Le 5 curiosità su… Luciano Ligabue

– LUCIANO LIGABUE –

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  1. La passione per il lambrusco

Luciano è un grandissimo amante di vini, in particolare del lambrusco. Oltre ad avergli dedicato un album ed un singolo in questo contenuto, dal 2007 insieme a suo fratello Marco produce un ottimo lambrusco (1600 bottiglie numerate all’anno) in onore di un altro grande appassionato di “lambro”: il nonno Giovanni.

  1. L’amore per il cinema

Ligabue ama il cinema ed ha all’attivo due film da regista, che hanno ricevuto anche un buon numero di riconoscimenti dalla critica. Sia in Radiofreccia che in Da Zero a Dieci, i suoi unici due film ad oggi – le riprese del terzo si stanno svolgendo proprio in questi mesi -, appare anche in un paio di cameo. In Radiofreccia ricopre il ruolo di speaker radiofonico e poi quello del dj. In da Zero a Dieci, invece, compare nelle vesti di un artista di strada nella parte finale del film.

  1. L’interesse per la politica e per il sociale

In passato Ligabue è stato per qualche mese consigliere comunale per il Partito Democratico della Sinistra, prendendo parte solo a sei sedute consiliari.  La sua sensibilità verso le tematiche sociali è comunque rimasta intatta, oltre che nelle iniziative benefiche cui partecipa, anche nelle storie raccontate all’interno delle sue canzoni, dei suoi libri e dei suoi film. Meritano di essere citati, a tal proposito, i brani A che ora è la fine del mondo?, Buonanotte all’Italia e Gringo, brano in due versioni –’91 e ’94 -, ispirato alla figura del presidente USA Ronald Reagan.

  1. Record di vendite per un disco live

Il disco del Liga Su e giù da un palco del 1997 è stato il primo disco live italiano a raggiungere il milione di copie vendute.

  1. I sogni di rock ‘n’ roll

Fin dai tempi in cui metteva i dischi in radio, Luciano ha sempre dimostrato la sua passione per quei suoni rock ’n’ roll provenienti dalle Americhe. I suoi miti sono Neil Young, Bob Dylan, Lou Reed, Iggy Pop, Lynyrd Skynyrd, mostri sacri del genere che ha avuto modo di omaggiare inserendo i loro brani nella colonna sonora del suo primo film Radiofreccia. Ancora oggi il Liga si diverte a trasmettere i pezzi che hanno segnato la sua infanzia tornando conduttore radiofonico per una serie di speciali sulla musica rock trasmessi online.

Le 5 curiosità su… Tiziano Ferro

– TIZIANO FERRO – 

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  1. L’ottimo rapporto con gli studi

Il cantautore di Latina ha sempre avuto un ottimo rapporto con i libri; infatti, dopo aver conseguito la maturità scientifica con la votazione di 55/60, Ferro si è sì dedicato anima e corpo alla musica ma, nel frattempo, ha trovato il tempo di non abbandonare completamente gli studi iscrivendosi prima a Ingegneria, per un anno, poi a Scienze della Comunicazione, sempre alla Sapienza di Roma. Tuttavia Tiziano non è riuscito a laurearsi a Roma. Anni dopo, però, ha ugualmente conseguito una laurea in lingue negli Stati Uniti. D’altronde è cosa nota la dimestichezza di Tiziano con le altre lingue.

  1. La prima esclusione di Non me lo so spiegare

Il brano, tra i più noti di Ferro, era già pronta da molto tempo prima di essere inserita nell’album 111. il pezzo, infatti, era già stato concepito ai tempi di Rosso Relativo, ma un accordo con i discografici fece sì che Non me lo so spiegare venisse tenuta fuori dal cd per poter essere presentata a Sanreml’anno seguente se il disco non avesse riscosso i risultati in cui si sperava. Il successo di Rosso Relativo, però, fece sì che il cammino di Tiziano Ferro quell’anno non passasse per il palco dell’Ariston.

  1. La panchina entrata nella leggenda

Nel parco comunale di Latina, città natia di Tiziano, c’è una panchina, divenuta un vero e proprio luogo di culto per i fan del cantautore. Il motivo? Tiziano stesso racconta di aver scritto proprio su quella panchina il testo di Xdono, il suo primo grande successo.

  1. Quel 111 che non è solo il titolo di un album

Da adolescente il cantautore ha sofferto di molti disturbi legati all’alimentazione. Per un lungo periodo ha sofferto anche di bulimia e a causa del suo peso, giunto fino ai 111 chili per l’appunto, Tiziano era vittima di bullismo da parte dei suoi compagni di scuola. Intitolare un suo album con quel 111 è stata per il cantante una rivincita su chi lo prendeva in giro e un incoraggiamento a non mollare dedicato a tutti quei ragazzi che vivono la sua stessa situazione.

  1. Non solo cantautore, ma anche produttore

Tiziano Ferro è anche un ottimo mecenate; alla carriera da cantautore, infatti, ha anche affiancato una grande attività di producer. Tra i talenti più famosi che Tiziano ha incoraggiato ricordiamo Alessandra Amoroso, Baby K e Giusy Ferreri.

Le 5 curiosità su… Domenico Modugno

– DOMENICO MODUGNO –

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  1. La nascita de “nel blu, dipinto di blu”

E’ la canzone italiana più famosa nel mondo, “Nel blu, dipinto di blu” o ribattezzata quasi subito “Volare”, è il brano che ha rivoluzionato la storia della musica leggera italiana, fu composto a Roma, nel 1957, da due giovanissimi Domenico Modugno e Franco Migliacci. Il brano verrà interpretato dallo stesso Modugno e da un altro giovanissimo, Johnny Dorelli. Volare vincerà Sanremo nel 1958. La canzone è tra le più famose al mondo se non la più conosciuta al mondo, tanto da vendere oltre 800 000 copie in Italia e oltre 22 milioni nel mondo

  1. Modugno nel mondo

Domenico Modugno è uno dei due cantanti italiani insieme a Renato Carosone, ad aver venduto dischi negli Stati Uniti senza doverli incidere in inglese. Inoltre è tra gli artisti italiani che ha venduto il maggior numero di dischi, con oltre 70 milioni di copie nel mondo.

  1. Il record sanremese…

Rimanendo sul Festival di Sanremo Domenico Modugno insieme a Claudio Villa detiene il record di vittorie ben quattro (1958, Nel blu, dipinto di blu – 1959, Piove – 1962, Addio… addio… – 1966, Dio, come ti amo).

  1. La statua “Volare” a Polignano a mare

Il 31 maggio 2009 è stata inaugurato a Polignano a Mare (paese nativo dell’artista) sul lungomare dedicato a lui, la statua che prende il nome di “Volare”, ideata e realizzata dallo scultore argentino Hermann Mejer. All’inaugurazione ha partecipato Franca Gandolfi, compagna di una vita dello stesso Modugno. Dal 2013 nella stessa cittadina e nella stessa piazza è stato fatto un concerto in suo onore, la manifestazione è denominata Meraviglioso Modugno.

  1. Beppe Fiorello nei panni di Modugno in RAI

La storia di Modugno è stata rappresentata anche in una mini serie divisa in due parti e diretta da Riccardo Milani targata RAI dal nome: Volare – La grande storia di Domenico Modugno. La serie TV è andata in onda nel 2013 e racconta la vita del cantautore, dalla gioventù fino alla vittoria a Sanremo del 1958. La mini serie vede come protagonista Beppe Fiorello nel ruolo dello stesso Modugno.

Le 5 Curiosità su… Vasco Rossi

 

-VASCO ROSSI –

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  1. Vasco Rossi, Gino Paoli e i rispettivi omaggi

Tra i numerosi brani di Vasco Rossi si possono riscontrare alcune piacevoli curiosità seppur molto particolari, un esempio è il pezzo “Valium” che contiene diversi riferimenti a “La gatta” brano di Gino Paoli /”20 gocce di valium per dormire meglio tutta la notte a contare le gatte quelle con una macchia nera sul muso nelle soffitte vicino al mare”/. Lo stesso cantautore friulano, nel brano “4 amici al bar” ha voluto contraccambiare l’omaggio del rocker di Zocca, infatti al termine del brano si sente un pezzo di “Vita spericolata”.

  1. Una Vita Spericolata ma diverse reinterpretazioni

Un’altra curiosità vede protagonista la celebre “Vita Spericolata”, forse il pezzo che più caratterizza la storia e la carriera di Vasco Rossi. In molti però non sanno che esiste una versione inglese del brano, non cantata però da Vasco Rossi ma da Thelma Houston, nessuna parentela con la ben più famosa Whitney. A Sanremo nel 2012 durante la serata “Viva l’Italia nel mondo!” Dolcenera e Professor Green hanno reinterpretato il brano nella versione italo/ inglese “My Life is Mine”.

  1. Vasco Rossi e il Cinema

Nel 1988 esce “Ciao Ma…” diretto da Giandomenico Curi. Il film che ruota interamente intorno alle vicende di un gruppo di adolescenti, fan scatenati della rockstar emiliana e al concerto dello stesso Vasco Rossi a Roma al Palazzetto dello Sport. Il film uscì dopo il grande successo dell’album “C’è chi dice No”. Ma il rapporto di Vasco con il cinema non finisce qua, basti pensare anche al docu film “il Decalogo di Vasco”.

  1. Gli Angeli su internet

Tra i vari primati di Vasco Rossi, c’è anche quello di essere stato il primo artista italiano e anche uno dei primi artisti a livello mondiale a mettere a disposizione un suo video musicale su internet nelle prime piattaforme digitali dell’epoca (“Gli Angeli” era il video in questione). Era il 1996 e il video venne diretto interamente dal regista Roman Polanski, ed è tuttora il video musicale più costoso nella storia della musica italiana.

  1. Vasco e il suo Record Mondiale

Concludiamo con la curiosità dei record, il concerto dell’1° luglio tenutosi all’’Aerautodromo di Modena “Parco Enzo Ferrari di Modena”, dove Vasco Rossi ha voluto festeggiare con il suo pubblico i suoi 40 anni di carriera. Oltre alla RAI, i cinema e i palazzetti, che hanno trasmesso l’evento live,  il rocker di Zocca ha potuto festeggiare con i suoi seguaci giunti da ogni parte dell’Italia. E con i 220 mila biglietti venduti, il Modena Park 2017 è divenuto l’evento musicale con più spettatori paganti della storia, superando il precedente primato appartenente agli A-ha, che nel 1991 a Rio De Janeiro riunirono “solo” 198.000 paganti.

 

Le 5 curiosità su… Fabrizio De André

– FABRIZIO DE ANDRE’ –

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  1. Il soprannome FABER.

Questo appellativo è entrato nella vita di Fabrizio De André come un secondo nome; in pochi sanno che non è soltanto un diminutivo del nome dell’artista genovese, ma fu il nomignolo che gli dette l’amico d’infanzia Paolo Villaggio con riferimento alla sua predilezione per i pastelli e le matite della Faber-Castell. Questa loro grande amicizia ha dato vita anche ad un brano Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers.

  1. Lo scarso feeling tra De André e le automobili.

Fabrizio aveva una Diane 6 arancione, ma dicono che detestasse stare al volante: guidare gli ricordava un brutto incidente. Per spostarsi preferiva la compagnia di Filippo, il fattore dell’Agnata, Oppure chiamava un taxi. La patente Faber l’aveva presa a Tempio Pausania. Così intorno al ’77 capitava spesso di vederlo entrare dentro un portone di via Tola. «Era la sede di un’autoscuola – ricorda Antonio Abeltino, compagno di De André alle lezioni di guida -. Fabrizio arrivava sempre un po’ in anticipo perché sapeva che il vero appuntamento era all’ingresso accanto, una vineria improvvisata dove ti servono soltanto vernaccia e acquavite buona. Noi fogli rosa ci riunivamo lì. E Fabrizio con noi, a bere e a raccontare storie sino a tarda sera».

  1. Quando De André finse di aver scritto una canzone non sua…

Metà degli anni ’60, Luigi Tenco e Fabrizio De André sono insieme agli altri amici della “scuola genovese”, quando all’improvviso Tenco, con l’indice rivolto verso Faber, gli domanda: “Senti un po’, sei tu che vai in giro dicendo che hai scritto la mia Quando?” al che De André subito risponde: “Guarda Luigi, ero con una donna alla quale piace Quando. Ho detto che l’ho scritta io e me la sono fatta” e allora Tenco ridendo: “Beh, se le cose stanno così…”. L’amicizia tra Tenco e De André fu così stretta che, quando Luigi si suicidò, Fabrizio gli dedicò la meravigliosa Preghiera in gennaio.

  1. Il tormentato rapporto di Faber con la religione.

Nonostante molte volte si sia dichiarato non credente, De André espresse spesso una religiosità di tipo panteistico: “Quando parlo di Dio lo faccio perché è una parola comoda, da tutti comprensibile, ma in effetti mi rivolgo al Grande Spirito in cui si ricongiungono tutti i minuscoli frammenti di spiritualità dell’universo.” dichiarò, infatti, Fabrizio in un’intervista. In ogni caso, l’atteggiamento tenuto da De André nei confronti dell’uso politico della religione da parte delle gerarchie ecclesiastiche è spesso sarcastico e fortemente critico, fino all’anticlericalismo. Dopo il rapimento poi, la visione religiosa di De André ebbe una nuova evoluzione, tanto che, a pochi giorni dalla sua liberazione, si espresse in questo modo: “Ho sempre detto che Dio è un’invenzione dell’uomo, qualcosa di utilitaristico, una toppa sulla nostra fragilità… Tuttavia, col sequestro qualcosa si è smosso. Non che abbia cambiato idea ma è certo che bestemmiare oggi come minimo mi imbarazza.”.

  1. Per sempre il “poeta degli ultimi”…

Di Fabrizio De André è indubbia la coerenza artistica con cui egli scelse di sottolineare i tratti nobili e universali degli emarginati, affrancandoli dal ghetto donando loro una dignità. A Genova, in Via del Campo, nel negozio di dischi di Gianni Tassio, ora acquisito dal comune di Genova e divenuto museo, è esposta la chitarra con la quale De André studiò i testi delle canzoni di Crêuza de mä. Lo strumento venne messo all’asta in favore di Emergency dalla famiglia, poco tempo dopo la sua morte, e acquistato dai negozianti del capoluogo ligure, dopo una serrata lotta al rialzo con alcuni facoltosi.