La frecciatina di Bonolis nei confronti dell’Ariston

paolo bonolis
Chiamatelo progressista, o semplicemente amante della novità: Paolo Bonolis non ha peli sulla lingua né davanti ai giornalisti, né tanto meno davanti al Direttore Generale della RAI Antonio Campo Dall’Orto sulla questione sanremese.  Infatti al termine dell’incontro a Cologno Monzese dove ha stipulato un contratto biennale con Mediaset, lo showman romano ha chiuso definitivamente le porte ad un possibile coinvolgimento per il prossimo Festival di Sanremo, dando un messaggio chiaro all’intera manifestazione e forse all’Italia più ‘gattopardiana’.

“Sanremo potrebbe essere nuovamente interessante se potesse cambiare veramente, e io credo che all’Ariston il Festival non possa cambiare”: una frase asciutta dichiarata davanti alla stampa che mette in luce la propria opinione nei confronti dell’evento, ma apre anche al possibile dibattito sugli aspetti più conservatori della nostra società che andrebbero svecchiati. Eppure, per giungere a questa conclusione, ci è passato sopra con le proprie gambe, come dimostra la conduzione nel 2009 che ha comunque rilanciato in termini di numeri questa manifestazione.

Ora però  l’Ariston appare davanti ai suoi occhi “troppo limitato sia in chiave scenografica che coreografica del momento canora” e vede in altri spazi la possibilità di raccontare degnamente la musica. Tra tutti prende spunto dall’Eurovision, la famosa kermesse che si tiene ogni anno a Maggio, ma cambia location in base al vincitore dell’edizione precedente.  In effetti la mobilità della musica è forse il valore aggiunto che la rende ogni volta originale e in continua sperimentazione. La stessa che proverà ad applicare il noto conduttore con tutti i suoi format ed in particolare con la sua perla ‘Music, accolto positivamente dalla critica e pronto a rinnovarsi per la prossima stagione.

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Il progresso alla Bonolis si scaglia quindi contro la restia Rai e ‘i sempiterni calli’ dell’Ariston: e voi da che parte volete stare?

La ‘Music’ di Bonolis: eterna, emozionante e brillante

Lo aveva definito “il suo Sanremo di Roma” e si può dire che ha colto nel segno. Paolo Bonolis trasforma il leggendario Teatro 5 di Cinecittà in un Ariston pieno di talenti e di grande musica con ‘Music’. Nella prima puntata sono già apparsi volti celebri come John Travolta, Simon Le Bon ed Enzo Avitabile, ma ancora c’è molto da vedere e ascoltare.

Grazie alla sua retorica talvolta aulica, talvolta popolare, il conduttore romano riesce a tenere incollati ben 4.659.000 di spettatori, toccando il punto più alto dello share nella serata (21,2%).  Il segreto sta nella scomposizione del programma nei vari generi, facendoci passare dal pop iniziale sino al jazz, senza dimenticare il rap e il rock. Come icone sono state scelte un mix tra star evergreen ed emergenti; così si spiega la contiguità sulla scaletta tra un Manuel Agnelli, rappresentante del rock indie con i suoi Afterhours, e i The Kolors, che hanno rivisitato il brano ‘Money’ dei Pink Floyd con Tullio De Piscopo a fare da cerniera.

Ad ogni artista la possibilità di esprimersi al meglio, grazie anche ai preamboli personalizzati ideati da Bonolis. Così vediamo Francesco Renga che racconta la sua infanzia mentre fa colazione, oppure Elisa Toffoli durante una sorta di pseudo-colloquio che ripercorre le sfaccettature della sua carriera. Un leit-motive di questo conduttore che sa’ mettere a proprio agio qualsiasi artista, tenendo sempre chi ha di fronte.

Ma cosa ci rimane del titolo? Sicuramente gli accenni storici, come collanti della scaletta e le emozioni degli ospiti. Tra tutte l’esibizione loquace di Ezio Bosso, che si prodiga su ‘Al chiaro di luna’ di Beethoven, e lo scambio intergenerazionale offerto da Fedez sulle note di ‘Domani Smetto’, insieme a J-Ax  – che ha creato scalpore e qualche polemica.

Infine la nota di merito per il Maestro  Luca Laurenti, definibile un vero e proprio co-conduttore per la tenuta del palco e  per le sue entrate in scena che, seppur brevi, raccolgono sempre gli onori del pubblico. Sulle note del tormentone dello scorso anno ‘Can’t stop the feeling’ di Justin Timberlake, l’artista romano ha infiammato il palco con una coreografia coinvolgente e frizzante, facendoci ancora domandare perché non si sia mai iscritto ad un corso di musica.

Dunque un prodotto convincente che alterna serietà e ironia, frutto di un conduttore collaudato sul tema (Arena di Verona -Lo spettacolo sta per iniziale) e sul genere del talk-show (Il senso della vita). Che sia un monito per i prossimi prodotti musicali da importare sul piccolo schermo!