Icastico: “Per me l’alcol è un modo per sopportare la pressione sociale”

Di Francesco Nuccitelli

Il 6 maggio scorso è uscito “Alcolico”, il secondo singolo scritto e cantato dal cantautore e polistrumentista Icastico. Alcolico è anche il secondo capitolo di una trilogia irriverente aperta con  il brano “Cristo”. Il singolo farà parte del primo album dell’artista viterbese, album  ormai prossimo all’uscita. Il brano si presenta come una grande critica alla società di oggi, un manifesto della difficoltà generazionale e l’utilizzo di una soluzione poco ortodossa. L’alcool è infatti il protagonista di questa storia e il mezzo “utile” per combattere l’ansia sociale.

Alcolico_cover b

Ciao Vincenzo, come è andata questa quarantena?

Abbastanza bene, con il web sono riuscito a trovare il modo per andare avanti con la didattica, ma riguardo i live sono saltate le varie date. Questo è un momento molto difficile per tutti quelli che vivono e lavorano nel mondo dello spettacolo. Non sappiamo quando e come potremmo tornare a lavorare. Però ne ho approfittato per ultimare la stesura del disco.

Un nome molto “rappresentativo”, come mai questa scelta con un termine così particolare?

È una parola che mi piace e rappresenta il mio modo di scrivere e di essere nella quotidianità. È un termine che mi ha subito folgorato. È come se lui avesse scelto me e non viceversa. Posso dire che mi descrive alla perfezione!

Alcolico è un brano molto interessante, ma come è nato?

Alcolico” nasce per rispondere alle tante domande lasciate aperte in “Cristo”. Non è una canzone sull’alcolismo, ma nasce dai miei pensieri. Per me l’alcol è un modo per sopportare la pressione sociale, ed è stato anche l’espediente per parlare delle dipendenze in generale. Infatti, ognuno ha una sua dipendenza, che può essere la droga, l’alcool o anche i social. Questo brano è un pretesto per raccontare la diversità rispetto alla quotidianità.

Possiamo dire che in questa canzone racconti di un’emergenza comunicativa oltre che sociale?

Certamente! Nel brano cerco di raccontare anche questa emergenza comunicativa che fa parte della nostra generazione. Io ad esempio cambio, un conto è quando sono Vincenzo, un altro è quando sono Icastico, dove mostro un lato di me che ha bisogno di essere comunicato. Così succede anche con l’alcool, dove mostriamo una parte nascosta di noi (ride ndr.).

Icastico_ph. Ilaria Fochetti 2_b

Ph. Ilaria Fochetti

Ti consideri un artista provocatorio?

Assolutamente sì! Mi piace causare reazioni attraverso le mie canzoni. In “Cristo” e in “Alcolico” mi sono divertito molto a provocare. La provocazione è un elemento fondamentale dell’arte ed è utile per stimolare le riflessioni e le reazioni di coloro che ascoltano. Credo che questa sia la funzione primaria dell’arte, anche se l’arte non ha bisogno di uno scopo. Siamo noi umani che dobbiamo sempre cercare un fine o un obiettivo. L’arte è oltre.

Quando potremmo ascoltare il tuo primo album?

Abbiamo scelto le tracce, ma posso dire che per l’uscita dell’album non c’è ancora una data precisa. Al momento stiamo facendo uscire i vari singoli. Ci teniamo che ogni brano abbia un suo perché e una sua ragione d’esistere. A breve uscirà anche il terzo brano che completerà questa trilogia. Posso già dire che sarà un estensione del tema iniziato con “Cristo” e ampliato con “Alcolico”.

Tante sono state le proposte per tutelare il mondo dello spettacolo in un momento difficile come questo; ma tu hai un’idea su come rialzare il settore della musica?

Io non credo di avere una soluzione, ma credo che ci dovremmo convivere e rimboccare le maniche. Questa però potrebbe essere un’occasione per i live club. Insomma, ripartire da una location più intima, bella e romantica, per aiutare il nostro settore, ovviamente in totale sicurezza. Questo aiuto varrebbe anche per quei live club che già prima del coronavirus avevano delle difficoltà.