FILIPPO MADELLA

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A tu per tu con Filippo Madella, direttore generale di Billboard Italia

di Alessio Boccali

Ciao Filippo, come nasce Billboard Italia e come gestite il rapporto tra piattaforma web e cartaceo?
Ciao Alessio! Innanzitutto, Billboard nasce in America come giornale settimanale e quindi, anche per una questione di licenze, la prima cosa alla quale abbiamo pensato è il magazine Billboard Italia. Come puoi immaginare, fare anche noi un settimanale sarebbe stato molto complesso ed allora abbiamo pensato ad un mensile con più impaginato. La piattaforma digitale è poi una conseguenza del prodotto cartaceo, sulla quale ci siamo concentrati quanto e, spesso anche più, del magazine stesso.
Com’è affrontare l’edicola con una rivista musicale?
È una grossa scommessa. In questo mercato un prodotto di qualità ha sicuramente maggiori possibilità di vita rispetto alla media. Noi, fin dal primo giorno, ce l’abbiamo messa tutta per cercare di raggiungere la qualità massima. Quanto ha influito sul vostro sviluppo l’avere un team di lavoro giovane?
È fondamentale in qualsiasi tipo di azienda. Avere delle risorse giovani è una grossa ricchezza: dei ragazzi vali, magari, sbagliano di più, ma ti danno sempre dei punti di vista differenti da quelli ai quali tu sei abituato. I giovani sono sempre un pozzo di idee. Naturalmente, all’interno di un ottimo team ci deve essere anche qualcuno con un po’ più di esperienza, non solo di lavoro, ma anche di vita, e questo accade anche da noi.
Cosa avete fatto, e fate tuttora, per essere all’altezza dello storico Billboard americano?
In realtà abbiamo deciso di distanziarci molto dal Billboard americano. Quello è un prodotto principalmente per gli addetti ai lavori, mentre Billboard Italia ha l’ambizione di raccontare la musica ad un pubblico più ampio. Questo perché c’è bisogno di ampliare gli orizzonti del pubblico sulla musica, aiutarlo a comprendere quello che gli accade intorno in un’epoca nella quale la musica è alimento fondamentale per la vita di tutti. Poi non parliamo solo di popular naturalmente, ci sono anche parecchi approfondimenti interessanti…
A questo obiettivo di coinvolgimento musicale si associa anche l’idea del programma su Sky con Mara Maionchi?
Sì, ho sempre avuto l’ambizione di portare Billboard su tutti i media. L’ambizione televisiva è nata insieme alla fame di conoscenza di una grande donna ed esperta di musica come Mara. Anche lei sentiva forte il bisogno di conoscere le nuove realtà musicali che si stanno formando in Italia e la sua disponibilità è stata impagabile. Anche l’azienda Sky è stata fantastica: darci fiducia anche se siamo sulla scena come rivista soltanto da un anno non è cosa da tutti. I ringraziamenti a questi due grandi protagonisti della nostra avventura in tv sono d’obbligo.
Sul fronte pubblicitario cosa deve avere oggi una testata giornalistica musicale per essere appetibile sul mercato?
Oggi più che mai credo che, nella creazione di un format o di un qualsiasi prodotto, il supporto da parte di uno sponsor sia essenziale. Bisogna essere capaci di interpretare il mercato pubblicitario, di farlo diventare tessuto narrativo della tua costruzione editoriale per far sì che diventi un pezzo di quello che stai mettendo in piedi. Così facendo, il tutto risulterà gradito e verrà accettato anche dagli artisti. È un equilibrio molto sottile, ma è anche la chiave per il futuro.
Il 25 novembre celebrerete il vostro primo anno di nascita.
Sì, siamo nati a novembre dello scorso anno a Milano all’interno della Music Week come media partner della manifestazione. Quest’anno abbiamo rafforzato i contatti col comune meneghino tanto che la nostra festa sarà il closing party della Music Week 2018. Sarà una data importante nella quale racconteremo il nostro anno editoriale, ci saranno tanti amici artisti e addetti ai lavori. Un altro periodo per noi molto importante, però, sarà Sanremo. È da lì che l’anno scorso abbiamo iniziato a carburare grazie anche alle nostre “interviste in macchina”. Per quest’anno stiamo organizzando un format sanremese fuori dagli schemi, vedrete.