La recensione de ‘I muri di Berlino’ di Maldestro

imuridiberlino_1425GENERE: Cantautorato
DATA DI USCITA: 24.03.2017
LABEL/ DISTRIBUZIONE: Arealive/ Warner
ARTISTA: Maldestro
TITOLO: I muri di Berlino
TRACCE: 10
VOTO: 4 / 5

A Sanremo Giovani abbiamo avuto un assaggio stilistico con ‘Canzone per Federica’ di ciò che avremmo sentito nelle altre 9 tracce. Perché dietro a quel nome si celava  un’immagine metaforica del famoso muro, trascinata nell’ambito astratto dell’amore e degli altri sentimenti umani. L’utilizzo del plurale ne moltiplica le coordinate spazio-temporali che riescono così a saltellare tra un passato nostalgico e un futuro incerto, ma anche ad essere frammentate in più immagini sotto forma di ricordi.

Non a caso tutto parte con ‘Abbi cura di te’, un brano che entra di soppiatto nelle nostre orecchie con un leggero pianoforte e poi fa del ritmo il punto di riferimento, elencando le bellezze da amare, in un’aura pressoché positiva (‘amore che dai è amore che torna’). Dai consigli, si passa ad un ritmo più retrò in ‘Tutto quello che resta’, il quale sottolinea con l’allusione del tram ad una fine più malinconica, collegabile semanticamente a ‘Prenditi quello che vuoi’, dove però l’autore supplica la donna amata di non ergere questo muro. Come escamotage per resettare il passato, Maldestro attinge ad un dialogo iniziale tra mamma e bambino in ‘Che ora è’, utile per rivisitare la purezza di questo sentimento e ricreare l’incontro fortuito, nelle vesti di uno sconosciuto che chiede l’ora.

Stessa immedesimazione del pargolo utilizzata in ‘Sporco clandestino’, il pezzo più distante dal concept a primo impatto, ma che trasmuta l’amore nei temi più duri dell’immigrazione e della terra che ti costringe a ‘partire con i calci nel sedere per non trovare braccia aperte’. Una critica  aspra rivolta al ‘signor capitano’ ripresa nell’analisi introspettiva di  ‘Io non ne posso più’, dove vengono elencati (in una visione forse gaetaniana di ‘Non te reggae più’)  i problemi con la società attraverso i suoni classici della tromba e della chitarra.

Ma il tema del tempo, vissuto tra la disperazione (‘Tu non passi mai’) e la rassegnazione (‘Arrivederci allora’), si conclude con un frazionamento ‘in un solo minuto’, parte integrante tra parentesi del titolo ‘Lucì’ che gioca con il nome dell’amata e quel primo bagliore sprigionato all’alba, simbolo di un nuovo inizio con i muri necessariamente alle spalle.

Personalmente il disco mi è piaciuto, perché analizza con una qualità visiva notevole e una potenza lessicale moltissimi accadimenti e sentimenti, che si potrebbero vivere anche sulla nostra pelle. Ovviamente il ritmo lento, pronto a far riflettere su ogni singola espressione, non è certamente piacevole per l’ascoltatore medio, ma cela tante sorprese per i cultori della musica d’autore.

In arrivo “I muri di Berlino” di Maldestro

unnamedUscirà venerdì 24 marzo “I muri di Berlino” il nuovo album di Maldestro, il cantautore vincitore del Premio della critica Mia Martini per la categoria di Sanremo giovani 2017. In contemporanea con il disco entrerà in rotazione radiofonica il singolo “Abbi cura di te” ed uscirà il video di questo singolo diretto da Federico Catalano.

Dopo l’esperienza sanremese, che ha fruttato al cantautore partenopeo tanti riconoscimenti oltre al già citato premio della critica (PREMIO LUNEZIA, PREMIO ENZO JANNACCI, PREMIO ASSOMUSICA e il premio conferito dalla REGIONE BASILICATA per il MIGLIOR VIDEOCLIP) per la sua “Canzone per Federica”, Maldestro ha prestato la sua voce e le sue note con il pezzo “Abbi cura di te” al film di Massimiliano Bruno, “Beata Ignoranza”, con Alessandro Gassman e Marco Giallini.

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Dal 24 marzo Maldestro presenterà il suo nuovo lavoro e incontrerà i fan negli store delle principali città italiane: il 24 marzo a  Roma – Feltrinelli Via Appia Nuova 427 (h 18,00);  il 25 marzo a  Napoli – Feltrinelli P.za dei Martiri (h 18,00); il 26 marzo a Senigallia (AN) – Mondadori C.so II Giugno 61 (h 18,00); IL 27 marzo a Milano – Mondadori Via Marghera (h 18,00); il 28 marzo a  Torino – Mondadori Via M.te di Pietà 2 (h 18,00); il 29 marzo Bologna – Mondadori Via D’Azeglio 34a (h 18,00) e il 30 marzo a  Firenze – Galleria del Disco (h 17,30).

Dal 12 aprile poi inizierà il tour che lo vedrà coinvolto anche per tutta l’estate: 12/04 Bologna Teatro San Leonardo, 13/04 Roma Auditorium Parco della Musica, 20/04 Milano Salumeria della Musica, 26/04 Napoli Teatro Bellini, 05/05 Recanati Teatro Persiani, 27/05 Vicenza Festival, 25/06 Montesano sulla Marcellina (SA) P.za F. Gagliardi, 29/06 Salina Salina Doc Fest, 15/07 Odolo (BS) Festival D-Skarika, 28/07 Sant’Anna di Centobuchi (AP) Piazza.

#GiovaneAriston: Maldestro

Quando la timidezza non può essere di casa: c’è uno stacco netto tra il precedente cantante esaminato e Maldestro, il giovane cantautore partenopeo che è stato definito da tutti come la possibile rivelazione di questo Sanremo Giovani. Siete pronti a scoprirlo da vicino? Si parte!


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“Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità”. Parafrasando Einstein, possiamo intravedere  Maldestro, la rivelazione della musica indie degli ultimi 3 anni. E le difficoltà, in tal caso, le hanno offerte l’ambiente in cui è vissuto da piccolo, nella pericolosa Scampia. Nella vita, però, si sceglie sempre cosa diventare e Maldestro percepì nell’arte la fuga ideale. Dapprima sotto forma di teatro –  dove si improvvisa regista, interprete e drammaturgo – l’adolescente scorge un prezioso campo, grazie anche ai premi ricevuti (Premio Sipario e Premio Scheggie di Teatro), dove potersi scontrare con le mafie inneggiando alla legalità. Al contempo esamina la musica, iniziando a scrivere testi senza velleità di pubblicarli: sono piccole scintille che fanno da preludio alla sua carriera da cantautore. Infatti a 28 anni sente l’esigenza di rendere pubblici i suoi sentimenti legati all’amore, la rabbia e la speranza, decidendo così di rilasciare “Sopra al tetto del comune” e “Dimmi come ti posso amare”. Non fu un salto nel vuoto: i brani piacquero così tanto da ricevere parecchi riconoscimenti tra il 2013 e il 2014. Da queste iridate basi nacque il suo primo album ‘Non trovo le parole’ nel 2015, che gli valse la Targa Tenco come miglior album d’esordio. E l’impatto col grande pubblico? Arrivò grazie alla partecipazione sul palco di San Giovanni per il Primo Maggio 2016, dove si dimostrò all’altezza delle aspettative.  Ora solcherà un altro palcoscenico da urlo e punterà a conquistarsi un altro tipo di pubblico con la sua ‘Canzone per Federica’, arrangiata da Maurizio Filardo. Comunque andrà, sarà una vittoria – dettata anche dal premio Lunezia per il miglior testo ricevuto ieri – e il raggiungimento di un traguardo che pochi sarebbero in grado di raggiungere guardando il tortuoso itinerario!

C’è altro da sapere? Questa è la nostra intervista:

Com’è nata l’idea di questo ‘inno alla vita’ e perché dedicarlo a questa persona?

“E’ nata in modo naturale, un paio di anni fa, senza pensare a Sanremo. Perché lei? E’ una persona a cui voglio molto bene, una forza della natura, nonostante le avversità della vita, ha un sorriso per tutti, è stato un onore poterla immortalare in una canzone”.

Come si può catalogare tecnicamente questo brano?
“Non lo so, è una cosa che non mi chiedo mai. Spero si sistemi dentro qualcuno, quando fuori il tempo minaccia tempesta”.

Hai vissuto un’infanzia difficile, ma ti ha reso un uomo forte e virtuoso: quanto ha influito il passato nella tua musica?

Il luogo in cui nasci, ti forma, lo porti addosso, per sempre. Ha influito e continuerà a farlo”. 

Cosa rappresenta per te Sanremo?
“Un altro punto di partenza. Dopo Sanremo quello che conta e continuare il viaggio, strada per strada, centimetro per centimetro”. 

Cosa faresti in caso di vittoria?
“Primo o ultimo, farei la stessa cosa: costruire”.

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