Avv. Claudia Roggero & Valentina Mayer
Come funzionano le piattaforme di distribuzione musicale Blockchain? Insomma, è la fine delle etichette discografiche o dei grandi distributori online come Spotify o Youtube? Start up come, Pledge Music, Peertracks e Ujomusic da tempo stanno lavorando a piattaforme di distribuzione fondate sulla tecnologia della Blockchain.
Come funzionano?
L’artista carica il disco, gli ascoltatori possono ascoltarlo o comprarlo e i cosiddetti
contratti intelligenti (linee di codice che applicano in automatico le clausole dello stesso) fanno in modo che il musicista venga pagato ad ogni ascolto o acquisto della propria opera. Passaggi che avvengono sotto gli occhi di tutti e senza la presenza di terze parti come etichette discografiche, piattaforme distributive e sistemi di pagamento online. In questo modo «gli artisti possono ottenere almeno il 90% dei ricavi totali».
In particolare, i creatori di Ujo (realizzata in collaborazione con la musicista inglese Imogen Heap) hanno messo in piedi una struttura open source fondata su un database in cui vengono registrati i diritti, i proprietari e i pagamenti automatici degli stessi.
Imogen Heap, ha trasferito la sua musica su un sistema di
blockchain. Lei lo chiama “Mycelia”. La musica è gestita da un contratto intelligente, e protegge i suoi diritti di proprietà intellettuale. Se volete ascoltare la canzone è gratis, o costa pochi microcentesimi trasferiti su un conto digitale. Per tutti gli altri utilizzi dovete sottoscrivere con la cantante diversi accordi di licenza sempre caricati sulla sua piattaforma.
A detta di lei, la canzone diventa il business, perché sta online e si vende da
sola, proteggendo i diritti dell’autore. E siccome la canzone ha un sistema di
pagamento, cioè una specie di conto corrente, tutto il denaro ritorna nelle mani dell’artista senza bisogno di intermediari. Allo stesso tempo il musicista può guadagnare anche grazie al rapporto diretto con i propri ascoltatori.
La rivoluzione nella distribuzione musicale va oltre i contratti intelligenti. Peer Track, ad esempio, ha introdotto i cosiddetti «artist tokens» (gettoni dell’artista). Una moneta, il cui valore è fondato sulla popolarità dell’artista stesso. La valuta, distribuita dal musicista ai propri appassionati, aumenta di valore sulla base della richiesta e vendita dei dischi e delle canzoni. «Un sistema capace di elevare a livelli mai visti prima il concetto di crowdfunding, coinvolgimento dei fan e creazione di una comunità», ha dichiarato al sito web Bitcoin.com, l’amministratore delegato dell’azienda Cedric Cobban.
Gli ascoltatori diventano anche i primi responsabili di una distribuzione legale e autorizzata del disco e delle canzoni. Bittunes è una piattaforma in cui chi acquista la musica, viene pagato in bitcoin se la condivide con tutti gli altri blocchi del sistema. «Permettiamo agli utenti di guadagnare potenzialmente fino a 5 – 10 volte il prezzo d’acquisto», afferma il manager della start up Simon Edhouse.
La rivoluzione della blockchain non vale solo per i cantautori, ma per qualsiasi creatore di contenuti che non ricevono un giusto compenso.
Con le blockchain riusciranno a guadagnare quel che spetta loro?