La recensione de I Guardiani della Galassia Vol.2: brutti, sporchi e cattivi

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Ironico, immaginifico e, estremamente, permaloso. Questo è I Guardiani della Galassia Vol. 2

La recensione de I Guardiani della Galassia Vol. 2, scritto e diretto da James Gun con Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista, Michael Rooker, Kurt Russell, Vin Diesel, Karen Gillan e Bradley Cooper, con le musiche di Tyler Bates prodotto dalla Marvel Studios e distribuito da Walt Disney Studios Motion Pictures il film è uscito il 25 aprile 2017 in Italia e ha una durata di 137 minuti.

Al ritmo di una nuova, fantastica raccolta di brani musicali (Awesome Mixtape #2), Guardiani della Galassia Vol. 2, racconta le nuove avventure dei Guardiani, stavolta alle prese con il mistero che avvolge le vere origini di Peter Quill. Come il primo film, questo secondo capitolo è ricco di brani la traklist è composta da classici già usati in altri film, come “Mr. Blue Sky” della Electric Light Orchestra, sentita in Se Mi Lasci Ti Cancello, e “Flash Light” dei Parliament, già sincronizzata in The Heat, ma ovviamente in questa pellicola le canzoni prendono tutto un altro significato.

Ironico, immaginifico e, estremamente, permaloso. Questo è Guardiani della Galassia Vol. 2, non è all’altezza del primo film, ma comunque rimane piacevole e divertente. Parte con l’ormai classico style Marvel, quindi coinvolge subito lo spettatore con scene spettacolari, inoltre ci sono forse i miglior titoli iniziali di sempre, con una scena incredibilmente divertente con la mascotte del gruppo il baby Groot che continua un ballo interrotto nel finale del primo film.

I Guardiani sono brutti, sporchi e cattivi… ed è proprio questa la loro forza, combattono per il bene passando per le vie del male, fregandosene delle classiche leggi dei supereroi, loro sanno di esserlo, ma se ne fregano. Il film è un caso tutto fortuito, inizialmente assoldati per proteggere delle batterie di un pianeta, una volta finito il lavoro, rubano le batterie che prima avevano protetto e in quel momento inizierà una serie di eventi che li porterà a vivere un’avventura ai confini del cosmo.

L’argomento base di tutto il film è la famiglia, infatti in questo capitolo, viaggiamo fino ai confini dell’universo per scoprire le origini misteriose di Peter Quill, l’odio tra le due figlie di Thanos Gamora e Nebula e il rapporto affettivo di tutto il gruppo, tante gag – forse troppe, battute chiamate e prevedibili -, tanti scontri e poche scene veramente essenziali. Già, proprio così, non è mai facile ripetersi, ma per fortuna di James Gunn, questo non sarà l’ultimo capitolo, infatti è stato confermato che ci sarà un terzo e ultimo capitolo, anche se lui ancora non si sbilancia: “Stiamo cercando di venirne a capo. Io devo capire cosa voglio fare, più che altro, devo capire cosa voglio fare nei prossimi tre anni della mia vita. Insomma, farò un altro grosso film, saranno i Guardiani o qualcos’altro? Lo capirò nelle prossime due settimane”.

Il film è comunque ricco di potenza, non all’altezza del primo, pieno di effetti speciali e di battute, un classico film da vedere con gli amici prima di una serata all’insegna della musica!

LEGION: episodio 01×06 – La recensione

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Premete il tasto “riavvolgi”: si torna al punto di partenza. Tutto è uguale all’inizio della serie, eppure tutto è diverso: al manicomio Clockwork quello che si respira è un clima di serafica tranquillità, che va a cancellare l’inquietudine che permeava questo luogo nella prima puntata. Legion, ancora una volta, si diverte a giocare con lo spettatore: la serie sa benissimo come chi guarda sia a conoscenza della natura illusoria di tutto quello che avviene in questa puntata, e proprio per questo glielo sbatte in faccia come a dire “vediamo quanto resisti”: il tutto non vuole rimanere però una semplice puntata “riempitiva”, ma cerca di approfondire la psicologia di alcuni personaggi secondari, per l’occasione anche loro a ricoprire le vesti arancioni dei pazienti del centro di riabilitazione.

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Su tutti troviamo Ptonomy, fino adesso confinato a personaggio estremamente marginale, ma del quale veniamo a conoscenza di un passato tragico, segnato dalla morte della madre quando lui era solo un bambino e il ricordo della quale continua a tormentarlo.  Melanie, invece, similmente alla psicologia interna della controparte del “mondo reale” è una donna incapace di accettare la scomparsa del marito che si rifugia nell’attesa remota del suo ritorno. Kerry e Cary sono morbosamente attaccati l’uno per l’altra, anche se qui non condividono lo stesso corpo biologico.  Amy, la sorella del protagonista, è una semplice infermiera. David, invece, è l’unico totalmente controcorrente, e sembra perfettamente a suo agio, quasi contento in questa realtà. L’unica a sollevare qualche dubbio sulla veridicità della loro situazione sarà Syd (che non per niente legge “Alice nel Paese delle Meraviglie”): è un piccolo particolare semplice come una porta che scompare e riappare il dettaglio che insinua il dubbio nella mente della ragazza, una cosa tanto piccola da essere sfuggita alla costruzione perfetta del regno di Lenny, che ha tutto (o quasi) sotto il suo controllo e che qui compare con le vesti della psicologa dell’istituto.

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Il ritmo della puntata, come abbiamo detto, è diametralmente opposto ai fuochi d’artificio dello scorso episodio, spezzando la narrazione a metà in attesa dei nuovi, prevedibili stravolgimenti delle ultime due puntate della stagione: ma questa tirata di freno a mano alla serie funziona? Purtroppo, sì e no. Se l’idea di Noah Hawley di dare un attimo di respiro allo spettatore, approfondendo al contempo i personaggi secondari, è apprezzabile, ci pare che sia proprio la grande protagonista della puntata, la Lenny di Aubrey Plaza, a funzionare così così. Se infatti la settimana scorsa avevamo mosso alcune critiche all’interpretazione emotivamente abbastanza piatta di Rachel Keller, qui la critica opposta va invece fatta alla Plaza: capiamo che il personaggio è volutamente esagerato, ma la scelta attoriale e la mimica facciale dell’attrice, specialmente in alcune scene, è veramente troppo sopra le righe. Non commentiamo nemmeno la scena del balletto, che avrebbe dovuto essere straniante e tra il divertito e il sensuale, ma che riesce solamente a dare una sensazione di “sbagliato”, imbarazzante e fuori posto che non siamo davvero riusciti a farci andare via.

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Insomma, puntata di transizione necessaria ma che poteva essere decisamente gestita meglio: rimangono sempre lodevoli la fotografia e la scenografia, qua entrambe molto più pastose e pacate, coerentemente con il tono e il ritmo dell’episodio. Le uniche gioie della puntata la danno le sporadiche apparizioni dell’ipotetico (secondo alcune teorie del web) Shadow King, e di Oliver, vero “deus ex machina” della puntata e forse dell’intera serie.

Legion è una serie che non smette di sperimentare, nemmeno nei suoi episodi di transizione: come tutti i migliori esperimenti, però, a volte funziona e a volte no, ma noi continuiamo ad apprezzare veramente tanto il tentativo di creare un prodotto così diverso e distinto dagli altri. Nella puntata tuttavia non ci è sfuggito un particolare molto interessante: Lenny/Demone dagli Occhi Gialli dice a David di aver conosciuto suo padre, dicendo che “non è così santo come vorrebbe far sembrare”: siamo forse in vista di una possibile rivelazione della presenza del Professor X, Charles Xavier nello show?

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LEGION: episodio 01×05 – La recensione

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Il quinto episodio di Legion sovverte tutte le (poche) certezze che ci erano state date finora, in quello che è, per adesso, l’episodio migliore della stagione.

Troviamo già dall’inizio dell’episodio un David molto diverso rispetto a quello che abbiamo imparato a conoscere: una volta tornato dal viaggio nei meandri della sua mente il ragazzo sembra molto più sicuro di sé, quasi cinico e arrogante. Dietro al suo sguardo sprezzante continuiamo a vedere, però, quel bagliore di follia che se all’inizio poteva nascondersi agli occhi dei suoi compagni d’avventura, adesso si fa troppo presente anche per loro. Quando infatti David decide di andare a salvare la sorella, prigioniera della malvagia Divisione 3, si svela a Melania Bird la verità su cosa si nasconda nella mente del mutante: un parassita, un mostro, un’entità arcaica che divora i ricordi della persona in cui risiede, alterandoli.

Il salvataggio della sorella di David vedrà il corpo del ragazzo quasi “pilotato” dai suoi stessi poteri, trasformando infatti la missione di salvataggio in un vero massacro: tutti quelli che sembravano essere il nemici principali della serie (tranne The Eye) verranno annientati dai poteri di David, polverizzati, letteralmente, con uno schiocco di dita.

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Partiamo dicendo che è necessario elogiare come la narrazione e le scelte visive dell’episodio siano, come abbiamo già detto più volte, veramente originali e inedite (la scena senza audio è straordinaria per come è concepita): unico neo, come già altri hanno fatto notare, è la recitazione di Rachel Keller nei panni di Syd. Per quanto lo straniamento della ragazza alle situazioni sempre più assurde alle quali viene sottoposta sia comprensibile, a parte sgranare gli occhi e rimanere imbambolata, però, per adesso l’attrice non ci sembra riesca ad essere pienamente efficace nel rappresentare la sua determinazione di salvare David, né tantomeno nell’incarnare la situazione di una mutante intrappolata nell’estraniazione obbligata da qualunque tipo di contatto fisico. Che questa scelta recitativa sia voluta o meno  non è dato saperlo, ma in attesa di  vedere lo sviluppo della storia noi restiamo con un grande dubbio.

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D’altra parte invece, siamo contenti di come le fila della narrazione si stiano piano piano, miracolosamente, districando: la storia di Legion di per sé non è particolarmente complicata, ma la messa in scena e la narrazione discontinua avrebbero potuto rendere l’intero sviluppo un grosso fuoco di paglia, rischio che per adesso non sembra correre.

“Il mio nome è Legione, perché noi siamo in molti”, dice il demone nel vangelo di Marco 5, 10-20: non è un caso che sia proprio questo il nome di questa serie. Quanti saranno veramente i “molti” che albergano nella mente di David? Che Syd, Melania Bird e tutti gli altri siano nient’altro che altre personificazioni delle personalità multiple del mutante? In attesa di scoprire quante più cose possibili nei tre episodi che rimangono alla conclusione di questa stagione (Legion è stato rinnovato ufficialmente per una seconda stagione), ci prepariamo a farci esplodere il cervello proprio come nel suggestivo poster della serie.

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Guardiani della Galassia Vol. 2, il trailer in italiano

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Manca sempre meno, al ritorno nella sale cinematografiche del gruppo di supereroi più impensabile e atipico dell’universo cinematografico Marvel. “Guardiani della Galassia vol. 2”, sarà nelle sale cinematografiche italiane dal prossimo 25 aprile, anche in 3D.

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Al ritmo di una nuova e stellare raccolta di brani musicali (Awesome Mixtape #2), il film Marvel “Guardiani della Galassia Vol. 2″ (film omonimo della serie a fumetti nata nel 1969) vedrà i Guardiani, alle prese con il mistero che avvolge le vere origini di Peter Quill (Chris Pratt). La squadra sarà impegnata per rimanere unita e dovrà allearsi con i vecchi nemici e con i nuovi personaggi, che andranno ad espandere ulteriormente l’Universo Cinematografico Marvel.

Scritto e diretto da James Gunn (Guardiani della Galassia, Slither), “Guardiani della Galassia Vol. 2” vede la presenza dei primi protagonisti/guardiani e di new entry importanti, si parte da Chris Pratt (Jurassic World, Guardiani della Galassia) nel ruolo di Peter Quill/Star-Lord, Zoe Saldana (Guardiani della GalassiaInto Darkness – Star Trek) nei panni di Gamora, l’ex stella WWE Dave Bautista (SpectreGuardiani della Galassia) nella parte di Drax, Michael Rooker (Guardiani della GalassiaJumper) nel ruolo di Yondu, Karen Gillan (Guardiani della GalassiaLa Grande Scommessa) in quello di Nebula, mentre Sean Gunn (Guardiani della GalassiaUna Mamma per Amica) torna a interpretare Kraglin, per quanto riguarda i nuovi membri del cast, ci sono i nomi di Pom Klementieff (Oldboy), Elizabeth Debicki (Il Grande GatsbyEverest), Chris Sullivan (The KnickChi è Senza Colpae Kurt Russell (The Hateful EightFast & Furious 7) che interpreterà il misterioso padre di Peter Quill.

Di seguito vi proponiamo il trailer ufficiale in italiano di “Guardiani della Galassia Vol. 2”:

 

LEGION: episodio 01×02 – La recensione

La seconda puntata di Legion ci porta direttamente dentro la mente del disturbato mutante, dove si comincia a diramare la nebbia che circonda il suo passato

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Dopo un eccellente primo episodio, Legion continua il suo folle viaggio nella mente di David Haller, mutante la cui potenza smisurata corrisponde ad un’altrettanto acuta instabilità mentale. Se c’era qualche dubbio che l’impianto narrativo “psicologico” della prima puntata si rivelasse essere un esperimento singolo, prendendo poi una piega più canonica con il proseguire della serie, questa seconda puntata spazza via ogni dubbio e riesce a conferire a Legion un’identità ben definita: va detto però che il marchio stilistico distintivo e riconoscibile che troviamo in questa serie televisiva è dovuto anche alla sua noncuranza rispetto al materiale originale, esempio lampante di come il non sentirsi vincolati da gabbie imposte nel rispetto della continuity di questi ormai diffusissimi Multiversi non sia sempre un male.

L’episodio si apre esattamente dove quello precedente si era concluso. Troviamo infatti David proprio dove lo avevamo lasciato, ovvero intento a dirigersi verso la misteriosa oasi di Summerland, dove i mutanti possono vivere al sicuro e allenare i propri poteri; va fatto notare come ai lettori di fumetti il personaggio di Melanie Bird (interpretato da Jean Smart), che sembra essere a capo dell’istituto, riporterà inevitabilmente alla mente il Charles Xavier della Scuola per Giovani Dotati delle testate Marvel ( che tra l’altro è proprio il padre biologico di David nei cicli fumettistici).

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David inizierà qui l’addestramento per capire e controllare i suoi poteri, con il contributo fondamentale di Ptonomy (Jeremie Harris), che ha il potere di leggere la memoria altrui. Se nel primo episodio ci trovavamo ad osservare la mente di David dal di fuori, grazie a questo espediente nel secondo episodio veniamo invece catapultati direttamente dentro la mente dell’instabile mutante: torniamo indietro nel tempo per visitare i ricordi di David e, partendo da un atmosfera serena, assistiamo ad esempio agli incontri con il suo vecchio psichiatra (dove le scene riescono a creare un forte senso di disagio grazie alla scelta di accelerare lievemente il girato), culminando infine con un’inquietante scena dove vediamo il piccolo David nella sua cameretta, mentre suo padre (celato nell’ombra) gli legge il libro The Angriest Boy in the World, storia di un bambino che assassina brutalmente sua madre.

I vari flash creano un vero quadro impressionista di immagini: la manipolazione dei ricordi e della mente corrisponde ad un consequenziale cambio del taglio dell’immagine e dell’inquadratura, e allo stesso modo della prima puntata anche qui non è chiara la sequenza temporale degli eventi. Nonostante la trama vera e propria non prosegua quasi per niente, riusciamo però a scoprire diverse cose del fumoso passato del nostro antieroe, intuendo ad esempio che le apparizioni del misterioso Demone dagli Occhi Gialli siano cominciate proprio a partire dalle avventure a base di droga con Lenny Busker (Aubrey Plaza).

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Chapter 2 è chiaramente una puntata transitoria ma, come si nota da questa breve sintesi, ancora una volta la scelta narrativa messa in atto da Noah Hawley dimostra come la struttura scelta per raccontare una storia si riveli essere spesso più solida ed efficace della storia stessa: il racconto frammentato in visioni e suggestioni funziona proprio perché è uno specchio della mente confusa di David, dove lo spettatore si ritrova intrigato e invogliato a scoprire ogni volta un tassello in più. Per adesso, infatti, è proprio questa la cosa che maggiormente colpisce e convince di Legion: in un mondo cinematografico dove ormai gli “spiegoni” la fanno da padrone, con l’intento di arrivare anche agli spettatori più duri d’orecchi, qui per una rara volta è invece l’osservatore che deve fare i conti con i propri dubbi, ragionando per cercare di comprendere appieno la storia.

LEGION: episodio o1x01 – La recensione (senza spoiler)

Il primo episodio di Legion è un viaggio nella disturbata mente di uno dei mutanti più potenti del pianeta: tra salti temporali, sintetizzatori e colori da LSD

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Il rischio di saturazione del mercato filmico e televisivo di prodotti supereroistici è veramente molto vicino: come al cinema sono ormai moltissime le pellicole prodotte dalla Marvel (nelle sue molteplici ramificazioni, dai Marvel Studios fino a quelle degli X-Men prodotte da 20th Century Fox), così anche la scia dei prodotti televisivi della “Casa delle Idee” non accenna a diminuire. Dopo Agents of Shield, Agent Carter e gli show del progetto Marvel-Netflix (tutti prodotti appartenenti al Marvel Cinematic Universe) Lunedì sera è andata in onda in Italia la prima puntata di Legion, attesa nuova serie tv frutto della collaborazione Marvel-Fox, tecnicamente appartenente all’universo cinematografico degli X-Men ma spiritualmente ad esso totalmente scollegata.

La necessità e la voglia di trovare una propria identità estetica è infatti un chiaro tratto distintivo di Legion fin dalla prima scena, carrellata dove seguiamo rapidamente la crescita di David Haller (Dan Stevens) dall’infanzia fino al ricovero, e che ci fa subito comprendere la difficile esistenza del protagonista: costantemente in bilico tra realtà e proiezioni mentali, David si ritrova rinchiuso in un ospedale psichiatrico, ma è subito chiaro come dietro la sua follia si nascondano in realtà delle facoltà psichiche che ne fanno uno dei più potenti e pericolosi mutanti in circolazione.

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La scelta dello showrunner Noah Hawley (la mente dietro la straordinaria serie tv Fargo) di portare questo problematico personaggio fumettistico su schermo è sicuramente azzardata: insieme alla storia di Legione (apparso per la prima volta in un albo del 1985 e nato dalla penna di Chris Claremont e Bill Sienkiewicz) andava infatti necessariamente trasposto tutto il suo contorno di allucinazioni, visioni e salti spazio-temporali che difficilmente sarebbe riuscito ad essere altrettanto efficace su schermo. L’approccio di Hawley è però sorprendentemente interessante: con inquadrature dagli echi kubrickiani, una recitazione sopra le righe e una gamma di colori saturi che ricordano molto la serie britannica Utopia, veniamo messi di fronte ad un disordinato insieme di scene dove è difficile capire cosa si svolga prima e cosa dopo, cosa stia accadendo realmente e cosa invece sia frutto di una proiezione mentale di David. Il risultato è un pilot studiato attentamente, disturbato e disturbante, che trasporta lo spettatore nello stesso labirinto mentale del protagonista e che crea un effetto straniante derivante proprio da questo disordine temporale. Quella che affrontiamo, infatti, è una confusione che rispecchia quella che alberga dentro la mente del protagonista, aiutata anche da una musica modellata su questo tipo di narrazione sincopata e da una sceneggiatura dalle atmosfere oniriche e visionarie, che però spiega perfettamente il passaggio da uno stato di assenza mentale ad un progressivo stato di consapevolezza del proprio essere e delle proprie potenzialità.

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Immaginatevi di vivere ogni giorno catapultati in una realtà straniante dove non riuscite a capire cosa sia reale e cosa no, un mondo in cui tutti vi credono pazzo e dove quindi, di conseguenza, cominciate a crederci per davvero anche voi. Un’ambientazione dove il tempo e lo spazio sono continuamente distorti e tutto ciò che vi circonda potrebbe essere tanto reale quanto puro frutto della vostra fantasia: i meandri della mente sono grandi quanto un universo, così come lo sono le domande lasciate insolute dalla conclusione del pilot, che non è detto troveranno una risposta nemmeno al termine delle 8 puntate che compongono questa stagione.

Legion è una serie molto diversa dai prodotti supereroistici che siamo stati abituati a vedere in questi ultimi anni, che non si limita ad un target di appassionati ma vuole fin da subito elevarsi a qualcosa di più: è un puzzle dove ci vengono forniti i pezzi in ordine sparso, e sta proprio a noi spettatori ricomporli nel giusto ordine. Quel che è certo è che il viaggio nella folle mente di David non è che all’inizio… E si prevede dannatamente interessante.

Legion è una serie televisiva ideata e prodotta da Noah Hawley, trasmessa negli Stati Uniti dall’emittente via cavo FX dall’8 Febbraio 2017 e che in Italia va in onda ogni lunedì su Fox. Interpreti: Dan Stevens, Rachel Keller, Aubrey Plaza, Bill Irwin, Jeremie Harris, Amber Midthunder, Katie Aselton, Jean Smart. Una produzione Marvel Television, FX Productions, 26 Keys Productions.

 

Il progetto della Marvel con Netflix: la rivincita degli eroi (in)dimenticati

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Si potrebbe definire come l’arrivo degli eroi di riserva, con Iron Fist si completa il quadro dei “The Defenders” la lega dei supereroi della Marvel, una rivincita degli eroi di second’ordine.

Iron Fist, è l’ultimo eroe Marvel, la serie è in uscita il 17 marzo e andrà in onda su Netflix. La storia tratta di un uomo di nome Danny Rand, (interpretato da Finn Jones, conosciuto in Game of Thrones). Dopo essere scomparso per diversi anni, Danny, un miliardario decide di abbandonare tutto per ricongiungersi con il suo passato e la sua famiglia, trasformatosi in seguito in un monaco buddista ed esperto di arti marziali, si ritrova a combattere contro i più grandi criminali e i vari corrotti della città attraverso la sua incredibile conoscenza e padronanza del kung-fu e la sua grande capacità di evocare la straordinaria potenza del ki e infonderla nel suo “Pugno d’Acciaio”.

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Oltre al già citato Iron Fist (che uscirà il prossimo 17 marzo 2017) nella serie televisiva troviamo anche Luke Cage, Daredevil e Jessica Jones, protagonisti delle loro rispettive serie, se nei vari fumetti spesso gli eroi sono alleati contro nemici comuni, finalmente si riuniscono anche per una serie che li vedrà difendere la città di New York dal male (la serie uscirà verso il periodo estivo).

Si arricchisce così sempre di più l’universo cinematografico della Marvel, le diverse serie saranno visibili tutte su Netflix, con le ultime che andranno per l’appunto in onda nel 2017, in attesa di nuove ed entusiasmanti avventure.

Qui di seguito riportiamo il teaser di Netflix dei “The Defenders”: