella di questo pezzo. Mi sono messo completamente a nudo per mettere in musica l’amore per il mio cane che non c’è più. Una storia che sono sicuro accomuni tantissime persone. Quando ti muore un animale domestico è come se venisse a mancare una parte della tua famiglia e con lui alcuni ricordi legati al tuo passato.