La recensione di The Startup (senza spoiler)

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La recensione di The startup, film di Alessandro D’Alatri con Andrea Arcangeli, Paola Calliari, Matilde Gioli, Luca di Giovanni e Massimiliano Gallo. Una produzione Casanova Multimedia e Rai Cinema, distribuito da 01 Distribution. Nelle sale dal 6 Aprile 2017.

TRAMA:

Matteo (Andrea Arcangeli) è un giovane liceale del quartiere Corviale di Roma che, dopo aver visto crollare la sua certezza sportiva (il nuoto) a causa di un’ingiustizia, elabora un’idea folgorante anziché gettarsi nello sconforto: inventare Egomnia. Esso è un social network capace di mettere in contatto domanda e offerta di lavoro sulla base del ranking dei propri curricula. Per arrivare alla svolta però dovrà avvalersi di un informatico universitario, Giuseppe (Luca Di Giovanni), e allentare gradualmente la sua relazione con Emma (Paola Calliari), sia durante la creazione in uno scantinato di un negozio, sia per il lancio dell’app . Infatti sarà grazie al suo trasferimento a Milano per entrare alla Bocconi, che Matteo riuscirà a creare le condizioni ideali per il successo che sarà testimoniata dai moltissimi iscritti in poco tempo. Ma questa popolarità destabilizzerà il giovane inventore, a tal punto da dover prendere delle decisioni. Basato su una storia vera.

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 RECENSIONE:

Personalmente devo ammettere che questo film è una ventata d’aria fresca per il nuovo cinema italiano perché riprende i tratti da teen movie e lo amplia in un biopic all’americana. Certamente il regista, autore di grandi successi in passato (Americano Rosso, Senza Pelle, Casomai e La febbre), è un cultore della gioventù, ma riesce a introiettargli alcuni temi ridondanti del suo percorso come l’intraprendenza e il fascino per le aziende autonome (giustificato dai numerosi spot per prestigiosi marchi negli anni ’70). Si avvale di uno sceneggiatore (Francesco Arlanch) che capta dalla storia di Matteo Achilli, il vero founder del social network, le luci e le ombre di un personaggio a metà (come leggero richiamo, sia chiaro) tra l’individualismo di Jobs e l’altruismo di Gates. E il risultato è un processo circolare del protagonista (Andrea Arcangeli) che ti lascia incollato allo schermo (anche se dovrà lavorare sull’espressività) ed esamina le sfaccettature della cultura italiana, tra famiglia, amore e lavoro.the start up2.jpg Un costante bilanciamento di valori, come l’amore per la famiglia e l’immagine del fuori sede, oppure tra l’intraprendenza personale e il sacrificio amoroso (reificato nella buona performance di Paola Calliari), senza dimenticare la commistione tra economia e politica che è immancabile, che rappresenta pienamente l’esuberanza giovanile e il quadro semplicistico dell’Italia odierna.
Insomma un prodotto originale che inquadra parecchi stereotipi (il nerd, la Bocconi, i tenori di vita, il padre disoccupato e la fatica sportiva) e li rivoluziona parzialmente sotto una luce soggettiva. E la musica, a tratti prorompente nella pellicola, è il collante perfetto con un mix tra canzoni note (Nesli) ed emergenti (Ginevra) sempre in un’ottica puramente giovanile.

Il voto complessivo, considerando il target di riferimento, è di un 8 meritato, sia per la tenuta del film e sia per la scommessa vinta dal regista in termini di cast e produzione.