In punta d’ardire: tra Rock, passione e sacrifici

Gianni Carboni, ecco cosa produce veramente la terra sarda. Nascere in mezzo ai pomodori, angurie e vigneti non gli ha impedito di entrare in contatto con una delle più spettacolari e stupefacenti arti del mondo: la musica. Comincia a suonare a 11 anni, ma il punto di svolta arriva il giorno della cresima, quando la madrina gli regala una splendida Fender Stratocaster; e si sa, per un musicista la sua chitarra è un po’ come una compagna di vita, che lo conduce attraverso il suo viaggio musicale. Passando di band in band, arriva a Maggio dell’anno scorso, il 2016, quando pubblica il suo primo album da solista: In punta d’ardire.

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In punta d’ardire è un album composto da 17 brani: 12 inediti in italiano di cui 5 riproposti in lingua inglese. Per quanto riguarda il testo, Carboni usa un linguaggio abbastanza scorrevole e piacevole, che lascia spazio alla fantasia anche se a piccoli tratti forse un po scontata. Dal punto di vista strumentale si nota subito la presenza di una chitarra prorompente che da forza ai brani, buona notizia per gli amanti del genere ma che potrebbe risultare un po eccessiva per un pubblico più ampio. Le tematiche affrontate sono molto generiche, trattate molto spesso in prima persona, che riportano al classico sound del Rock italiano. Per essere un album totalmente auto prodotto, arrangiato e registrato possiamo dire che il risultato è abbastanza soddisfacente e piacevole da ascoltare.

Abbiamo contattato Gianni Carboni per una breve intervista, per introdurci un po nel suo mondo e  farci immedesimare nel suo modo di fare musica:

Gianni, nella tua biografia affermi di essere un cittadino del mondo, spiegaci che significato ha per te questa affermazione.

Cittadino del mondo è un concetto strettamente legato all ambito musicale, infatti, come non mi piacciono nella vita normale, le etichettature, non mi piacciono neanche per quanto riguarda la musica.Penso che essa sia un linguaggio universale che non abbia bisogno necessariamente di una distinzione di genere, la musica è bella a prescindere dal genere, dallo stile e dal tipo di musica che un artista decide di fare.

Provieni dalla Sardegna, cosa vuol dire per un artista emergente, è una vantaggio o uno svantaggio.

Essere un artista in Sardegna vuol dire avere il cuore diviso in due, una parte che vorrebbe sconfinare e andare a cercare fortuna in altre città come Milano o Roma, e un altra che invece ti tiene legato al tuo territorio. Perché in Sardegna è più difficile che tu faccia l’incontro della tua vita, ma allo stesso tempo è comunque presente una buona realtà musicale, composta sia da musica folcloristica ma anche da musica pop, intesa come tutta quella musica un po più convenzionale. Per il momento io faccio parte di quegli artisti che rimangono in Sardegna e cercano di promuovere la nostra realtà.

In punta d’ardire è il brano che da il nome al tuo primo album da solista, ed è uscito a maggio 2016. Spigaci un po perché hai scelto proprio questo pezzo.

Personalmente penso che a livello musicale e strumentale ci siano altri pezzi all’interno dell’album che risultano più orecchiabili e quindi più adatti al lancio dell’album, ma ho voluto azzardare con In punta d’ardire perché lancia un massaggio più profondo, cioè quello di affrontare la vita con più coraggio e fregandosene delle aspettative degli altri.

In punta d’ardire è un album che ti sei completamente auto prodotto, quali sono state le difficoltà che hai affrontato nella sua realizzazione.

La prima grossa difficoltà è stata senza dubbio l’aspetto economico, perché comunque la realizzazione di un album implica una grossa spesa, soprattutto se affrontata singolarmente. Poi, il tempo; infatti per via del lavoro mi trovavo molto spesso a registrare di notte. Un’altra difficoltà si presentava quando magari andavi a proporti nei locali per suonare e nella maggior parte dei casi richiedevano di fare delle cover, e suonando sempre cover a volte era difficile per me trovare una mia identità.

Gianni non si ferma mai, infatti sta già lavorando ad un nuovo album che uscirà approssimativamente, verso la fine di quest’anno. Per ora ci ha anticipato solo l’intenzione di attenuare la sua chitarra prorompente miscelandola con un po di elettronica. In più tra qualche mese realizzerà un brano in coproduzione con un altro artista: Andrea Manca.