Le pagelle della prima serata di Sanremo 2020

Di Alessio Boccali e Francesco Nuccitelli

Prima serata tra alti e bassi, ritmi incalzanti, ma nonostante questo lo spettacolo è andato per le lunghe… forse anche troppo. Come ogni anno, Alessio Boccali e Francesco Nuccitelli, nostri inviati a Sanremo, hanno redatto le loro pagelle.

Irene Grandi – “Finalmente io”

Alessio Boccali: Pezzo scritto, tra gli altri, da Vasco e musicato, sempre tra gli altri, da Gaetano Curreri, la responsabilità e l’onore erano grandi insomma, ma la Grandi spreca in parte l’occasione pur essendo LEI – su questo non c’è dubbio -. C’è anche da dire che il pezzo non è di certo il migliore pensato dalla coppia sopracitata. Voto 6

Francesco Nuccitelli: Torna sul palco dell’Ariston e lo fa da protagonista. Il pezzo musicalmente è forte e l’interpretazione è da artista navigata, ma che ha ancora delle cose da dire. Finalmente Irene è tornata, Vasco o non Vasco. Voto 7,5

Marco Masini – “Il confronto”

A.B.: Pezzo che è un classicone alla Masini, forse un po’ meno “spinto” del solito. Con la sua esperienza e la sua penna, avrei osato di più. Voto 6

F.N.: Ci si aspettava qualcosa di più da Masini… il cantante toscano si presenta con un buon brano, non uno dei suoi pezzi migliori, ma si difende bene. Voto 6

Rita Pavone – “Niente (resilienza ’74)”

A.B: Rita Pavone versione punkettona, che se ne frega dell’anagrafe e rockeggia sul palco. Il pezzo è giusto. Sorpresa. Voto 6,5

F.N.: La grande rivelazione di questa prima serata del festival. Padroneggia il palco con una sicurezza impressionante… l’anagrafe non conta quando si è così rock, peccato per il pezzo che non le rende giustizia. Voto 7

Achille Lauro – “Me ne frego”

A.B.: Genio e sregolatezza. Penso che ormai sia ben chiaro che dietro a quel personaggio sopra le righe si nasconde un animo poetico e tormentato. Pezzo OK, ma è la performance globale che alza (e di molto) il voto. Voto 8

F.N.: L’ESIBIZIONE di questa prima ondata. Achille Lauro è meraviglioso su quel palco, la sua performance è incredibile e fuori da ogni schema (se non quello artistico). Il pezzo merita un secondo ascolto per un giudizio migliore. Voto 7,5

Diodato – “Fai rumore”

A.B.: Bravo è bravo, porta sul palco un pezzo tra il pop e il cantautorato che non mi convince pienamente. Diodato ci ha abituato bene, molto bene, e questo lo penalizza. Voto 6,5

F.N.: Lui è bravo, il pezzo è bello, però manca ancora qualcosa per la completa maturazione. Ci si aspettava tanto di più da lui. Voto 6,5 

Le Vibrazioni – “Dov’è”

A.B.: Non riuscirò mai a superare la loro fase Modà… spero che loro, invece, lo faranno presto. Pezzo scarico. Voto 5,5

F.N: Dov’è il rock delle Vibrazioni? Il pezzo è interessante, la presenza di Sàrcina si fa sentire, ma manca la spinta rock. Voto 6

Anastasio – “Rosso di rabbia”

A.B.: Carico a bomba; uno sfogo in cui molti si riconosceranno. Una nota molto lieta a metà tra rap e cantautorato. Non è una sorpresa, ma una piacevole conferma. Voto 7,5

F.N.: Un pezzo rap dalle sonorità rock. Grinta, rabbia e presenza scenica, nella performance del giovanissimo Anastasio c’è di tutto e di più. Il palco dell’Ariston è la cornice perfetta per questo pezzo. Voto 8

Elodie – “Andromeda”

A.B.: Rischioso bissare la coppia di platino Mahmood – Dardust; nella testa c’è ancora il pezzo vincitore dello scorso anno ed Elodie ne risente peccando un po’ di personalità. Il pezzo comunque è ben fatto. Un voto di fiducia, sperando emerga di più l’animo della cantante. Voto 6,5

F.N.: Elodie è brava e canta divinamente, ma il pezzo sa di già sentito. Voto 6

Morgan e Bugo – “Sincero”

A.B.: Morgan sì, Bugo no, il pezzo nì. L’avrei vista meglio cantata dai Bluvertigo con Andy a tastiere e synth e Morgan libero di scorrazzare sul palco. Voto 6

F.N.: La strana coppia del festival porta una canzone interessante. Morgan c’è, si sente ed è un grande performer (promosso); Bugo è intimorito dall’esordio e si vede (rimandato). Voto 6

Alberto Urso – “Il sole ad est”

A.B.: Pezzo né carne né pesce: Poco pop/troppo lirico per lui. Lui è molto bravo vocalmente – nonostante l’emozione di ieri sera -, ma ha bisogno ancora di un po’ di esperienza. Voto 4

F.N.: Ok il bel canto, però qui si esagera. Urso è bravo, ma il pezzo non gli rende giustizia. Voto 4,5

Riki – “Lo sappiamo entrambi”

A.B.: Pezzo pop con l’inserimento di un vocoder piuttosto fastidioso. Visibilmente emozionato e per questo ispira anche tenerezza, ma Sanremo è sempre Sanremo e né il pezzo né la performance ne sono all’altezza. Voto 3

F.N.: L’emozione si fa sentire e si vede. Il giovane artista ex Amici forse non era pronto per il Festival della canzone italiana. Il pezzo è dozzinale e banale. Voto 3,5

Raphael Gualazzi – “Carioca”

A.B.: All’una e passa il suo pezzo ci tiene svegli più del caffè. Tanta carica e tanta classe. Performance destinata addirittura a crescere. Voto 7,5

F.N.: L’ora tarda non ha influito, il pezzo di Gualazzi è bello, musicale, ballabile e divertente. Voto 8

Bari in Jazz|Il festival metropolitano della Puglia

Nella giornata del 12 Giugno, a Roma presso il Mercato Centrale (zona Termini), si è consumata la conferenza stampa della XV edizione del Bari in Jazz, il festival metropolitano della Puglia. Presenti alla conferenza, il sindaco di Fasano e il sindaco di Sammichele che insieme all’organizzazione del festival – l’Associazione culturale Abusuan – hanno presentato l’intero evento, elencato i vari concerti e tutte le attività – anche quelle collaterali – che faranno parte di questo festival. L’intero evento durerà dal 29 giugno al 20 agosto e vedrà più di venti esibizioni.

Tanti sono i nomi rilevanti che si alterneranno sui vari palchi. Artisti del calibro di Francesco De Gregori che verrà accompagnato dall’orchestra “Greatest Hits live”, Caetano Veloso & family, Paolo Fresu, Erica Mou, Amaro Freitas e molti altri.

Il festival nella sua quindicesima edizione, è realizzato con il sostegno di: Unione Europea, MIBAC, Regione Puglia e dei comuni di: Bari, Acquaviva, Alberobello, Conversano, Fasano, Giovinazzo, Gravina, Monopoli, Polignano e Sammichele.

Grande importanza per il festival, il connubio tra cultura, rispetto dell’ambiente e turismo. Straordinaria rilevanza anche per la promozione del territorio, con il coinvolgimento dei singoli comuni, per la valorizzazione dell’intero patrimonio artistico culturale.

Si parte il 29 giugno da Polignano con le performance di Erica Mou e Andrea Motis Quitet e concluderà la sua rassegna con una serie di concerti al Minareto della Selva di Fasano.

Di seguito il programma del Bari in Jazz 2019

29 giugno – Polignano a Mare, Cala Paura – Erica Mou, Andrea Motis Quitet

05 luglio – Sammichele di Bari, Castello Caracciolo – Amaro Freitas

07 luglio – Monopoli, Sagrato della Basilica di Maria Santissima della Madia – Progetto Italo-Malgache “New Generation” con Kekko Fornarelli

10 luglio – Conversano, Piazza Castello – BIM (Benin International Musical)

13 luglio – Alberobello, Hyper Club – Akutuk duo ft. Gaetano Partipilo in “Tempo d’Eau – Bare-handed aquatic percussions in the Gulf of Guinea”

21 luglio – Fasano, Piazza Ciaia – Francesco De Gregori & Gaga Symphony Orchestra in “Greatest Hits Live”

22 luglio – Fasano, Piazza Ciaia – Caetano Veloso in “Ofentorio” con Moreno, Zeca, Tom Veloso

25 luglio – Conversano, Giardino dei limoni, San Benedetto – Zara McFarlane – esclusiva sud Italia

26 luglio – Conversano, Giardino dei limoni, San Benedetto – Sarathy Korwar in “More Arriving”

27 luglio – Giovinazzo, Piazza Duomo – Lucia De Carvalho

30 luglio – Gravina, Piazza Duomo – Paolo Fresu & Daniele Di Bonaventura ft. Jaques Morelenbaum

07 agosto – Selva di Fasano, Minareto – Kekko Fornarelli, Gregory Hutchinson, Giorgio Distante in “Land-Scapes”

08 agosto – Selva di Fasano, Minareto – Blick Bassy

09 agosto – Selva di Fasano, Minareto – Vitor Araujo – esclusiva nazionale

10 agosto – Selva di Fasano, Minareto – Farlibe duo (Mirko Signorile & Giovanna Carone) ft. Daniele Sepe

13 agosto – Selva di Fasano, Minareto – Faraj Suleiman – esclusiva nazionale

14 agosto – Selva di Fasano, Minareto – Nicola Conte & Spiritual Galaxy ft. Kareyce Fotso in “New Africa”

16 agosto – Selva di Fasano, Minareto – progetto Yaraka Ensemble

18 agosto – Selva di Fasano, Minareto – Aziza Ibrahim – esclusiva nazionale

19 agosto – Selva di Fasano, Minareto – Redi Hasa & Michel Godard

20 agosto – Selva di Fasano, Minareto – The Dinner Party – progetto speciale

Da aggiungere una data a Bari che verrà comunicata più avanti.

MOSTRO, The illest vol.2: tutte le cose belle passano attraverso il dolore.

MOSTRO - THE ILLEST VOL 2

Di Alessio Boccali

Mostro, all’anagrafe Giulio Ferrario, è tornato e l’ha fatto con “The illest vol.2”: un disco che vuole dar il là all’inizio di una saga, ma che allo stesso tempo ci mostra un artista differente, più maturo rispetto al primo “The illest”, pronto a chiudere col passato per proiettarsi, sperimentando, nel futuro. Un disco molto personale in cui la penna schietta e sincera del rapper romano ben si sposa con delle sperimentazioni sonore taglienti e ben ritmate. Ho avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con Mostro proprio all’alba dell’usciTa del suo nuovo street-album.

Caro Mostro, “The illest vol.2” è davvero un disco nel quale hai voluto sperimentare nuove direzioni musicali e uscire dalla tua comfort zone…

Sì. Fondamentalmente, la differenza tra un mio disco ufficiale come lo è stato “Ogni maledetto giorno” e quella che si sta manifestando come la saga “The illest” è il mio approccio alla musica; in “Ogni maledetto giorno” ho seguito un percorso guardando davanti a me e seguendo sempre la stessa linea, nel progetto “The illest” e in particolare in questo volume 2, invece, mi metto completamente in gioco perché ho ancora tanto da scoprire di me stesso e sento che l’unico modo per farlo è proprio sperimentare attraverso i miei dischi.  Ho voglia di capire in quali direzioni sonore posso muovermi e di lasciarmi stupire da nuove esperienze.

Ci sono delle specularità tra il primo e il secondo volume di “The illest”, e, soprattutto, quando sono nati i pezzi di questo disco? Dopo “Ogni maledetto giorno” o sono pezzi che avevi già nel cassetto, ma che ancora non ti sentivi pronto di tirar fuori?

Sono pezzi nati sicuramente dopo “Ogni maledetto giorno”, anche se ci sono delle specularità tra questo volume 1 e il volume 2. Ad esempio, il primo pezzo di entrambi gli album esamina il mio percorso artistico a ritroso, quasi a fare un riassunto delle “puntate precedenti”; o ancora, nel primo volume nel brano “Sento” canto tutti i significati della parola “sento” ripetendola più volta e in quest’ultimo volume, in “Non voglio morire” faccio pressocché la stessa cosa. Ciò nonostante, “The illest vol.2” non è propriamente una parte due, è il pezzo di una saga, sì, ma anche un disco a sé stante.

A proposito di “Non voglio morire”, devo dirti che è sicuramente il pezzo che mi ha colpito di più. Mentre in altri brani del disco sei sempre sicuro di te stesso, sicuro di spaccare il mondo e ti paragoni persino al diavolo, qui ti senti insicuro, lasci trasparire le tue paure, le tue fragilità…

Ti rispondo nella maniera più sincera possibile. Ho subito un grave lutto qualche anno fa e vedere la morte così da vicino ti lascia delle impressioni: questa paura, questo timore che da un giorno all’altro tutto possa finire, che tutte quelle piccolezze che nella vita sono quelle che poi fanno la differenza possano non esserci più… tutte queste sensazioni, insomma, ti colpiscono a fondo.

…E questa paura è quella nuvola nera che incombe anche nel brano “Tutto passa”?

Fondamentalmente sì. Questo era un disco che avevo scritto rapidamente e con grande entusiasmo, poi però è arrivata la mia nuvola nera e i pezzi un po’ più “alti”, hanno ceduto il passo a brani più forti e rabbiosi come “Cani bastardi”, che più rispecchiavano la mia persona e il mio sentimento.

Proprio in “Cani bastardi” parli anche del tuo rapporto di amore e dipendenza – quasi patologica – con la musica e il rap, che tuttavia ti ha salvato e che tu stesso, come dici in un altro brano del disco, pensi di aver salvato…

In “Cani bastardi” ho messo in rima la mia frustrazione nei confronti di tutti quegli artisti che ancora fanno finta che non esistiamo; tutti quelli che con noi non vogliono collaborare o che non ci chiamano a suonare. Avevo proprio sviluppato questa sensazione di cane abbandonato. Quando però ti rendi conto di questa cosa riesci a trarne forza. Così in “Tutto passa”, dove ho voluto mettere in evidenza quello che è uno dei cardini del mio modo di pensare, ovvero che tutte le cose più belle devono passare attraverso il dolore; sono certo che al di là del dolore ci sia sempre il tuo premio, devi solo avere il coraggio di andare sempre avanti e resistere.

Affermi spesso, e l’abbiamo anche accennato prima, che per te la solitudine, a volte, ha rappresentato una forza in più…

Io cerco sempre di prendere coscienza della realtà che mi circonda e di non piangermi addosso, quindi se sono solo non esco di casa e mi metto a cercare disperatamente qualcuno che mi faccia compagnia; semplicemente, prendo atto del fatto che in quel momento devo contare esclusivamente su tutte le mie forze.

“L’anno del serpente” è il pezzo che apre questo “The illest vol.2” e come abbiamo già detto è un brano nel quale fai i conti con il tuo passato per poi aprire un nuovo ciclo, mentre nel ritornello de “Le tre di notte”, il pezzo che chiude il disco, affermi a gran voce “Adesso so chi sono”. È davvero così, ti senti più maturo?

Assolutamente sì, anche dal punto di vista lavorativo sono dovuto passare dal fare musica con gli amici in cantina tanto per divertirci, a fare musica per lavoro e questo cambiamento all’inizio mi faceva paura. Adesso però, col passare del tempo, mi accorgo che questo, come altri timori, iniziano a non esserci più. Sono cresciuto e riesco a gestire molto meglio le mie emozioni, mi sento piano piano sempre più padrone di questa situazione e questo “The illest vol.2” è il disco che mi proietta verso il futuro, un futuro che vedrà come prossima mossa un disco molto differente rispetto ai miei lavori passati.

Di seguito le date dell’instore tour con il quale Mostro incontrerà i fan per presentare il nuovo album di inediti “The Illest vol. 2”:
26 Aprile   Torino – Mondadori ore 14.30 / Genova – Mondadori ore 18.30
27 Aprile   Lucca – Sky Stone ore 14.30 /  Firenze – Galleria del Disco ore 17.30 28 Aprile
28  Aprile  Forlì – Mondadori ore 15.00 / Bologna – Mondadori ore 18.00
29 Aprile   Roma – Discoteca Laziale ore 16.00
30 Aprile   Frosinone – Mondadori  ore 15.00 /  Viterbo – Mondadori ore 18.00
1° Maggio Nola –  Mondadori ore 15.00 / Salerno –  Disclan ore 18.00
2 Maggio   Milano – Mondadori ore 15.00 / Varese – Varese Dischi ore 18.00

Enrico Nigiotti: “Nonno Hollywood” è una pagina del diario della mia vita.

Enrico Nigiotti, livornese classe ’87, ha ben figurato nell’ultimo Festival di Sanremo portando sul palco un pezzo struggente dedicato al nonno scomparso e ad un mondo e un modo di vivere che non ci sono più. Al di là del buon decimo posto ottenuto, nonostante le sue esibizioni siano state forse penalizzate dall’esibirsi sempre in tarda serata, l’avventura sanremese di Enrico è stata piena di soddisfazioni per i riconoscimenti ottenuti dal pubblico e dalla critica.

enrico-nigiotti-sanremo-getty

Di seguito le chiacchiere che abbiamo scambiato la mattina prima dell’esordio sanremese:

Ciao Enrico, tu inizi questo Festival con già un riconoscimento in bacheca: il Premio Lunezia per il testo di “Nonno Hollywood”. Te l’aspettavi?

In realtà non me l’aspettavo. Un po’ per il pregiudizio che si ha per chi viene da un talent – che poi io vengo da Livorno, mica dai programmi televisivi (ride, n.d.r.) – e un po’ perché in gara c’erano altri pezzi ben scritti come quelli di Silvestri o di Cristicchi, tanto per citarne due. Son contento che il messaggio del brano sia arrivato, nonostante sia una canzone molto personale, anche se poi già in molti, dopo aver letto il testo, mi hanno detto di rispecchiarcisi. Poi, oh, non ho mai vinto niente in vita mia, quindi sono ancora più felice di aver vinto ‘sto premio!

Hai calcato per la prima volta il palco dell’Ariston tra i giovani (Sanremo 2015, n.d.r.), com’è ora calcarlo nuovamente nella gara dei “grandi”?

A prescindere dalla categoria, Sanremo è sempre Sanremo. Che lo si faccia tra i giovani o tra i big. Guarda Ultimo che, da giovane che era l’anno scorso, già fa numeri da superbig. Salire sul palco dell’Ariston, da cantautori poi, è una cosa molto prestigiosa perché porti la tua musica, porti quello che scrivi su un palco che celebra l’evento musicale più importante dell’anno.

Come sarà duettare con Paolo Jannacci?

Son contento e onorato che abbia accettato. Non volevo fare un duetto cantato perché non ci stava col pezzo e perché volevo dare a questa canzone una veste ancora più intima. Ho scelto Paolo perché è una persona e un musicista eccezionale. Poi nel duetto c’è anche una chicca: un’artista che si chiama Massimo Ottoni. Lui è un sand-artist, che durante l’esibizione, modellerà la sabbia per dare un’immagine alle mie parole.

Una delle artiste che stimi di più è Gianna Nannini, anche lei però è in gara come autrice per Il Volo…

Sì sì, ma tifa per me, lo so già… (ride, n.d.r.).

Finito Sanremo, ti “riposerai” un po’ e poi partirai ad aprile con un tour teatrale. Come mai hai scelto i teatri per portare la tua musica al pubblico?

È una scelta partita a dicembre con tre date di anteprima del tour a Livorno, Milano e Roma, che sono andate molto bene. Per questo abbiamo deciso di perseverare nella scelta del teatro, un ambiente potenzialmente anche molto pericoloso vista la grandezza di questi spazi, che però ti dà la possibilità di godere al meglio di un rapporto più diretto col pubblico e della sovranità dei silenzi. Sì, a teatro e nella musica son belli anche i silenzi.

Tornando a bomba sul pezzo sanremese. “Nonno Hollywood” è un pezzo che hai sempre definito molto intimo, ma se dovessi definirlo con altri aggettivi, come lo definiresti?

Sicuramente lo definirei “vero”. “Nonno Hollywood” è una pagina del diario della mia vita.

I promossi e i bocciati della serata dei duetti di Sanremo 2019

Queste le impressioni dei nostri Alessio Boccali e Francesco Nuccitelli al termine della quarta serata del 69° Festiva della Musica Italiana di Sanremo: la serata dei duetti. Di seguito promossi e boccati:

Federica Carta e Shade con Cristina D’avena

Alessio Boccali: La voce di Cristina sovrasta troppo quella di Federica. BOCCIATI ↓

Francesco Nuccitelli: Cristina non aggiunge niente all’interpretazione. BOCCIATI ↓

Motta con Nada

A.: L’esperienza e la presenza scenica di Nada sono un valore aggiunto di rilievo. PROMOSSI ↑

F.: Con buona pace del pubblico, il duetto è ben costruito. Motta rinvigorisce grazie alla presenza di Nada.  PROMOSSI ↑

Irama con Noemi

A.: Il duetto tra i due è credibile e azzeccato. PROMOSSI ↑

F.: All’apparenza una coppia rodata da anni. PROMOSSI ↑

Patty Pravo e Briga con Giovanni Caccamo

A.: Troppa confusione tra le voci. BOCCIATI ↓

F.: Niente di più, niente di meno dalla solita esibizione. BOCCIATI ↓

Negrita con Enrico Ruggeri e Roy Paci

A.: Il graffio di Ruggeri e la tromba di Roy Paci non potevano che essere valori aggiunti. PROMOSSI ↑

F.: Con Ruggeri diventa più rock e con Roy Paci il brano diventa più bello. PROMOSSI ↑

Il Volo con Alessandro Quarta

A.: Il violinista è una piacevolissima sorpresa. PROMOSSI ↑

F.: Sorprendente e azzeccata la scelta di Alessandro Quarta come ospite. PROMOSSI ↑

Arisa con Tony Hadley e i Kataklò

A.: Hadley canta come Mal, Kataklò necessari (importanti), ma non sufficienti. BOCCIATI ↓

F.: Non sarà più uno “Spandau Ballet”, ma Hadley ci sa ancora fare e i Kataklò sono un valore aggiunto ad una bella performance. PROMOSSI ↑

Mahmood con Guè Pequeno

A.: Guè c’è poco e niente, ma va bene così: la scena deve rimanere di Mahmood. PROMOSSI ↑

F.: Breve, ma intenso. PROMOSSI ↑

Ghemon con Diodato e i Calibro35

A.: Sound elegante e raffinato, davvero un bel gruppone. PROMOSSI ↑

F.: Esibizione dalle atmosfere fantastiche e puntare su Diodato come ospite è la scelta giusta. Ottimi anche i Calibro35. PROMOSSI ↑

Francesco Renga con Bungaro e le etoiles Eleonora Abbagnato e Friedemann Vogel

A.: L’eleganza dei ballerini si vede, l’anima di Bungaro si sente. PROMOSSI ↑

F.: Carine le atmosfere e carino il duetto con l’autore, ma il pezzo non mi migliora. BOCCIATI ↓

Ultimo con Fabrizio Moro

A.: Ultimo al piano e Moro alla chitarra: L’affiatamento è perfetto e il brano acquisisce sicuramente una marcia in più. PROMOSSI ↑

F.: Tra le migliori esibizioni della serata. Forse il duetto più completo. PROMOSSI ↑

Nek con Neri Marcorè

A.: Neri riesce a rendere credibile una canzone, a mio parere, non di certo memorabile. PROMOSSI ↑

F.: Bene, ma è solo merito di quel fenomeno di Neri Marcorè. PROMOSSI ↑

Boomdabash con Rocco Hunt e i Musici cantori di Milano

A.: Il rappato di Rocco si mescola bene a quello di Payà e Biggie Bash. Per quanto riguarda i musici: beh, vedere bambini (che si divertono) sul palco fa sempre allegria. PROMOSSI ↑

F.: Bello divertente e sciolto… Hunt fa quello che vuole e lo fa bene. Portare i bambini sul palco è sempre bello. PROMOSSI ↑

The Zen Circus con Dario Brunori

A.: Il duetto della meritocrazia: entrambi i progetti meritano la vetrina dell’Ariston e noi ci meritiamo la loro (buona) musica. PROMOSSI ↑

F.: La rivincita degli Zen e la conferma di Brunori. PROMOSSI ↑

Paola Turci con Beppe Fiorello

A.: Mi stupisce il fatto che Beppe non reciti, ma canti. Tutto sommato, il duetto ci sta. PROMOSSI ↑

F.: Piacevolmente colpito da Beppe Fiorello, che da bravo ospite, si mette al servizio di Paola Turci e lo fa molto bene. PROMOSSI ↑

Anna Tatangelo con Syria

A.: Le due voci femminili si intendono bene e migliorano sicuramente il pezzo. PROMOSSE ↑

F.: Questo duetto non convince del tutto, le due artiste sono troppo diverse – musicalmente parlando – per fare una cosa insieme. P.S. Bello ritrovare Syria al festival, anche solo per una sera. BOCCIATE ↓

EX-Otago con Jack Savoretti

A.: Quello di Jack è uno dei talenti più sottovalutati dal pubblico nostrano; l’artista anglo-italiano impreziosisce e di molto il brano in gara. PROMOSSI ↑

F.: Abbinamento perfetto. Savoretti è un fenomeno e migliora di tanto l’interpretazione del brano. PROMOSSI ↑

Enrico Nigiotti con Paolo Jannacci e Massimo Ottoni

A.: Emozionante performance d’arte a 360°. PROMOSSI ↑

F.: Toccante ed emozionante. PROMOSSI ↑

Loredana Bertè con Irene Grandi

A.: È difficile fiancheggiare la Bertè, lo è ancor di più per una Grandi davvero spenta. BOCCIATE ↓

F.: Nonostante la forza straripante di Loredana in questo festival, il duetto non mi è dispiaciuto. PROMOSSE ↑

Daniele Silvestri e Rancore con Manuel Agnelli

A.: Spettacolare. Grandi avvocati difensori della musica italiana. PROMOSSI ↑

F.: Tutto perfetto! Qualsiasi altra spiegazione sarebbe inutile. PROMOSSI ↑

Einar con Biondo e Sergio Sylvestre

A.: “Eravamo tre Amici a Sanremo…”. Nulla di più. BOCCIATI ↓

F.: Il trio non convince. L’unico che si salva è Sylvestre, troppo poco. BOCCIATI↓

Simone Cristicchi con Ermal Meta

A.: Intensi ed emozionanti. PROMOSSI ↑

F.: Sublimi, intensi e inarrivabili. La loro esibizione regala forti emozioni. PROMOSSI ↑

Nino D’Angelo e Livio Cori con i Sottotono

A.: Bello il ritorno dei Sottotono, anche se l’unico a divertirsi sembra essere Livio Cori. Il maestro D’Angelo fa tanta, troppa fatica a star dietro al beat. BOCCIATI ↓

F.: Cori si diverte, mentre D’Angelo sembra spaesato. Bello il ritorno dei Sottotono, ma non regalano nulla in più al pezzo. BOCCIATI↓

Achille Lauro con Morgan

A.: La vita spericolata di Morgan e la sua caratura musicale al servizio della mina vagante Lauro. Uno show dannatamente rock. PROMOSSI ↑

F.: Rock puro!!! Il duetto è perfetto e Morgan si conferma come grande artista (con troppi rimpianti alle spalle). PROMOSSI ↑

Le pagelle del secondo ascolto – Sanremo 2018

Nella seconda e nella terza serata della giornata abbiamo riascoltato i brani dei 20 campioni in gara nella 68° edizione del festival della canzone italiana. Di seguito le nuove pagelle dei nostri Alessio Boccali e Francesco Nuccitelli.

Annalisa – “Il mondo prima di te

A.B. 5,5 Esibizione migliore di quella della prima puntata, ma il pezzo continua a non convincere. Nella prima serata c’era la scusante del primo ascolto, ma ora?

F.N. 5,5 Più sicura sul palco, ma il pezzo non le rende giustizia.

Ron – “Almeno pensami

A.B. 6,5 Pezzo da brividi! Non riesco a non pensare al capolavoro che sarebbe potuto essere se questo pezzo l’avesse interpretato il grande Lucio. La voce di Ron non è mai stata tra le mie preferite, mi scuserete.

F.N. 8 Ron piace, emoziona e rende giustizia a Lucio Dalla. Anche nella seconda esibizione la magia di questo pezzo rapisce tutti.

The Kolors Frida – Mai mai mai

A.B. 5 Pezzo orecchiabile che migliora col secondo ascolto; non ha tante pretese, ma nemmeno noi ci aspettavamo di più.

F.N. 6 Sufficienza per i The Kolors nella seconda esibizione. Il pezzo non è sanremese, ma il ritornello rimane e piace.

Max Gazzè – “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno

A.B. 8  Sempre più bello il pezzo di Gazzè. Una poesia che resta impressa, non da Baci Perugina, ma da libro di letteratura.

F.N. 8 Gazzè si conferma; altra performance incredibile per lui. Il pezzo è una poesia e il palco dell’Ariston è la giusta cornice.

Ornella Vanoni, Bungaro e Pacifico – “Imparare ad amarsi

A.B. 6,5 Il pezzo è bello, l’interpretazione di Vanoni e co. ci sta. Per amanti del genere.

F.N. 7 L’inedito trio continua a stupire. Il pezzo è bello e migliora ascolto dopo ascolto.

Ermal Meta e Fabrizio Moro – “Non mi avete fatto niente

A.B. 8,5 Un pezzo che continua a convincere oltre ogni polemica. Un inno all’amore universale, che merita di essere apprezzato anche per la splendida amalgama delle voci dei due interpreti.

F.N. 7.5 Dopo la polemica il ritorno sul palco. Il duo si conferma molto legato a dispetto delle cattive dicerie…

Mario Biondi – “Rivederti

A.B. Il pezzo migliora e dà vita ad un rimpianto: cantato in un’altra lingua e su un altro palco avrebbe raccolto di sicuro un migliore riscontro.

F.N. 4,5 Migliora con la seconda esibizione, ma non convince ancora. Forse è troppo anche per Sanremo.

Roby Facchinetti e Riccardo Fogli – “Il segreto del tempo

A.B. 3 Forse l’unico pezzo che al secondo ascolto peggiora l’impressione che fa. “Non si può, non si può, non si può…”

F.N. 3 Anche nella seconda esibizione il duo stecca…

Lo Stato Sociale – “Una vita in vacanza

A.B. 7,5 Dei simpatici monelli in gita sul palco dell’Ariston. Del festival gli importa poco o nulla, forse proprio per questo riescono a divertirsi e a far divertire così tanto.

F.N. 7 Qualche stonatura di troppo nella seconda esibizione, ma sono loro la sorpresa del festival.

Noemi – “Non smettere mai di cercarmi

A.B. 6,5 Il secondo ascolto conferma la prima impressione. Un pezzo da Noemi vecchio stampo, che fa la Noemi vecchio stampo.

F.N. 7 Noemi vecchio stile, voce graffiante e testo impegnato. Si conferma con la sua performance… provocando anche qualche imbarazzo di troppo.

Decibel – “Lettera dal duca

A.B. 6 Mea culpa: Il secondo ascolto convince molto più del primo. Continua a non essere uno dei miei brani preferiti, ma merita di certo la sufficienza.

F.N. 6 Il secondo ascolto convince. L’omaggio a Bowie inizia a prendere forma.

Elio e Le Storie Tese – “Arrivedorci

A.B. Ciao ragazzi, grazie della vostra ironia, ma quest’ultimo canto del cigno non convince proprio.

F.N. 4 Come per i due ex Pooh: la storia non basta. Grazie per la vostra musica e “Arrivedorci

Giovanni Caccamo – “Eterno

A.B. Il pezzo è molto sanremese e migliora al secondo ascolto. Sono curioso di ascoltarlo in duetto con Arisa.

F.N. 6.5 Caccamo migliora con la seconda esibizione. Passata l’emozione, passata la paura.

Red Canzian – “Ognuno ha il suo racconto

A.B. 7 Il pezzo è ballabile ed è una cosa nuova per Red. Il coraggio va premiato.

F.N. 7 Ringraziamo Red per il brano molto musicale. Inspiegabile la sua classifica..

Luca Barbarossa – “Passame er sale

A.B. Sempre più romantico. Piace ed emoziona anche al secondo ascolto.

F.N. 7,5 Portare un pezzo in dialetto non era facile e lui anche nella seconda serata si conferma all’altezza.

Diodato e Roy Paci – “Adesso

A.B. 7,5 Bel pezzo, al secondo ascolto piace ancor di più. Diodato e Roy Paci sono due fuoriclasse spesso troppo sottovalutati.

F.N.  7,5 La seconda esibizione conferma la delicatezza del pezzo. Diodato e Roy Paci si prendono la scena.

Nina Zilli – “Senza appartenere

A.B. Da Nina mi aspettavo molto di più. Bello l’omaggio alle donne, ma il brano non mi convince proprio.

F.N. 4,5 Bel pezzo, ma poca personalità per lei. Spero nel duetto e nell’eleganza di Sergio Cammariere.

Renzo Rubino – “Custodire

A.B. 6 Pezzo pop sanremese. Merita di certo la sufficienza, ma non esalta.

F.N. 6 Bravo, ma non si applica. Strappa una sufficienza, ma è troppo poco.

Enzo Avitabile e Peppe Servillo – “Il coraggio di ogni giorno

A.B. Piace anche al secondo ascolto. Poetica l’amalgama delle voci e la musica che colora le parole del brano.

F.N. 7,5 Le voci si trovano alla perfezione. Da tenere in considerazione per eventuali premi…

Le Vibrazioni – “Così sbagliato

A.B. 6,5 Pezzo rock ben confezionato. Questi ragazzaccii hanno certamente fatto di meglio, ma ci avvaliamo del concetto di aurea mediocritas.

F.N. 6,5 Le Vibrazioni sono tornate e la seconda esibizione fa percepire meglio il loro brano.

A tu per tu con Alice Caioli, cuore e valori siculi in gara a Sanremo Giovani 2018

Alice Caioli è una delle otto nuove proposte che calcheranno il palco dell’Ariston per Sanremo 2018. Dentro di lei l’esperienza maturata ad Area Sanremo e la consapevolezza di poter dire la sua anche sul temutissimo palco più famoso della città dei fiori.

Ciao Alice, sei una dei due giovani scelti da Area Sanremo. Che emozione è stata essere selezionata da Claudio Baglioni?

Essere scelta da un pilastro della musica come Claudio Baglioni è stato un grandissimo onore. Il percorso di Area Sanremo è stato difficile, ma sempre chiaro e limpido. Ho affrontato il tutto con grande umiltà e mi è dispiaciuto molto per alcuni di loro che non hanno avuto l’accesso agli otto perché, oltre ai meriti artistici, si era creato anche un feeling umano.

Cosa daranno i giovani come te a Sanremo e cosa Sanremo darà a voi giovani?

Sicuramente noi giovani porteremo al festival freschezza, novità. Secondo me, mai come quest’anno, nei pezzi proposti da noi nuove proposte c’è tanta innovazione. Cosa ci darà Sanremo? Beh, il festival è una grossa cassa di risonanza, che quindi ci offrirà un’opportunità di grande visibilità, che non mi spaventa. Sono pronta a subire l’ondata di Sanremo con la testa giusta.

Come nasce il tuo brano “Specchi rotti”?
Nasce dalla mia esperienza personale, in particolare del mio rapporto con mio padre. Lui non mi è stato mai vicino nella mia crescita e ne ho pagato le conseguenze. “Specchi rotti” parla di noi. Vogliamo vederci sempre intatti, perfetti, sempre con il sorriso, quando in realtà non è affatto così, gli specchi delle varie esperienze personali sono un po’ tutti rotti. Il segreto sta nel mostrarci sempre come siamo davvero, senza paura. Devo dire però che oggi, l’unica cosa che unisce la mia famiglia “divisa” è proprio la mia passione per la musica, il mio sogno.

Quali sono i progetti futuri?

Sicuramente un disco nel dopo Sanremo. Sto mettendo insieme storie di vita personale e pillole di vita quotidiana, che vedo intorno a me per fare un disco di brani tutti scritti di mio pugno.