
MARCELLA MONTELLA (SONY MUSIC)
Il mestiere del Talent Scout
La A&R di Sony Music Italia
di Alessio Boccali
Marcella Montella è una professionista del settore musicale; da qualche anno lavora come Junior A&R per Sony, una delle maggiori etichette discografiche internazionali, e vive 24 ore su 24 a contatto con la musica…
Ciao Marcella, in cosa consiste esattamente la tua professione di Junior A&R? E come è nata questa tua professione?
Ciao Alessio! Il mio ruolo di A&R manager consiste più generalmente nello scovare nuovi talenti e nell’intrattenere rapporti con gli artisti: li supportiamo nel loro sviluppo e nella loro crescita artistica. In pochissime parole: il lavoro più bello del mondo! È davvero ciò che ho sempre sognato di fare e ciò a cui aspiravo sin da bambina; motivo per cui i miei studi sono stati totalmente focalizzati sulla musica: dalla laurea in DAMS al master in comunicazione musicale, che sicuramente mi è stato di grandissimo aiuto per la mia formazione.
Come dicevamo, hai frequentato un master di comunicazione musicale. Qual è la prima cosa che pensi debba imparare chi vuole lavorare nel mondo della musica?
Penso sia fondamentale avere innanzitutto una buona cultura musicale, essere al passo con i tempi, capire cosa funziona nel corrente periodo storico.E poi, a mio parere, è molto importante conoscere bene i ruoli del settore. Quel master, tra le tante cose, mi ha dato la possibilità di avere una visione più chiara dell’industria musicale, anche se mettersi in gioco sul campo resta la palestra migliore.
Lavori in una di quelle etichette cosiddette major (Sony n.d.r.), quale pensi sia la differenza tra lo scovare un talento per una major piuttosto che scovarne uno per una piccola etichetta discografica indipendente?
Sicuramente la differenza più importante tra le due realtà la possono fare i mezzi a disposizione.
Per il resto, non credo che oggi ci sia un’enorme differenza nello scouting tra major e label indie.
È bene che a parlare sia sempre la musica: i talenti sono talenti, questo vale per tutti, che si tratti di una major o di un’etichetta indipendente.
Nella società odierna è più facile emergere facendosi esibendosi sul terreno virtuale di Internet oppure c’è ancora maggiore attenzione, da parte di voi addetti ai lavori, agli artisti che si esibiscono nei club?
Credo che la nostra attenzione ancora oggi si concentri su entrambi i “terreni”. Oggigiorno le piattaforme digitali come Spotify e soprattutto YouTube permettono indubbiamente a chiunque di mettersi in gioco facendo ascoltare le proprie canzoni o solo la loro voce cantando delle cover. Sicuramente è più semplice per gli artisti farsi notare, e per noi addetti ai lavori può essere più immediato trovarli.
Per concludere: qual è l’artista che più ti ha fatto innamorare della musica e quale il videoclip che ti è rimasto maggiormente impresso nel tuo percorso da fruitrice di musica?
Le canzoni di Jovanotti e di Pino Daniele hanno segnato la mia infanzia e forse son stati i primi a farmi capire quanto veramente fosse potente ed emozionante la musica. Mentre il videoclip che più mi ha spiazzata e che continua ancora oggi a farlo è sicuramente quello di “Thriller” di Michael Jackson.