STEF BURNS

Musica zero Stef burns
di Francesco Nuccitelli

Le vie del rock sono infinite, ma per fortuna una di queste è passata per il nostro paese e ci ha dato il grande privilegio di poter ascoltare da vicino l’inconfondibile sound di Stef Burns.

Nonostante i tantissimi impegni come il tour “VascoNonStop” e il suo “Italian Job tour 2018”, noi di Musica Zero lo abbiamo raggiunto per una piacevole intervista:

Ciao Stef, innanzitutto grazie per l’intervista. Se per te non è un problema partirei subito con una domanda sul tuo rapporto con Vasco e con gli altri membri della band…

Grazie a te! Abbiamo un rapporto bellissimo, come è sempre stato dall’inizio, nel 1995. Penso che siamo fortunati, in altri gruppi a volte ci sono dei problemi, tra noi invece c’è una bella atmosfera e una bella energia.

Con Vasco collabori da oltre vent’anni, ma ti ricordi il tuo primo incontro con lui?

Si, eravamo in sala prove a Bologna per “Rock Sotto L’assedio”, nel 1995. A dire il vero, non è successo niente di particolare… un semplice saluto. Ma, un mese dopo, ho visto il grande Vasco sul palco di San Siro e mi ha lasciato con la bocca aperta! Lui è una forza, come non ho mai visto.

È noto che il linguaggio musicale è un linguaggio universale, ma tu che hai potuto provare sulla tua pelle lo stile americano e quello italiano, quali differenze sostanziali hai notato?

Sai, non c’è tanta differenza alla fine. La differenza sta tutta in chi fa la musica e in chi la ascolta…

Sono anni che suoni e stai nel mondo musicale, ma come si è evoluto il ruolo del chitarrista?

Per fortuna il ruolo è rimasto più o meno simile. Forse per il basso e la batteria è cambiato, soprattutto per il lavoro in studio, perché l’elettronica è molto presente. Certamente, dipende anche dallo stile di musica. Spesso, le chitarre in alcuni pezzi non ci sono oppure sono al minimo, e non ci sono assoli.

Stef burns Musica zero km

Sei una chitarrista aperto alla tecnologia o sei legato alle strumentazioni più “vintage”?

Io cerco di stare sempre al passo con i tempi e aggiornarmi, ma per il mio gusto personale penso che la chitarra vintage sia sempre la migliore!

Parlando di sonorità invece, con te Vasco è diventato più rock o mi sbaglio?

A Vasco piace molto il suono del rock duro, come ha dichiarato spesso e questo si fa sentire sia sui dischi che nei live. Io sono sempre felice di collaborare, qualsiasi sia lo stile che suona, perché a lui riesce tutto così bene! Siamo in un’era di polistrumentisti, di artisti che pubblicano video di esibizioni con più strumenti contemporaneamente, grazie a loop station ed a sistemi che permettono di sviluppare un live composto unicamente dall’artista stesso.

 

Cosa ne pensi di questa figura del “one man” dove la tecnologia ha permesso tutto questo?

Mah… preferisco sempre sentire un gruppo che suona molto bene insieme. Però apprezzo le nuove generazioni di musicisti che sperimentano e fanno cose nuove.

Hai collaborato con tantissimi grandi artisti, ma c’è un cantante o un musicista con il quale vorresti suonare in futuro?

Il mio sogno è suonare con Paul McCartney e suonare pezzi dei Beatles, però non mi ha ancora chiamato. In passato, ho suonato con Stevie Wonder, però un giorno mi piacerebbe fare un tour intero con lui!

Oltre Vasco tieni in piedi diversi progetti discografici; dopo il VascoNonStop Live tout 2018 cosa farai?

Ho in programma un tour con il grande ed unico Claudio Golinelli! Insieme al grande batterista Juan Van Emmerloot. Saremo in tour in Italia dal 6 al 15 Luglio. Dopodiché ci sono due dischi da finire. News… coming soon!