J-AX “25 ANNI LIVE”

Alessandro Aleotti
In arte J-Ax, per i fan, che lo acclamano da più di venticinque anni, lo zio.

di Alessio Boccali

La storia di Alessandro è un unicum nel mondo della musica italiana: tante avventure e tanti cambiamenti accumunate da un solido fil rouge rappresentato dal legame simbiotico con la musica. Egli, come parecchi ragazzi diventati uomini negli anni ’90, è un appassionato fin dagli albori della cultura hip hop e di tutto ciò che proprio in quegli anni stava invadendo le nostre strade. Quello stile di strada che, partendo dagli Stati Uniti, si era riversato in maniera prepotente soprattutto nelle periferie delle grandi città.
E la Milano di quegli anni non fa di certo eccezione, anzi. Il giovane Aleotti cresce, quindi, nel pieno di questo boom urban iniziando a scrivere testi rap e a cimentarsi nel freestyle, e assumendo lo pseudonimo di J-Ax, nato dall’unione dell’iniziale del suo cattivo preferito – il Joker di Batman – al suo soprannome Alex.
“Noi, gente che spera”: la favola degli Articolo 31
Nel 1992 inizia ufficialmente la carriera musicale di J-Ax. In quell’anno esce, infatti, “Nato per rappare/6 quello che 6”, il primo singolo di J-Ax e del suo amico Vito Luca Perrini (DJ Jad), il duo che da lì in poi si farà chiamare Articolo 31. L’anno successivo i due incidono “Strade di città”, uno dei primi album rap in lingua italiana. Da qui in avanti una rapida ascesa: un disco nuovo ogni uno, massimo due anni ed un successo stratosferico, che unisce l’intera Penisola affascinata da questo nuovo modo così schietto e anarchico di fare musica. Una sfilza di successi tra i quali “Ohi Maria” che vince “Un disco per l’estate” nel ’94 e “Tranqi Funky”, il singolo tratto dal primo grande successo commerciale degli Articolo 31, ovvero il disco “Così com’è” del ‘96, e che insieme agli altri pezzi dell’album attira l’attenzione di grandissimi nomi della musica italiana come Lucio Dalla, Tosca e Francesco Guccini, che partecipano addirittura come guest stars a degli home video, voluti da J-Ax e Jad, per celebrare quei momenti di successo.

La favola degli Articolo prosegue nel ’98 con il successo europero del pezzo “La fidanzata”, che vince gli Mtv Europe Music Awards come Best Italian Act e nel 2000 con una “Greatest Hits”, che non vuole rappresentare l’inizio di una pausa per il duo, quanto piuttosto celebrare il primo traguardo di successo raggiunto.
Eppure, dopo la parentesi cinematografica del B-movie “Senza filtro” del 2001, ispirato proprio alla storia degli Articolo 31, qualcosa cambia. Negli anni immediatamente successivi escono i più grandi successi pop della band: i dischi “Domani smetto” e “Italiano medio”. Le sonorità sono diverse, c’è sicuramente più pop e meno hip hop, e i testi diventano più spinti, più cinici, ma anch’essi più popular. La differenza più grande rispetto ai dischi precedenti, poi, è che ovunque il nome del gruppo viene indicato come “Articolo 31 – J-Ax”, per indicare che quest’ultimo ha iniziato ad occuparsi interamente sia delle musiche che dei testi.
Nel 2006 il matrimonio artistico degli Articolo 31 sembra finire per sempre.
“E tutto si ribalta, un giorno di sana pianta”: inizia la carriera da solista di J-Ax
Fine 2006 inizia la prima nuova vita di J-Ax. “Di sana pianta”, il primo disco scritto e interamente prodotto dall’artista milanese, è subito un successo. All’interno di questo album Alessandro sembra volersi togliere qualche sassolino dalla scarpa e chiudere definitivamente col passato. Le soddisfazioni non mancano; pezzi come “S.N.O.B”, “Ti amo o ti ammazzo” o “Piccoli per sempre” confermano che il nuovo stile più pop di J-Ax al pubblico piace e le collaborazioni con i rapper più in voga del periodo come l’astro nascente Marracash o, delle realtà già consolidate, come Gué Pequeno e Jake La Furia dei Club Dogo non fanno altro che consacrare questo periodo di gloria. Come se non bastasse il secondo e il terzo album da solista del rapper milanese, rispettivamente “Rap ‘n’ roll” e “Deca Dance” superano le 100.000 copie vendute. J-Ax ha dato vita ad un nuovo genere: il rap ‘n’ roll, che in soldoni è un pop/rap incazzato e orecchiabile, impegnato e melodicamente semplice.
Nel 2010 è la volta di una fugace collaborazione con il cantautore Neffa. I due formano i “Due di Picche” ed incidono il disco “C’eravamo tanto odiati”. Tuttavia è una parentesi e breve e nemmeno troppo fortunata che si conclude nello stesso anno, ma che consente a J-Ax di riflettere ancora una volta su proprio percorso musicale.

“«Era meglio prima!» dice quello con la nostalgia, come se fosse colpa mia che non tromba dai tempi di ‘Maria, Maria…’ ”: una seconda vita da solista
Il disco “Meglio Prima (?)” del 2011 sancisce il definitivo ritorno di J-Ax alla carriera da solista e dà di fatto il via ad un’altra vita artistica. L’artista meneghino è ormai uno dei nomi più importanti nel suo genere. Egli difende strenuamente le sue scelte artistiche e intrattiene rapporti di collaborazioni con gli artisti più ascoltati del momento: dal pop al rap, strizzando l’occhio anche al rock, lo zio – come iniziano a chiamarlo i fan – riesce a far suo ogni stile e ad accompagnare al meglio ogni partner. Da una di queste proficue collaborazioni, quella col rapper Fedez, nasce nel 2013 Newtopia, una nuova etichetta indipendente con la quale i due incideranno i successivi lavori e scoveranno un nuovo artista scala-classifiche: Fabio Rovazzi.
Ma la nascita di Newtopia non è che l’inizio del sodalizio con Fedez…

“Ricominciare da meno di zero e finalmente sollevare il velo”: da “Il bello d’esser brutti a “Il bello di essere J-Ax”
Prima di dedicarsi ad un progetto con Fedez, J-Ax dà alle stampe un album che approfondisce ancor più il suo mondo. C’è il suo amato “rap ‘n’ roll” dai testi più o meno seri e le melodie radiofoniche, c’è un senso di nostalgia per il passato che ben si mescola con la rabbia, figlia parimenti del passato e del presente, Alesandro Aleotti raggiunge di nuovo le vette delle classifiche e sembra aver scoperto un altro pezzetto di sé: canta di aver resettato la sua vita, di essere nato nuovamente, ancor più sincero soprattutto con sé stesso. Un disco autoironico, che mostra sulla cover un J-Ax in veste di attrazione circense, un messaggio, nemmeno troppo velato, di quanto negli ultimi tempi nello showbiz conti anche l’apparenza.


A maggio 2016 con l’uscita del tormentone “Vorrei ma non posto”, un pezzo che parla proprio di apparenza e di social network, nasce ufficialmente il progetto discografico di J-Ax e Fedez. Il mood usato è ultrapopular e l’effetto provocato è un altro incredibile successo di pubblico. Il brano è una trovata intelligente perché parla di attualità non criticandola, ma semplicemente interpretandola. J-Ax è ancora una volta al passo con i tempi, non è assolutamente fuori moda e la collaborazione con Fedez divide i “nipoti dello zio”, ma in fatto di vendite è un successo straripante. A due anni di distanza, il cerchio si chiude con un altro tormentone dal titolo “Italiana”, che apre le danze all’ultimo canto del cigno del duo allo stadio San Siro di Milano.
“La vita, no, non è uno scherzo, ma ha la sua ironia. Io sorridevo per mestiere ma era una bugia e più che una famiglia io volevo l’anarchia, ma adesso asciugo tutti con la tua fotografia”: 25 anni di carriera celebrati da papà

Ora J-Ax è papà e ha deciso di raccontarlo in una canzone. Intanto, sembra aver trovato pace con il suo passato senza comunque soffocare la sua vena anarchica. Come sarà il suo futuro artistico è difficile dirlo; di certo lo zio ha dimostrato di avere cento e più vite e la pace definitiva con le sue origini, rappresentata dalla reunion degli Articolo 31 per celebrare i suoi 25 anni di carriera, ha di fatto lasciato davanti ad Alessandro Aleotti da Milano un percorso totalmente aperto. Che sia l’ennesima rinascita?