Un collegamento rivoluzionario che ha cambiato il concetto di spazio

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“Che ore sono lì da voi?”: una domanda tanto banale, quanto inutile ai tempi d’oggi. Ma se tornate indietro di 91 anni, potrebbe sembrare determinante e scontata. Infatti nel lontano 7 Marzo 1926 veniva inaugurato il primo collegamento telefonico transatlantico, tra Londra e New York. Una  chiamata ideale ‘tra madre patria e sudditi’, se non ci fosse stata una Rivoluzione d’Indipendenza di mezzo qualche anno prima che ha portato l’America ad essere la guida delle telecomunicazioni.

L’icona dietro a  questo evento memorabile fu Walter Gifford, presidente dell’ AT&T dal 1925 al 1948 che inaugurò formalmente il servizio telefonico dal 1927, cambiando così le tradizioni mondiali nelle comunicazioni. Seppur con graduali trasformazioni, grazie ad altri grandi uomini, quella lontana domenica di 91 anni fa  è rimasta impressa nell’immaginario collettivo perché annientò definitivamente la distanza tra due persone, in tal caso giornalisti, in due uffici separati migliaia di km.

Non conta se fossero solo scambi di convenevoli, giunti sinora con fantomatiche congetture: quello che rimane è uno dei primi tasselli nelle comunicazioni, rientrante nel fervore di Marconi di quegli anni, pronto a sconvolgere la vita quotidiana.

Un compleanno “virtuale”e “collettivo”

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Nel giorno dedicato ai single, cade un paradossale compleanno, agli antipodi della concezione individualistica. Si festeggia infatti il 12° anno di vita del più grande servizio di videosharing mondiale, Youtube.

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Un sito web fondato il 15 Febbraio 2005, in sordina da tre dipendenti Paypal – Hurley, Chen e Karim -,  che rivoluzionò definitivamente i confini spazio-temporali nell’arco di un anno. Anticipato da un breve video di 18 secoli dal titolo “Me at the zoo”, Youtube fece una sorta di “sperimentazione” in termini di debugging e di perfezionamento dei codici fino all’autunno, quando fu definitivamente lanciata.

In quei mesi ci fu la possibilità di creare l’impalcatura del sito, con lo sviluppo del codice html per l’incorporamento in altri siti, la creazione degli spazi per gli utenti e infine la possibilità di vedere i video a tutto schermo. Piccoli elementi rimasti invariati fino ad oggi che è diventato un colosso mondiale.

Ovviamente l’obiettivo iniziale di “fare video delle vacanze per amici e parenti lontani” è andato via via perso, grazie all’illimitata creatività dei content creator, ma ha lasciato in ognuno di noi una convinzione: “la bellezza di condividere la propria vita per gli altri”.

SOS dalla Casa Bianca, c’è un messaggio per voi!

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Allontanandoci dall’euforia sanremese odierna che investe l’Italia, oltreoceano si festeggia in maniera più riservata un’importante tappa che collega il potere e l’ultracentenario mezzo di comunicazione, la radio.

Ben 95 anni fa, l’8 Febbraio 1922, veniva introdotta nella Casa Bianca la prima radio, sfondando il rigoroso muro alzato dal potere nei confronti di un mezzo puramente commerciale e del popolo. In quella data, arrivava in pratica la prima convergenza con un mezzo fresco e innovativo, pronto a divenire in Europa il centro pulsante della propaganda totalitaria. Invece, negli Stati Uniti, l’approdo non equivalse a promozione o altro: sino agli anni ’30 si preferì l’azione fisica con un forte proibizionismo da parte delle autorità che sapevano come farsi rispettare dai ceti bassi della popolazione.
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Si deve arrivare ad un impedimento fisico per trovare la prima convergenza tra il potere a stelle e strisce e la radio. Con un malandato Roosevelt in sedia a rotelle, nacquero i famosi ‘discorsi davanti al caminetto’  che crearono un’intimità familiare necessaria in futuro per la vittoria nella Seconda Guerra Mondiale. Purtroppo si viveva in un periodo di fermento tecnologico e non si riuscì a coglierne l’essenza pura di questo rapporto.

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Lo dimostra proprio la ‘pausa di riflessione’ durata ben 40 anni. Sarà Reagan, convalescente dal proiettile di un attentatore, a riprendere il mezzo con un altro obiettivo. Dalla partecipazione comunitaria al paternalismo: il Presidente conservatore voleva creare un’immagine distorta ma vincente dell’America negli anni ’80, durante uno dei periodi più controversi della storia. L’esperimento riuscì a metà, non riuscendo più ad avvicinarsi all’aura creata dal creatore del New Deal.

Da lì, nacque l’ennesima pausa di riflessione che odora di addio. Tra nuove tecnologie più istantanee e  l’assenza (fortunatamente) di altri problemi fisici, nessun Presidente (eccetto un blando Clinton che provò senza successo) vide la radio come potenziale strumento di visibilità e appeal. Infatti oggi, a distanza di 95 anni, questa ‘relazione occasionale’ sarà vissuta come ricordo intimo che resta nel cuore di pochi americani.