Matteo Alieno, tra “La luce dentro di te” e le sue altre sfumature

Di Alessio Boccali

IMG_2610

Da quando Matteo Alieno ha fatto capolino nel panorama musicale nostrano con la sua “Non mi ricordo” di tempo non ne è passato moltissimo. Eppure, il ventunenne romano di strada ne ha già fatta molta pubblicando diversi singoli che andranno a comporre il disco di prossima uscita e risultando, addirtittura, tra i quattro vincitori del contest #1MNEXT ideato dal Primo Maggio Roma. Matteo ci sta pian piano facendo entrare nel suo mondo e con la sua ultima canzone “La luce contro di te” si mostra completamente a nudo puntando su suoni puri, fuori dal tempo, e sui sentimenti. Di seguito il resoconto di una nostra Skype Call con un omaggio finale ai lettori di MZK news – Musica Zero Km.

Ciao Matteo, come stai? Com’è andato questo periodo di quarantena?

Ciao Alessio! Sto bene dai, questi giorni sono stati abbastanza difficile, ma per fortuna sono “abituato” a star fermo. Lo scorso anno ho firmato il mio primo contratto discografico e, come spesso accade in questi casi, capita che si passi un intero anno chiuso a scrivere, a studiare pezzi, in attesa di andare in studio per poi chiuderti lì a lavorare sulla tua musica. Mi è sembrato quindi di rivivere un po’ lo scorso anno, poi, certo, tutto il contesto che ci circonda e la tragica situazione di questo virus appesantiscono la situazione e per questo non è stata semplice.

Ci siamo conosciuti a dicembre con l’uscita del tuo primo singolo “Non mi ricordo”; allora ti trovai innamorato pazzo della musica, oggi a distanza di pochi mesi ti scopro anche innamoratissimo di una ragazza alla quale hai fatto una dedica d’amore fuori dal tempo, nei suoni e nelle parole, con questa “La luce dentro di te”.

Eh, sì (ride, n.d.r.). Due anni fa circa ho conosciuto questa ragazza e come spesso accade in una relazione ci vuole un po’ di tempo prima di fidarsi e affidarsi all’altro/a. C’è tutto un processo iniziale di conoscenza in cui si cerca di creare l’atmosfera giusta affinché questo “affidarsi all’altro” avvenga. Con “La luce dentro di te” ho voluto raccontare quei momenti lì, con le loro difficoltà, ma soprattutto con la loro bellezza. Tra l’altro in quello stesso periodo producevo musica per altri artisti e solitamente facevo elettronica. Quell’anno, però, uscì “Oh, vita!” di Jovanotti e quel disco mi colpì molto per la sua semplicità. Mi ricordo che la prima volta che ascoltai “Chiaro di Luna”, un pezzo contenuto in quell’album, ero sull’autobus per andare a scuola e ho pensato che per un pezzo come “La luce dentro di te”, che in forma scritta già esisteva, avevo bisogno di quel mondo musicale per parlare d’amore. Si può dire che ho imparato da quel brano di Jovanotti a seguire soltanto il cuore, lasciando da parte ragionamenti troppo tecnici per cercare di rendere il pezzo musicalmente più “moderno”.

Sei un tipo che viaggia molto con la mente. Non a caso il tuo nome d’arte è Alieno e il termine fantasia lo hai usato proprio come titolo di una tua canzone. Questo bisogno di fantasticare, di immaginare un qualcosa al di là della realtà, ti ha aiutato a confrontarti con il mondo della musica e dell’arte in generale?

Sì, innanzitutto credo che questo bisogno di immaginare aiuti proprio a vivere. Mi ha aiutato nel mio impatto col mondo dei grandi, che poi per me è il mondo reale. Bisogna saper dare il giusto spazio a fantasia e realtà, non bisogna mai eccedere in nessuno dei due aspetti; e nel disco che uscirà parlerò anche di questo. Sicuramente l’immaginare delle soluzioni diverse rispetto a come vediamo la realtà mi aiuta molto. Sono convinto che noi essere umani abbiamo il pregio, ma anche il difetto, di voler esplorare sempre di più. Superare i propri confini, i propri limiti è positivo, ma bisogna darsi delle regole anche in questo. Per capirci, non c’è bisogno di andare su un altro pianeta per distruggere anche quello, visto ciò che il nostro sfrenato avanzare noncuranti di ciò che ci circonda ha già combinato parecchi danni al nostro pianeta.

Collegandoci a un tuo pezzo che hai scritto e pubblicato proprio durante questa quarantena, dovremmo imparare a “Rallentare” …

Esatto, tutte le metafore che utilizzo nel pezzo mi hanno aiutato a convivere con questo essere rinchiuso in casa. Ho immaginato un cielo nella stanza, un universo sotto al letto… Tutto questo per dire che con la fantasia possiamo trovare parecchie cose di cui abbiamo bisogno. E la nostra immaginazione, il nostro volare con la fantasia, nella stragrande maggioranza dei casi, non fa male a nessuno. Molti si fermano all’apparenza, a quello che gli viene dato dalla società e non riescono ad immaginare un qualcosa che vada al di là dell’oggettività. Un’altra cosa che la fantasia mi ha insegnato è togliere la funzione dalle cose, pensare a ognuna di loro come a un’entità a sé stante; viviamo in un mondo in cui tutto deve essere funzionale a un qualcosa, altrimenti è inutile, e questo non mi piace. Sembra quasi di vivere in un grosso supermercato che è il nostro mondo in cui tutto – non solo gli oggetti, ma anche le persone, le relazioni – è un prodotto con una sua specifica funzione. Pensa all’arte, a ogni tipo di arte, nella maggior parte dei casi non ha una funzione data, eppure serve, ti scalda dentro.

Torniamo a pochi giorni fa e precisamente al primo maggio. Grazie alla tua “Non mi ricordo” sei risultato uno dei vincitori di #1MNEXT, il contest del Primo Maggio Roma. Purtroppo, non sei potuto salire sul palco di Piazza San Giovanni per i motivi che tutti sappiamo, però immagino sia stata comunque una grossa emozione quella di ricevere questo riconoscimento.

Certo, è stata un’esperienza bellissima, una delle più belle da quando ho firmato il mio contratto discografico. Già vedere il mio nome in mezzo a quello dei grandi artisti presenti in scaletta mi ha fatto un gran bell’effetto. Soprattutto perché quando sono uscito con “Non mi ricordo” ho subito pensato che mi stessi presentando al pubblico mostrando subito i miei difetti. Quindi mi ha fatto molto ridere l’idea di aver vinto un contest del genere semplicemente parlando dei miei difetti. Ho capito che il mondo della musica non ha delle regole stabilite, siamo noi artisti che spesso ci facciamo mille problemi nel porci al pubblico.

Siamo partiti conoscendo i tuoi difetti, poi con i tuoi pezzi abbiamo iniziato a conoscere la tua creatività, le tue emozioni… Il disco che verrà ci presenterà ancora meglio Matteo?

Non so quanto, e se, sono riuscito a raccontarmi bene nel disco, quello starà all’ascoltatore dirlo. Certo è che noi tutti viviamo dei cambiamenti ogni giorno. Nel disco ci sarà di tutto; ci sono io, ma anche e soprattutto quello che mi circonda e mi dà emozioni – come è stato per “La luce dentro di te” –. Poi ti dico un’altra cosa: odio scegliere dei singoli da far uscire prima degli altri brani proprio perché con questo mio progetto ho deciso che consegnerò al pubblico tanti colori, tante sfumature differenti al fine di servire un bell’antipasto di Alieno. Ho la fortuna di condividere la mia musica con la Honiro, la mia etichetta, che mi dà una libertà espressiva incredibile, cosa abbastanza rara al giorno d’oggi, e ne voglio approfittare dando sempre il mio meglio.

IMG_5003

A proposito di questo, una cosa che era emersa anche durante la nostra scorsa chiacchierata è questa tua felicità nel poter condividere la passione per la musica con chi la ama quanto te.

Sicuramente. Sono sempre stato felicissimo e motivatissimo a condividere la mia musica, a parte con i miei genitori che amano la musica più di me e con i miei amici, anche con la mia etichetta e i miei collaboratori. Spesso si dice che la musica è piena di persone pronte ad approfittarsene di te, ma ti posso giurare che fino ad ora, fortunatamente, in questo mondo ho conosciuto solo belle persone spinte dalla passione e dall’amore per l’arte. La musica e l’arte in generale rimangono per sempre nelle nostre vite e le accompagnano ogni giorno, condividerle, che tu sia un artista oppure no, è come condividere un sentimento.

Per festeggiare l’uscita del tuo singolo durante il lockdown hai fatto una diretta instagram per festeggiare con i tuoi followers e hai raggiunto grandi numeri. Ad oggi, questa della musica filtrata da uno schermo digitale potrebbe essere la soluzione adottata per il futuro prossimo del live. Che ne pensi?

Ti dico la verità: questa prospettiva mi spaventa un po’. Ti spiego perché. In ogni mercato i soldi devono girare, non possono star fermi. Se si investe troppo nei concerti in streaming, c’è il rischio che si faccia fatica poi a trovare le risorse per tornare alla normalità. Anche qui spero che si trovi l’equilibrio tra la voglia di fare musica, che si concretizzerà giocoforza nei concerti in streaming, e gli investimenti in questo campo. La cosa che deve essere chiara è che questa digitalizzazione dei concerti può essere soltanto una situazione momentanea perché la musica dal vivo è tutta un’altra esperienza sia per l’artista che per il pubblico.

Oltre a questo, pensiamo a tutti quegli addetti ai lavori che sono l’anima degli spettacoli…

Esatto! Ad esempio, chi costruisce palchi deve rimanere senza lavoro? Come fai a farli lavorare per lo streaming? Poi guarda, sempre per il discorso “concerti”, non so se hai letto la notizia precedente all’emergenza sanitaria riguardante la scelta dei Coldplay di non fare concerti se non ecosostenibili o con un bassissimo impatto ambientale. Spero vivamente che quando si potrà ripartire con la musica dal vivo, non si ripartirà a bomba solo in nome del profitto, ma si terrà invece conto anche dell’ambiente.

Prima di salutarci ci suoni qualcosa?

Certo, con molto piacere.

 

Cannella: “Oggi ciò che scrivo mi fa stare a mio agio con quello che sono e con quello che ero”

Di Alessio Boccali
cannella 96359598_2648811102032711_6677605948258779136_n

ph. Piermattei

Enrico Fiore, in arte Canella, nasce a Roma venticinque anni fa e da venticinque anni ne è follemente innamorato. Il 21 aprile 2020, giorno del compleanno della Capitale, è uscito per Honiro Ent il nuovo singolo“Foro Italico”, un omaggio sicuramente alla città, ma anche – e soprattutto  – un invito a dare il giusto valore alle situazioni e alle persone che per noi contano veramente. Ho parlato con Cannella del suo futuro musicale al quale “Foro Italico” farà da apripista e della nostra città, poche ore dopo l’inizio della famosa fase due dell’emergenza COVID-19, che lentamente, ci auguriamo, possa riportarci alla “normalità”.

Ciao Enrico, innanzitutto, come stai?

Sto bene, dai, stamattina, poi, ho iniziato la giornata col sorriso perché aprendo il giornale ho letto un articolo su di me (ride, n.d.r.). In questi giorni si prova a tornare a un briciolo di normalità: per fortuna, sono riuscito a ricongiungermi con la mia fidanzata e a tornare in studio a lavorare un po’ sulla mia musica. Son stati due mesi durissimi per me, come per tutti, fortunatamente c’è sempre stata la musica, ma è stato duro anche trovare l’ispirazione in una situazione del genere.

Il 21 aprile, però, è uscito il tuo brano “Foro italico”? Com’è nato, cosa rappresenta?

Questo brano, come tutta la mia musica, nasce dalle mie esperienze, soprattutto dai momenti un po’ più bui della mia vita. “Foro Italico” è la prima canzone che ho scritto dopo l’uscita del mio ultimo album “Siamo stati l’America” a maggio 2019. Quello è stato un periodo molto pieno per me, stavo ricevendo parecchie soddisfazioni dai miei lavori e la musica, da quello che era un sogno, stava divenendo un qualcosa di veramente concreto; a livello personale, però, mi stavo perdendo qualcosa, stavo trascurando un rapporto dimenticandone il giusto valore. A causa di quella distrazione, mi son ritrovato da solo, a scrivere questa canzone e a rendermi conto di aver bisogno di quella persona che cerco tra le note del brano. “Foro italico” ha per me un grande valore proprio perché mi ha aiutato a fare un passo verso ciò che stavo perdendo. Il disco che verrà partirà quindi “male” per poi raccontare questa mia risalita personale.

E proprio ascoltando “Foro italico” è evidente che questo anticipi un nuovo cammino sonoro, e non solo personale, per te…

Assolutamente. Questi, poi, sono processi che avvengono in maniera totalmente spontanea. Sono maturato nella scrittura e, grazie anche alla mia producer Marta Venturini, sono arrivato a una chiave sonora del tutto nuova, riconoscibile, diversa dal mio passato, ma anche da quello che si sente nel nuovo pop italiano.

cov cannella mod

Scendendo nel dettaglio, ho letto che identifichi questo nuovo percorso sonoro in un mix tra rap e melodia. Tu hai già un bagaglio rap sulle tue spalle, non ti scopriamo rapper oggi, è stato comunque difficile arrivare a questa commistione?

Le radici non si abbandonano mai del tutto. Vengo dal rap, più o meno puro, e poi crescendo mi sono avvicinato molto al pop cantautorale; nel nuovo disco, però, ho notato effettivamente quanto quella ricerca di ritmo, quel rap che mi scorre da sempre nelle vene sia riemerso in superficie. Si è quindi creato questo mix che sembra funzionare e che mi piace molto.

Restiamo su questo mix. Anche il tuo nome d’arte CANNELLA nasce dalla riflessione tua e del tuo amico Niccolò (Ultimo) su quel mix tra dolce e salato caratteristico dell’omonima spezia e che sembra perfetto per identificare il tuo mood di artista. È stato difficile mantenere il tuo essere CANNELLA nella transizione di cui parlavamo prima?

Questo è proprio uno di quei problemi che si pone sempre un artista quando passa dal fare un genere di musica ad un altro. È un incubo che ha tormentato anche me durante la stesura del mio primo disco proprio perché venivo da un altro mondo musicale e mi stavo accingendo a conoscere un mio nuovo ego artistico. Adesso, però, è stato tutto più facile. Semplicemente non mi sono posto tante domande. In questo modo mischiare questi miei due lati artistici è stato totalmente naturale. Oggi ciò che scrivo mi fa stare a mio agio con quello che sono e con quello che ero.

Da buon romano come me, sei molto attaccato alla nostra città. Quanto conta Roma per la tua arte? E che effetto ti ha fatto, in questi giorni terribili, vedere le immagini della nostra città vuota?

Prima che da artista, il vedere Roma soffrire in questo modo mi ha fatto male da cittadino. Poi, per carità, il fascino della nostra città è sempre immenso. Diciamo che insieme al sentire le notizie collegate all’emergenza sanitaria, il vedere una Roma vuota è stato un colpo al cuore. L’artista, poi, ha sentito la nostalgia delle storie che Roma sa donarti: dai luoghi della città, alle persone che la popolano da mattina a sera. Come artista sono una spugna e non assorbire più questi pezzi di vita, ma essere costretto tra le quattro mura di una casa, è stato come non trovarsi più a Roma, come abbandonare quella che rappresenta, e sempre rappresenterà, lo scenario musicale di ogni mio brano.

Cannella@Piermattei 2

ph. Piermattei

Anche la musica è stata duramente colpita da questa situazione di emergenza e il futuro dei live è più che mai incerto. La trasmissione di concerti in streaming potrebbe essere una soluzione momentanea anche per quegli artisti che non sono ancora né Vasco Rossi né Jovanotti?

Più che una soluzione, al momento sembra l’unica alternativa possibile. L’artista vive di live, di sinergia con il pubblico. Lo streaming attualmente è ciò che sta mandando avanti la musica e ci sta permettendo di uscire con nuovi lavori anche in questo periodo. Probabilmente lo stato di emergenza ha solo acuito l’importanza del digitale nella nostra epoca e sono certo che anche noi giovani artisti potremmo continuare a giovare di questa “digitalizzazione” sfruttando i vari canali a nostra disposizione per far conoscere la nostra musica.

L’estate si avvicina, anche se sarà una stagione decisamente particolare, il tuo prossimo singolo si candida ad essere una hit radiofonica, magari, per esorcizzare?

Beh, nel disco che uscirà probabilmente con l’anno nuovo ci saranno dei pezzi radiofonici. Già il prossimo singolo, che uscirà a giugno, però, sarà una hit anti-estiva molto radiofonica, che ha rappresentato una sfida particolare per me. Vedrete… anzi, ascolterete.

Per chiudere, qual è la prima canzone che canterai quando potrai salire nuovamente sul palco e perché?

È tosta, ma, per quello che sento oggi, penso proprio a “Foro Italico”. Non ho mai potuto suonarla dal vivo e sono molto curioso di vedere l’effetto che fa se suonata dal vivo, con l’arrangiamento adatto al live.

Matteo Alieno, la sua prima “Non mi ricordo” e il suo amore appassionato e maturo per la musica

Di Alessio Boccali

non-mi-ricordo-600x600

Matteo Pierotti in arte Matteo Alieno è un cantautore, produttore musicale e polistrumentista romano classe ‘98. Nonostante la sua giovanissima età, ha una testa ben salda sulle spalle e le idee molto chiare sul suo futuro. “Non mi ricordo”, il suo primo singolo ufficiale, è un brano dalla scrittura assolutamente non banale che entra in testa per la sua semplicità e che rispecchia tutti noi nel nostro essere perennemente in moto.

 

Ciao Matteo, mi racconti com’è nato il tuo singolo “Non mi ricordo”?

Non sono molto forte con la memoria a breve termine, anzi, spesso combino dei veri e propri disastri quando mi dimentico le cose. “Non mi ricordo” è nato, quindi, dal mio quotidiano, è un pezzo della mia vita quotidiana. Così come pezzi disparati della mia vita quotidiana saranno i brani contenuti nel mio primo album.

Molto carino e allo stesso tempo molto semplice il video del singolo. Al centro ci siete solo tu e la tua musica?

Sì, volevo proprio che al centro dell’obiettivo ci fosse soprattutto la mia musica. Per quanto mi riguarda, non mi piace molto stare sotto ai “riflettori” e spesso me ne vergogno pure (difatti anche nel video spesso sto di spalle o a testa chinata sulla chitarra). L’importante era che il focus del video, e qui Lorenzo Piermattei (il regista, n.d.r.) è stato bravissimo, fosse la mia canzone e il suo messaggio.

A proposito di dimenticanze. Cosa non puoi proprio dimenticare del tuo percorso nella musica che ti ha portato all’uscita di questo primo singolo ufficiale?

No, il mio rapporto con la musica me lo ricordo sempre benissimo (ride, n.d.r.). Vivo di musica da quando sono bambino e mia madre mi faceva ascoltare tanta buona musica, poi anche nelle scuole ho sempre cercato di seguire dei percorsi musicali e ho fatto anche un anno di Conservatorio. Insomma, per me la musica è vita, è la cosa più importante. Essere arrivato al punto in cui sono oggi è certamente solo una partenza, ma mi sento già molto fortunato. Anche solo sognare di poter vivere della mia più grande passione è meraviglioso.

IMG_8299

Parliamo del tuo nome d’arte “Alieno”. Questo nickname ti è stato “affibbiato” da bambino e ora hai deciso di portartelo dietro nel tuo percorso artistico. Guardandoti intorno nel panorama musicale nostrano, ti senti un po’ un alieno, magari diverso e per questo azzeccato?

Come dicevo già prima, io vedo la musica al centro di tutto. Per me non conta essere un personaggio, conta l’essenza e quindi la musica che fai. Oggi vedo spesso dei ragazzi, miei coetanei più o meno, che puntano maggiormente all’apparenza che alla musica che fanno. Diciamo che grazie a quei dischi che mi faceva sentire mamma e dunque alla musica di Michael Jackson, di Lucio Dalla, di Lucio Battisti ecc. ecc. ho avuto la fortuna di conoscere il vero senso di fare musica, l’importanza del contenuto e la forza, nonché la bellezza, di creare un mondo intorno a quel contenuto e poi comunicarlo.

Prima abbiamo accennato al nuovo disco, sarà un lavoro che ti rappresenterà molto, quindi? E com’è pubblicarlo con un’etichetta già affermata come la Honiro?

Sì, il disco sarà proprio un insieme di emozioni e parole che riguardano, o hanno riguardato, la mia vita. Lavorare con Honiro è fantastico perché mi hanno concesso una libertà impressionante e al momento penso sia questa la forza di un’etichetta come la loro che è davvero indipendente dalle logiche di mercato. Uscivo dal mio studio abituale e andavo in quello che mi hanno messo a disposizione per la registrazione, ma non sentivo la differenza: mi sentivo sempre come se fossi a casa mia.

In chiusura ti faccio una battuta. Sei davvero molto maturo per la tua età, significa che la bocciatura alle scuole superiore ti è servita (ride, n.d.r.)?

(Ride, n.d.r.) Non rimpiango nulla del mio passato, sicuramente mi è servita. Sono stato bocciato perché pensavo sempre alla musica e avevo quindi la testa sempre da un’altra parte. I voti, le promozioni, non misurano di certo l’intelligenza di una persona, ma sì, lo scossone della bocciatura mi è servito nella vita, di certo non mi ha allontanato dalla musica, anzi… 😊