David di Donatello 2017: le pagelle dei look sul red carpet

I David di Donatello, un po’ gli Oscar italiani, sono arrivati alla 62esima edizione. Come ogni anno, è stata l’occasione per premiare i migliori esempi e i migliori interpreti del cinema nostrano, ma ha rappresentato anche l’occasione per dive, star, starlette e divette di dar mostra di sé su un red carpet . Un tocco di Hollywood nella Capitale insomma, in cui le attrici (ma anche gli attori) di casa nostra hanno potuto osare con grandi mise d’effetto.

Le testate nazionali si sono già prodigate (o stanno per farlo) per stilare pagelle su pagelle inerenti ai look sul red carpet romano, ma queste classifiche sono solitamente frutto delle analisi di esperti di moda e alta moda, parlano di cose che noi comuni mortali non riusciamo (e talvolta è un bene) a comprendere o accettare. Si premiano indumenti che la persona media arderebbe al rogo e si penalizzano abiti che molti di noi vorrebbero custodire nell’armadio. La ragione non è sempre chiara, che sia la nostra (beata) ignoranza, che sia per l’intoccabilità di alcuni marchi di moda – da elogiare sempre e comunque –  o per l’importanza del personaggio. La cosa chiara, secondo me, è che una volta tanto farebbe bene attribuire dei voti che possano rispecchiare l’idea dello spettatore medio: non sempre serve essere indottrinati sui sacri valori modaioli da parte dei geni del mondo fashion.

Ecco dunque la mia pagella da profana a voi profani, per scrutare insieme i look sfoggiati dai nostri divi sul red carpet dei David di Donatello 2017. Che lo spettacolo abbia inizio.

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Le pagelle della prima serata di Sanremo 2017

panoramagavazzi_20170207020458869-1000x588Prima serata del Festival di Sanremo 2017 costellata da parecchi alti e bassi. Abbiamo ascoltato i primi 11 brani in gara e l’impressione generale è che i brani siano quasi tutti molto orecchiabili e che quindi andranno molto forte in radio; la qualità, però, è prerogativa di pochi artisti.

Di seguito il pagellone delle prime 11 esibizioni:

Giusy Ferreri – Fa talmente male

I più saggi dicono di non usare mai un titolo che potrebbe essere utilizzato contro la tua canzone. Ecco, la sua canzone “Fa talmente male” che quando la dimenticheremo sarà un vero e proprio sollievo. Il problema è che il pezzo è fatto apposta per restarti in testa a lungo – merito di Takagi e Ketra – e le radio lo passeranno a manetta. Nella sfortuna c’è la fortuna che non si tratta di un tormentone estivo e che quindi prima dell’estate ci lascerà in pace. VOTO 4,5

Fabrizio MoroPortami Via

Avete presente quelle canzoni che ti fanno venire i brividi già al primo ascolto? Ecco, con questo brano è andata proprio così. Un’accorata ricerca di aiuto dedicata a chi rappresenta il nostro futuro, la nostra àncora di salvezza: un figlio. Il testo è di quelli significativi, la melodia è orecchiabile e sanremese. Non so se vincerà, ma mi piace pensare che la qualità possa essere premiata. VOTO 9

Elodie – Tutta colpa mia

Cominciamo dal dire che la sicurezza con la quale sale sul palco è notevole; nonostante la giovane età e l’importanza della competizione sanremese, la cantante, con una chioma bionda tinta apposta per l’occasione, stupisce e canta bene anche con un testo non molto originale. Il sound del pezzo è un po’ retrò e ricorda vagamente i bei tempi andati; non è il massimo, ma a fine serata risulta tra i migliori. VOTO 6,5

Lodovica Comello – Il cielo non mi basta

L’avete avvisata che il palco di Sanremo non è il set di “Violetta”? Canzoncina scialba e adatta solo ad una sitcom Disney degli ultimi anni. Avesse preso spunto dalle belle canzoni Disney di una volta, almeno ci saremmo emozionati pensando a quando eravamo piccoli. VOTO 3,5

Fiorella Mannoia – Che sia benedetta

Grande classe e bel pezzo. La sensazione è che la magnifica interprete romana sia destinata a salire sul gradino più alto del podio. A mio avviso manca qualcosina dal punto di vista dell’originalità della melodia, ma il pezzo nel complesso ci sta e come se ci sta. Stesso discorso sul titolo che si faceva con Giusy Ferreri, solo che stavolta il giochino ha un effetto benefico: “Che sia benedetta” la partecipazione della Mannoia a Sanremo 2017. VOTO 8

Alessio Bernabei – Nel mezzo di un applauso

Male, male, male. Partecipazione inutile la sua. È la solita canzoncina dell’ex Dear Jack. Ci siamo stancati di ascoltarlo e di vederlo saltellare sul palco dell’Ariston. Il brano recita “L’universo intero applaude”? Beh, sicuramente non la sua esibizione. VOTO 3

Al Bano – Di rose e di spine

Grandissimo rispetto per la carriera di una delle più grandi voci della musica italiana, ma con questa partecipazione sembra proprio che Al Bano voglia farsi del male da solo. Non ci sono i classici acuti, forse a causa dei recenti problemi di salute, e allora ecco che il brano perde tutto il suo sapore perdendosi in una melodia sì senza tempo, ma anche senza capo né coda. VOTO 4

Samuel – Vedrai

Allora, la canzoncina c’è: è orecchiabile quindi super-radiofonica, anche il testo non è malaccio, eppure manca qualcosa. Samuel è Samuel e i Subsonica sono i Subsonica, è vero, ma nelle recenti uscite da solista il cantante è rimasto sempre molto ancorato al pop elettronico che rappresenta il marchio di fabbrica della band torinese. Mi aspettavo, quindi, di ascoltare quel sound anche sul palco dell’Ariston, purtroppo però Samuel non se l’è sentita di uscire troppo fuori dagli schemi della kermesse sanremese per questo suo esordio da solista a Sanremo. Peccato. VOTO 5

Ron – L’ottava meraviglia

Nonostante quel “L’ottava meraviglia del mondo siamo io e te” che mi ricorda tanto quel “Il più grande spettacolo dopo il big bang siamo noi, io e te” di Jovanotti, la canzone è una delle migliori della prima serata. Intensa, significativa e molto garbata, forse troppo, dato che non riesce a conquistare un pubblico poco abituato ad ascoltare la musica e non solo a sentirla. È un gran peccato trovarlo tra gli eliminabili. VOTO 7

Clementino – Ragazzi fuori

Perché uno dei pochi rapper nostrani che ha un bel flow deve mettersi a cantare un pop banalotto? Il pezzo sarà anche socialmente impegnato, parlerà anche di sensibilità a confronto – quella del nord raccontata da Marracash e quella del sud rappresentata da Clementino stesso -, ma non suona bene ed è certamente uno dei pezzi peggiori del repertorio dell’artista partenopeo. Se verrà eliminato definitivamente, ce ne faremo una ragione. VOTO 4,5

Ermal Meta – Vietato Morire

È lui l’outsider del Festival. Sale sul palco, è più sicuro di altre volte e canta la canzone della vita. Il testo è sicuramente tra i primi tre di questo festival, il sound è più lento del solito ed emoziona tantissimo nel parlato. La sensazione è che, dopo tanta gavetta, Ermal stia trovando finalmente il suo migliore universo espressivo. Da qui si può soltanto migliorare. VOTO 8