Le 5 curiosità su… David Bowie

– David Bowie –

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  1. L’inizio di un mito, l’inizio di David Bowie

David Robert Jones, nome reale di David Bowie che lo cambia nel 1968. Il duca bianco lo ha cambiato in David Bowie per evitare confusione con Davy Jones dei The Monkees. David scelse poi Bowie dal nome di un coltello americano il “coltello Bowie”, che gli piaceva particolarmente poiché “poteva tagliare da entrambi i lati”.

  1. David Bowie in italiano

Tante sono le canzoni storiche di David Bowie come “Space Oddity“, tuttavia Bowie, nel 1970 registrò una versione in italiano della canzone dal titolo “Ragazzo Solo, Ragazza Sola” con il testo di Mogol.

  1. Tanti Bowie in un colpo solo

Bowie ha avuto diversi ‘alter ego’ nel corso della sua carriera, si passa dal più famoso Ziggy Stardust, agli altri “personaggi” che ha avuto nel corso degli anni come: Major Tom, Aladdin Sane, il Duca Bianco, Tao Jones, Halloween Jack e John Merrick

  1. Doppio sguardo penetrante

Gli occhi di Bowie non sono di colore diverso, la pupilla sinistra di David è dilatata in modo permanente dopo aver ricevuto un pugno sferratogli da un amico durante un litigio (la rissa era dovuta ad una ragazza). L’amico George, ha dato poi vita alle cover di Hunky Dory e Ziggy Stardust.

  1. Non solo  musica…

Bowie ha recitato in diversi film, tra cui “L’ultima tentazione di Cristo” di Martin Scorsese (con il ruolo di Ponzio Pilato), “Basquiat”, nel ruolo di Andy Warhol, “The Prestige” di Cristopher Nolan, “Il Mio West” di Giovanni Veronesi, oltre molti camei, documentari ed è stato molto attivo come doppiatore. Oltre il cinema, David era appassionato di pittura, i suoi quadri sono stati esposti in molti musei, britannici e statunitensi. Inoltre è stato anche fondatore di un’associazione che intende favorire la visibilità di opere di giovani artisti.

Come suona questo Carnevale?

bohemian-soireeIl Carnevale è la festa laica preferita dai bambini, si sa. A chi invece ha passato da un po’ l’età infantile, forse perché costretto a portare così tante maschere già durante l’anno, tutta questa allegria e queste mascherate fanno quasi allergia. Ora però non voglio fare il “Grinch” del Carnevale, è solo che lo spirito giocoso di questa festività, per noi più adulti, si è ormai perso; preferiamo mascherarci in una sola notte, quella di Halloween, cosicché il buio possa celare i nostri travestimenti e, soprattutto, noi stessi possiamo prendere le distanze da tutto ciò, quasi a dire: «Mica l’abbiamo inventata noi questa menata di mascherarci… date la colpa agli americani!”.

Detto questo, voglio suggerirvi le prime 5 canzoni che il mio modo di vivere questo Carnevale 2017 e l’attualità mi hanno ispirato.

Primo brano.

1982, quando le scimmie nella musica non andavano così tanto di moda (ogni riferimento alla scimmia nuda di Gabbani è puramente casuale, eh), Peter Gabriel presentava al mondo un pezzo elettrorock, che parla di istinti animaleschi e di amore. Quando l’uomo si fa divorare dalla gelosia si trasforma in un animale agitato, rabbioso e pieno di paura, i cui sensi sono inebriati dall’istinto.

Secondo brano.

In settimana la NASA ha scoperto l’esistenza di un altro sistema planetario con sette pianeti simili alla Terra. Una scoperta sensazione ed affascinante, però c’è da dire che l’uomo delle stelle cantato da David Bowie sapeva già tutto quanto. Sicuramente anche da lassù, con quella saetta sempre disegnata sulla guancia destra, il Duca Bianco starà aspettando che “quell’uomo delle stelle che sta aspettando in cielo e che vorrebbe venire ad incontrarci, ma pensa che ci potrebbe sbalordire…” cambi idea.

Terzo brano.

Siamo continuamente assaliti da notizie di attualità che mettono in evidenza l’eccessiva lentezza della burocrazia italiana. Ascolto questo brano di De André e associo immediatamente il fantomatico ballo delle maschere a tutte le decisioni o le sentenze che tutti quei cavilli del sistema rimandano a data, sempre, da destinarsi. Un inno a distruggere tutte quelle falle del sistema che di certo non fanno bene né alla giustizia né al progresso.

Quarto brano.

Torniamo al discorso fatto in apertura sulla festa di Halloween. È ormai un dato di fatto che noi adulti preferiamo mascherarci da mostri per una notte piuttosto che sorbirci tutti quei coriandoli e quelle stelle filanti per tutta la settimana di Carnevale. Metteteci pure che è fine settimana e già sto pensando al lunedì mattina e alla mia somiglianza allo zombie di Michael Jackson quando mi alzerò dal letto… ed ecco che mi è venuta in mente questa canzone.

Quinto brano.

Le maschere che indossiamo quotidianamente e che condiamo di bugie per accontentare tutti, tranne che noi stessi, pesano di più ogni anno che passa. La soluzione? Non dimentichiamo che sotto a tutte quelle maschere c’è pur sempre la fragilità dell’uomo, che può sbagliare e mostrare le sue debolezze senza il timore di essere giudicato.

Grammy Awards 2017 tra i ricordi e la regina Adele

adele-main-759Serata meravigliosa in quel di Los Angeles. Soprattutto per il fenomeno Adele che ai Grammy Awards 2017 si è aggiudicata ben 5 grammofoni d’oro, i più importanti: Best Record of the Year, Best Song of the Year e Best Pop Solo Performance per “Hello”, Best Album of the Year e Best Pop Vocal Album per “25”, e si è esibita, visibilmente emozionata, sulle note di “Fast Love” per ricordare George Michael.

La grande sconfitta, ma nemmeno tanto, è Queen Bee Beyoncè, che si è aggiudicata due premi (Best Music Video per “Formation” e Best Urban Contemporary Album per “Lemonade”) ed ha incantato la platea con un abito regale dorato ed il pancione in bella vista, oltre che, naturalmente, con una performance come sempre perfetta.

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Sensazionale Lady Gaga, che sul palco dello Staples Center ha dato vita ad un’esibizione storica: un featuring scatenato con i Metallica. Veramente da brividi!16729617_10210715675241484_117382919_n

Degna di nota anche la presenza della nuova speranza del rap internazionale, lo statunitense Chance The Rapper, premiato con due grammofoni d’oro: Best New Artist e Best Rap Album per “Coloring Book”.

Inoltre quella della 59° edizione dei Grammy Awards verrà ricordata anche come la serata dei ricordi. Oltre all’omaggio a George Michael cantato da Adele, infatti, vanno menzionati i 5 premi postumi assegnati al Duca Bianco David Bowie, tra cui uno per il Best Recording Package e un altro nella categoria Best Engineered Album per il suo ultimo disco “Blackstar”, le esibizioni di Bruno Mars e i Time per ricordare il genio di Prince e l’assolo al piano di John Legend, dedicato a tutte le star della musica scomparse nel 2016.

Serata amara, invece, per la compagine italiana: Laura Pausini con il suo album latino “Similares”, Andrea Bocelli e il maestro Ennio Morricone, in lizza in ben due categorie (Migliore Colonna Sonora per “The Hateful Eight” e Migliore Composizione Classica per “L’Ultima Diligenza di Red Rock”, sempre dal film di Tarantino), se ne tornano a casa a mani vuote.

 

Di seguito il link alla pagina ufficiale della manifestazione con la lista di tutti i vincitori della 59°edizione:

https://www.grammy.com/nominees

San Marino omaggia David Bowie: tre francobolli per il Duca Bianco

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E’ scomparso un anno fa David Bowie ma il suo ricordo è ancora vivo, adesso più che mai. Dopo il tributo da parte del servizio postale britannico con dieci francobolli, il Duca Bianco è stato omaggiato anche a San Marino. La serie filatelica è stata realizzata da Jonathan Barnbrook, designer che ha curato la grafica degli ultimi album del grande artista.

Nel primo valore, che richiama con una stella l’album “Blackstar”,  è presente un giovane Bowie nelle vesti dell’astronauta Major Tom, uno dei suoi personaggi più celebri. Il secondo valore non è altro che una rielaborazione della copertina dell’album “Aladdin Sane”, in cui viene messo in risalto il fulmine di Ziggy Stardust. Il terzo francobollo riporta invece una corona bianca(esplicito richiamo al Duca Bianco) e la foto con il profilo di David Bowie usata per la copertina dell’album “Low”. Di Barnbrook il logo “70 Bowie”sullo sfondo del foglietto che richiama sia il nome che l’anniversario della nascita del grande artista.

Un anno senza David Bowie

E’ passato ormai un anno dalla scomparsa di David Bowie, una delle perdite più dure, in campo artistico e musicale, che ci ha lasciato questo 2016. Spentosi nella sua casa di New York, Ziggy Stardust, Thin White Duke, l’uomo dai mille volti e i mille soprannomi, essere più alieno che umano, aveva perso la battaglia con un tumore al fegato con cui aveva combattuto per tre anni.

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Black Star, il suo ultimo, acclamatissimo album, che era stato rilasciato nella data del suo compleanno (ovvero 2 giorni prima della sua scomparsa, l’8 Gennaio), fece un po’ da addio quasi premonitore del cantante: un lucido epitaffio di quel poliedrico personaggio, lavoro che parlava di morte e di essa stessa era intriso. Ma attenzione, la morte era sì protagonista dei testi delle canzoni, ma rappresentando non un gesto di paura, quanto uno di remissione e serena consapevolezza: per capirlo basta guardare il video e leggere il testo di Lazarus (vi lasciamo qui il link), nel quale il cantante si lasciava andare per divenire egli stesso “trascendente dalla materialità”: “Look up here, I’m in heaven… Oh, I’ll be free, Just like that bluebird…

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Una delle voci più originali e singolari nel mondo del rock’n’roll per quasi cinquant’anni, Bowie è stato durante la sua vita emblema di ribellione e curiosità: come abbiamo detto, moltissimi sono stati i panni fisici e artistici indossati dal camaleontico  artista. Icona della moda, è passato dagli inizi folk-rock ad essere un esponente dai capelli arancioni del glam-rock. E poi ancora androgino esponente funk dagli occhi blu, art rocker amante degli eccessi e delle droghe, produttore new wave, curioso della techno, cultore del jazz. Senza dimenticare le numerose partecipazioni cinematografiche: dall’alieno di L’uomo che cadde sulla Terra a Miriam si sveglia a mezzanotte (pare che su questo set ebbe anche un flirt con l’attrice Susan Sarandon), dal re dei Goblin di  Labyrinth al maggiore Jack “Strafer” Celliers di Furyo. E poi ancora uno straordinario Andy Warhol in Basquiat, Zoolander e addirittura la serie cult di David Lynch Twin Peaks.

Reise ins Labyrinth, Die

Quest’anno l’eco del Duca Bianco ha risuonato forte. Oltre all’uscita di “The Gouster” (incluso nel cofanetto di 12 cd “Who can I be now?”), che più che un vero e proprio “lost album” si è rivelato essere più una versione preparatoria di “Young americans”, per i settant’anni che Bowie avrebbe festeggiato due giorni fa è stato pubblicato un EP con gli ultimi brani registrati dal cantante, dal titolo No Plan. Le quattro tracce del disco,”Lazarus“, “No Plan” (qui il video), “Killing A Little Time” e “When I Met You“, sono stati tutti registrati precedentemente come colonna sonora per il musical “Lazarus” del 2016.

E poi gli spettacoli, gli omaggi del mondo del cinema e della musica: i numerosi eventi nel mondo dedicati al cantante non danno segni di voler diminuire nel corso del 2017 (vi abbiamo parlato, per esempio, di gran parte di quelli già annunciati nel Regno Unito in questo articolo).

David Bowie File Photos

Quel che è certo è che Bowie durante l’anno prossimo non smetterà di farci arrivare la sua musica: a giudicare dalla mole, enorme, di registrazioni accumulatesi nei suoi archivi in mezzo secolo di attività, nei prossimi anni probabilmente sarà molto altro il materiale destinato ad essere pubblicato. E già oggi, a un anno dalla sua morte, i social saranno probabilmente riempiti di nuovo dalla sua musica, ultimo vero testamento di questa Stella Nera deflagrata così forte nell’universo.

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Sialia: In ricordo del duca bianco

Nel giorno dell’anniversario della sua morte, è uscito Sialia, un brano scritto a 4 mani da Armando Cacciato (Cantautore e produttore indipendente siciliano), che si è occupato della melodia e del testo e da Simona Malandrino (Autrice e chitarrista siciliana) arrangiatrice della canzone.

Il pezzo vuole essere il personalissimo omaggio a David Bowie da parte di questi due musicisti al compiersi dell’anniversario della morte (10 gennaio), data così fatalmente vicina a quella del compleanno (8 gennaio).

Il brano è ispirato all’ultima parte della vita dell’artista, “Quando seppi della morte di David Bowie rimasi sconvolto. Da qualche settimana ascoltavo a rotazione continua Blackstar (suo ultimo album), rendendomi sempre più conto del genio senza età del “duca bianco”. “Afferrai il telefono, chiamai Simona e le dissi di buttare giù delle armonie sulle quali montare un testo che avevo scritto di getto… Sialia, la traduzione italiana di “Bluebird”.

Il singolo uscirà il 10 gennaio (oggi) insieme ad un video Lyric disponibile su youtube, mentre sarà disponibile in tutti i digital store dal 20 gennaio.

Di seguito riportiamo il testo della canzone SIALIA:

Ritrovai nei tuoi sospiri
labirinti di pensieri
che cercavo di comprendere
e vagai nel tuo destino
nelle vite parallele
la tua voglia di rinascere

chourus
vola via l’anima
vola via li da te
corre via libera
sono ancora fragile…
…sialia.

verse 3
Naufragai nei tuoi sorrisi
labirinti paralleli
che cercavo di dividere

I Think i’m Down
(Help Me Now)
If i’m Down
Help Me Now

vola via l’anima
vola via li da te
corre via libera
sono ancora fragile.

Il Regno Unito non dimentica David Bowie: ecco tutti gli eventi dedicati al cantante

E’ passato quasi un anno da quel maledetto 10 gennaio 2016, quando si spense dopo una lunga malattia uno degli artisti più amati dal pubblico: David Bowie. Per celebrare anche quello che sarebbe stato il suo 70esimo compleanno, nel Regno Unito verranno organizzati una serie di eventi dedicati al Duca Bianco come giornate nei musei, proiezioni e pubblicazioni di vario tipo.

Sabato 7 gennaio comincerà  la BBC, che trasmetterà il film diretto da Francis Whately contenente filmati e registrazioni inedite, tratte dalle lavorazioni degli ultimi due album in studio del cantante: “The next day” e “Blackstar”. L’8 gennaio invece, il Victoria e Albert Museum di Londra, dedicherà al cantante un’intera giornata, dove parteciperanno personalità di spicco come Nicholas Pegg, che ha scritto diversi libri su Bowie, e Jonathan Barnbrook, autore delle copertine degli album “Heathen” e “Blackstar”. Sempre lo stesso giorno, presso il London O2 Academy Brixton, verrà organizzata una serata dedicata al Duca Bianco dove si esibiranno gli artisti che hanno lavorato per David Bowie come Adrian Belew, Mark Plati, Gerry Leonard, Gail Ann Dorsey Sterling Campbell. Il giorno dopo, BBCRadio 2 manderà in onda un documentario su “Life on Mars?”, hit pubblicata da Bowie nel 1973, con il contributo di coloro che hanno partecipato al lavoro del cantante come l’editore Bob Grace e il fotografo Mick Rock. Anche i cinema inglesi faranno un tributo all’iconico artista: il 10 gennaio infatti, in tutte le sale cinematografiche,  verranno proiettati cortometraggi, come “The image” e “Let’s dance: Bowie down under”, oltre a diversi video di repertorio come “Jazzin for Blue Jean”, realizzato da Julien Temple nel 1984 con due tracce tratte dall’album “Tonight”. Lo stesso giorno, uscirà il vinile di “Sound and vision”, a quarant’anni di distanza dalla pubblicazione del singolo.