Avv. Claudia Roggero & Valentina Mayer
Perché i musicisti sono solitamente depressi? Io, che ho un rapporto insano con il denaro, dico che probabilmente lo sono perché non riescono a guadagnare facendo quello che gli riesce meglio: creare.
Il sistema del diritto d’autore e del copyright, pensato per escludere il mondo esterno da utilizzi illeciti o impropri dell’opera, cerca di risolvere la situazione imponendo divieti ed inventando sistemi di registrazione che non sono oggettivamente risolutivi.
Ci sono tantissimi creatori di contenuti che non ricevono un giusto compenso perché il sistema della proprietà intellettuale è inefficace.
Prendiamo la musica.
Agli artisti rimangono solo le briciole. Se foste dei cantautori e 25 anni fa aveste scritto una canzone che ha avuto successo ottenendo 1 milione di singoli, avreste guadagnato 45.000 dollari in diritti d’autore. Se oggi scrivete una canzone di successo, con 1 milione di ascolti, non ottenete 45,000 dollari, prendete solo 36 dollari, abbastanza per un’ottima pizza senza birra!
Imogen Heap sta trasferendo la sua musica su un sistema di blockchain. Lei lo chiama “Mycelia”.
La musica è gestita da un contratto intelligente, e protegge i suoi diritti di proprietà intellettuale. Se volete ascoltare la canzone è gratis, o costa pochi microcentesimi trasferiti su un conto digitale. Se volete usarla in altri modi dovete sottoscrivere con lei altri accordi sempre digitali.
La canzone diventa il business, perché sta sulla piattaforma e si vende da sola, proteggendo i diritti dell’autore, e siccome la canzone ha un sistema di pagamento, cioè una specie di conto corrente, tutto il denaro ritorna nelle sue mani, senza bisogno di intermediari.
La rivoluzione della blockchain non vale solo per i cantautori, ma per tutti i creatori di contenuti che non ricevono un giusto compenso. Con le blockchain riusciranno a guadagnare quel che spetta loro. Cosi la tecnologia e Internet diventano una grande risorsa per artisti intraprendenti.
Un altro modo trovato dai musicisti per guadagnare facendo musica è rappresentato da crowdfunding.
L’avevo dimenticata ma oggi, mentre navigavo online, eccola di nuovo: Amanda Palmer is creating Art. Ha iniziato nel 2015 e dopo il lancio del suo profilo su Patreon, ci sono volute poco più di 14 ore per Amanda Palmer per raggiungere i suoi fan che si sono impegnanti a pagare una media di 9,28 dollari ogni volta che la cantante ha scritto e pubblicato un nuovo contenuto sul suo “patron-only.”
La Palmer aveva già raccolto $ 1,2 milioni nel 2012 dai suoi fan sul sito crowdfunding Kickstarter e cosi si era finanziata l’uscita del suo ultimo album, oltre a un libro d’arte e a un tour. Dopo quell’esperienza ha spostato i suoi sforzi su Patreon e con modello di pagamenti regolari meno cospicui riesce a farsi sostenere dai fan.
Dal 2015 più di 10,820 patrons hanno finanziato $37,157 per “Thing” (letteralmente qualcosa) che la Palmer stampa – un tipo di pagamento mensile che garantisce un’entrata tipo salario all’artista. Nella tipica tradizione del crowdfunding, è possibile fare piccole donazioni – 3 o 5 dollari – per avere accesso a download o a piccoli servizi speciali; ma per 1.000 dollari la Palmer promette di telefonare e di incontrare il generoso finanziatore per una cena insieme e una bella chiacchierata (già due persone hanno donato i 1.000 dollari, quindi Amanda ha almeno due serate già impegnate per onorare questo impegno).
Fuori da Patreon, la Palmer ha in programma di offrire “quasi” tutto il suo lavoro gratuitamente su siti tra cui YouTube, Bandcamp e sul suo sito web, anche se può ancora usare Kickstarter. “Se 1.600 persone vogliono un vinile, farò 1.600 vinili. Nessun problema”, ha scritto. A novembre 2014, Patreon ha dichiarato che ai musicisti, registi, scrittori, illustratori e youtuber iscritti al sito di crowdfunding sono stati pagati mensilmente dai propri fan.
Patreon prende una percentuale del 5% sui ricavi dei creativi iscritti e più di 125.000 “patrons” si sono iscritti nei primi 18 mesi di esistenza del sito.
Che ne dici? Per me dovrebbero provare anche i musicisti italiani.