Musicultura: chi vincerà la finalissima in diretta su Rai1 e Radio1 Rai?

http-www.rockol.itimgfotouploadmusicultura2015Gran finale in diretta su Rai1 per la XXVIII edizione del famoso festival della canzone popolare Musicultura. A condurre la serata sarà, come già successo per le semifinali del 22 e 23 giugno, Fabrizio Frizzi ed insieme a lui tanti big della musica.

Parliamo prima però dei ragazzi giunti in finale; A salire sul palco dello Sferisterio di Macerata e a contendersi l’ambita vittoria saranno Alessandro Sipolo con la sua “Cresceremo anche noi”, Mirkoeilcane con la sua “Per fortuna”, Francesco Papageorgiou con la sua “Amo la vita da farmi male” e Francesca Sarasso con la sua “Non ci incontriamo mai”. Chissà chi si aggiudicherà i 20mila euro del premio finale patrocinato da UBI – Banca

Come anticipato, ad animare la serata ci saranno molti gradevoli ospiti; Per celebrare al meglio questa serata, infatti, le note di Roberto Vecchioni, Simone Cristicchi, Decibel, Ron, Matthew Lee e Guido Catalano contribuiranno a riempire di emozioni la notte maceratese.

Naturalmente, oltre che sul canale televisivo di punta della Rai, si potrà seguire in diretta la kermesse anche su Radio1 Rai, Il primo canale della radio pubblica che ha accompagnato giorno per giorno la presentazione degli 8 finalisti all’interno del programma Radio1 Music Club.

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Il noir al femminile arriva in prima serata: la conferenza stampa di Non Uccidere 2

E’ un ritorno in pompa magna per Valeria Ferro e la sua Squadra Omicidi di Torino che, dopo aver convinto con la prima stagione di Non Uccidere su Rai3, è pronta ad emozionare in prima serata su Rai 2 da lunedì 12 giugno in 6 appuntamenti. Prima però, le emozioni di questo noir al femminile filtreranno dalla piattaforma online Rai Play, dove sarà possibile vedere i nuovi episodi in anteprima assoluta da giovedì 1° giugno. Ma quali sono le novità di questa seconda stagione creata da Claudio Corbucci?  Che valore ha assunto nei piani dirigenziali della Rai? Sono state esposte nella conferenza stampa tenutasi stamattina nella sede Rai di Viale Mazzini, a Roma.

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Tinny Andreatta (dirigente RAI) l’ha reputata “una serie strategica con la quale continua la grande offerta della fiction Rai, spingendo l’asticella dell’innovazione più avanti rispetto al passato” e sulla quale  verrà applicata “una declinazione del servizio universale, andando incontro ai fruitori non lineari”.  In termini di trama, ha dichiarato che “dopo aver creato le atmosfere forti, nebbiose, nordiche nella prima stagione, si continua con una storia sofisticata con temi inquietanti, affrontando in modo potente i delitti e ciò che appare dietro all’armonia delle famiglie o dei piccoli ambienti.  Inoltre  è stato operato un lavoro sulla struttura narrativa, riducendo a 50 minuti la durata degli episodi nell’ottica internazionale, seguendo una produzione completamente industriale basata sulla riduzione dei tempi e il coordinamento di vari sceneggiatori, da quelli più esperti a quelli alle prime armi, grazie allo show runner Claudio Corbucci.”  Anche la scelta del giorno non è a caso secondo la dirigente visto che il lunedì è “la giornata  della grande fiction Rai“.

Il direttore di Rai 2 Ilaria Dallatana l’ha voluta perché “aderisce in maniera cristallina ad un linguaggio basato sulla messa a fuoco di personaggi, con una caratterizzazione psicologica travolgente dei personaggi. Tra l’altro c’è finalmente una donna al comando e un progetto virtuoso della Rai che mette in gioco una rete di ascolti attenti e precisi e un’ampia struttura industriale che solo essa può offrire”. Ma non si crea concorrenza con RaiPlay? Per la direttrice non c’è  “gelosia sulla fruizione non lineare perché dà la possibilità di unire tante anime della Rai per rendersi unica sul mercato”.

A seguire l’intervento di Maria Pia Ammirati di Rai Play che annuncia con felicità “la fruizione box-set, tanto ricercata dai nostri utenti.” e  l’intento di “non cannibalizzare la tv, ma di ampliare il pubblico Rai”. 

Il creatore Claudio Corbucci ricorda come “la sfida necessaria di passare a 50 minuti” lo abbia “spaventato all’inizio, ma poi lavorandoci” sia “stata la scelta giusta perché non si è persa profondità nelle storie.” 

Infine la parola ai due protagonisti, Miriam Leone e Matteo Martali che hanno indicato come si sentano ancora dentro a questa storia e incapaci di dare un bilancio del lavoro sul set, per il forte legame che si è creato con ogni membro della produzione.

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(fonte: RaiPlay)

 

Parliamone Sabato? Non parliamone più. Cancellato il programma della Perego

Lo scorso Sabato, come ogni settimana dal Settembre 2016, su Rai Uno è andato in onda il programma “Parliamone…Sabato”, condotto da Paola Perego. Si tratta del classico programma pomeridiano del fine settimana, in cui la conduttrice – nelle vesti di una padrona di casa – invita gli italiani ad entrare, come silenziosi partecipanti, nel suo salotto ricco di ospiti. Passando da un argomento all’altro, da una celebrità a un esperto di settore, il programma tenta di toccare argomenti più o meno attuali mantenendo il giusto dosaggio tra intrattenimento e cronaca. Purtroppo, in conseguenza di quanto accaduto nella puntata di Sabato 18, una bufera mediatica si sta abbattendo su Parliamone Sabato e i vertici Rai.

Tutto è iniziato quando nel corso della trasmissione è stato presentato un servizio dal brillante titolo “La minaccia arriva dall’Est. Gli uomini preferiscono le straniere”, titolo che già da solo sarebbe bastato a evidenziare la grottesca pochezza ideologica e culturale su cui l’intero servizio si reggeva. Certo, rimaneva la speranza che si trattasse solo di un titolo di cattivo gusto, affibbiato ad un servizio ben strutturato che – dati alla mano – parlava della tendenza degli uomini italiani a scegliere partner straniere. La sola colpa in tal caso sarebbe stata l’oggettiva inutilità di riportare al pubblico informazioni simili. Ma la speranza, si sa, è destinata a morire – benché sia l’ultima a farlo – ed ecco l’apparizione di una grafica che, svettando sul maxi schermo dello studio, in sei degradanti punti ha messo in chiaro come la gretta bruttezza del titolo fosse stato solo l’inizio:

“I motivi per scegliere una fidanzata dell’est:

  1. Sono tutte mamme ma, dopo aver partorito recuperano un fisico marmoreo
  2. Sono sempre sexy. Niente tute né pigiamoni
  3. Perdonano il tradimento
  4. Sono disposte a far comandare il loro uomo
  5. Sono casalinghe perfette e fin da piccole imparano i lavori di casa
  6. Non frignano, non si appiccicano e non mettono il broncio”

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Vorrei escludere dalle mie critiche la vuota retorica sulle responsabilità divulgative e pedagogiche di cui dovrebbe farsi (almeno parzialmente) carico la rete ammiraglia del servizio televisivo pubblico nazionale. Vorrei anche sorvolare sulle carenze lessicali e grammaticali di chi ha stilato i punti della suddetta lista, benché il tono da rivista adolescenziale sia a dir poco imbarazzante per la TV nazionale. Quello su cui vorrei soffermarmi è la paradossale mancanza di discriminazioni di questo elenco, che con i suoi stereotipi punta evidentemente a offendere ambo i sessi e varie nazionalità (quella italiana inclusa) a suon di stereotipi dal sapore medievale:

  • le donne italiane: sono evidentemente esseri abominevoli. Non solo osano ribellarsi al dominio maschile nella coppia e al ruolo preposto di perfette casalinghe e madri prolifiche, ma rinunciano anche alla propria sensualità in favore della comodità.
    Però poi pretendono non solo di avere dei diritti, ma anche di averli pari a quelli degli uomini! Queste egoiste!
  • le donne dell’est: sono le sante protettrici del focolare, donne angelo in cui neanche Dante avrebbe sperato, così perfette nel loro essere mute, prive di dignità e rispetto per sé stesse oltre che fisicamente sempre al top – nonostante la vocazione per la riproduzione perpetua. Non solo un modello realistico, ma IL modello a cui ogni donna dovrebbe far riferimento.
  • gli uomini italiani: sono poveri e semplici esseri che, ovviamente vessati dalle angherie pluriennali delle loro concittadine, devono rifugiarsi tra le braccia di donne estere. Dal momento che non sono dotati di sensibilità emotiva e intellettuale alcuna, il loro prototipo di donna deve essere l’equivalente in vita di un elettrodomestico, che in silenzio e a comando esegue ciò che dall’uomo viene imposto. La compagna di vita è un concetto futuristico, meglio rimanere sul classico con la schiava di vita. Ancora da chiarire la questione della dote nella società del digitale: smartphone e tablet andranno a sostituire buoi e pecore nell’acquisto di una moglie?

Sarcasmo a parte, i vertici Rai tutti – dalla Presidentessa Monica Maggioni alla componente del CdA Rita Borioni, passando per il direttore di Rai Uno Andrea Fabiano – hanno prontamente espresso il proprio disappunto per l’accaduto, tra rabbia e ammissioni di colpe, ma quello che rimane da chiarire è come possa essere arrivato alla trasmissione un servizio simile. Perché va bene riconoscere i propri errori a posteriori, ma da un’azienda come la Rai ci aspetterebbe un più attento controllo sulla qualità dei prodotti mandati in onda. Se anche fosse tutto un grande fraintendimento, in cui la scarsa capacità comunicativa dei produttori è pari solo alla malafede e alla malizia degli spettatori, rimarrebbe comunque il fatto che errori così grossolani non sono ammissibili per l’ente gestore del servizio pubblico nazionale. 

Questo dettaglio non deve essere sfuggito al Direttore Generale della Rai Antonio Campo dall’Orto, che ha appena annunciato la cancellazione del programma. Le scuse, a volte, non bastano.

‘Sorelle’: una fiction che esalta la femminilità

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Come si può rinascere dopo un tradimento? A questa domanda cerca di rispondere ‘Sorelle’, la nuova fiction targata Rai che andrà in onda a partire dal 9 marzo in prima serata. La serie, che vede alla regia Cinzia Th Torrini, cerca di esaltare l’universo femminile, anche grazie alle presenza di grandi attrici con importanti carriere alle spalle come Anna Valle, Loretta Goggi e Ana Caterina Morariu. Protagoniste di questa nuova fiction sono due sorelle all’apparenza diverse ma in realtà molto simili: Chiara(Anna Valle), una donna molto razionale, che ha abbandonato la sua terra di origine(Matera) per dedicarsi esclusivamente alla carriera rinunciando al sogno di una famiglia, ed Elena(Ana Caterina Morariu), una donna più impulsiva, senza regole, che trascura i suoi figli per andare in giro a divertirsi e godersi la vita. Tra le due c’è tanto rancore, ma anche un profondo amore che le lega fin dalla nascita. Non meno importante il personaggio di Antonia(Loretta Goggi), madre delle due donne. Una figura simile ad Elena per coraggio ed irrazionalità, una grande femminista che ha dedicato la sua vita alle figlie avute da due uomini diversi. Tre personaggi che vivono a modo loro e non amano la normalità, rappresentanti dell’universo femminile contemporaneo. Ad essere messo in risalto è soprattutto il punto di vista della donna, scavando anche nella psicologia dei personaggi, con una buona dose di ironia.

Una fiction che non ha solo un grande cast ma anche una trama molto avvincente in cui si mescolano generi molto diversi tra loro: il dramma familiare, il giallo, il mistery, ma anche elementi paranormali. Una storia profonda, in cui viene messo in risalto il percorso di rinascita di una donna(Chiara), che si è “rifugiata” nella capitale per stare lontano dai pettegolezzi della gente e dai cattivi ricordi. Il ritmo della della fiction è lento, scandito dai continui flashbak di Chiara, che permettono allo spettatore, nella prima puntata, di capire i motivi che hanno spinto la protagonista a lasciare la ‘città dei sassi’. Matera può essere definita quasi un altro personaggio della serie: il suo paesaggio viene fatto vedere nei minimi dettagli, se ne esalta il fascino(come non accadeva da tempo) e questo arricchisce non poco la storia. La Rai prosegue dunque il suo percorso di ‘rinascita’ con questa serie potente, con un grande cast e un messaggio importante; le premesse ci sono tutte, allo spettatore non resta che attendere ancora qualche giorno…