FASMA

di Alessio Boccali

“VOGLIO SOLO CHE SI CAPISCA CHE FASMA NON SONO (SOLO) IO, MA UNA STRADA CHE TIBERIO HA DECISO DI INTRAPRENDERE”

Ho incontrato Fasma (all’anagrafe Tiberio Fazioli) all’alba del suo esordio sul palco del Teatro Ariston e in un clima estremamente disteso si è parlato di “Per sentirmi vivo” e del messaggio che la sua musica vuole veicolare.

Ciao Tiberio! Innanzitutto, come stai? Com’è stare qui a Sanremo?
Ciao Alessio, diciamo che sto. Arrivare qua è bello, ma molto ansiogeno. Incontrare per la prima volta un mondo che è fortemente preparato al Festival è un bel banco di prova. Ho tanta voglia di far ascoltare la mia musica, ma c’è anche tutto un intorno che va vissuto e non è facile farlo.

Eppure, dalle tue esibizioni, come da quelle dei tuoi colleghi, nel percorso per arrivare sul palco dell’Ariston si è sempre avvertita una grande padronanza…
TI ringrazio. Non devo essere io a sostenerlo, ma mi fa molto piacere sentirmelo dire. Certo, affrontare il palco di Sanremo è tutta un’altra storia rispetto ai “miei” palchi. Sono abituato ad aprire le “cerchie”, a buttarmi tra la gente, a cantare insieme alle persone; qui, naturalmente, c’è una maggiore attenzione alla narrazione artista-pubblico. È una cosa nuova che mi sta rendendo sempre più consapevole del mio status di cantante. Vorrei arrivare al pubblico di Sanremo per come sono quando sto tra la “mia” gente.

Ho visto che hai portato qui anche la tua crew, la WFK…
Sì, il mio socio GG sale anche con me sul palco. Era giusto che questo pezzo fosse presentato al pubblico per come è nato, ovvero come un dialogo tra noi.

Nei tuoi pezzi hai spesso preso in prestito il nome di grandi personaggi del passato per i titoli. Se dovessi associare un personaggio a questa “Per sentirmi vivo” a chi penseresti?
Lo sai che è geniale questa domanda? Ti spiego, ho sempre trovato più semplice associare delle immagini ai miei pezzi per comunicare il loro contenuto; Nel mio ultimo album all’attivo “Moriresti per vivere con me”, infatti, trovi tutti titoli molto particolari, non ho mai pensato a un titolo ad effetto. Se dovessi scegliere un personaggio da associare a questo pezzo probabilmente penserei ad una vita da film e quindi, riprenderei come in passato, i nomi di Marilyn e di Lady D. Mi ha da sempre colpito la loro sensibilità. Ti dirò anche che questo pezzo lo associo pure così tanto a me che avrei pure potuto chiamarlo Fasma o Tiberio.

“Via da me, via da te, via da questa città…” da cosa vorresti scappare? Se è una fuga quella di cui vuoi parlare…
No, non voglio scappare. Sto capendo che a volte non è necessario scappare, ma è meglio andarsene, non perché stando fermi si sbaglia, ma perché muoversi ci aiuta ad accettare il passato. È una fuga per non star fermo ad accettare passivamente tutto ciò che ci viene offerto.

Non amo dare etichette alla musica e so che tu la pensi come me, possiamo riflettere però sul potere che associ alle immagini nella tua musica. Hai anche una passione per qualche forma di arte visiva?
Vedo un sacco di film. Il cinema mi fa impazzire. Quando ero più piccolo andavo al cinema anche due volte al giorno e oggi grazie all’insonnia che mi affligge proseguo questo trend.

Per chiudere, qual è il messaggio principe di “Per sentirmi vivo”?
Questo sono io e questo sei tu. Non voglio costringere nessuno a pensarla come me e non voglio indottrinare nessuno. Voglio solo che tutti quanti possano avere la possibilità di fare un viaggio dentro loro stessi come ho fatto io quando l’ho scritta.

Il tuo nuovo disco uscirà il 28 febbraio e si chiamerà “Io sono Fasma”…
Sì, ma non voglio che abbia un’accezione personale. Voglio solo che si capisca che Fasma non sono io, ma una strada che Tiberio ha deciso di intraprendere. Tutti possono portare a casa il loro Fasma.

 

GHALI

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di Alessio Boccali

“Quanta ragione aveva chi diceva che il secondo album è difficile. Ci ho messo tutto me stesso. Buon DNA!”

A distanza di tre anni dal primo album in studio, Ghali è tornato e l’ha fatto in grande stile con “DNA”. Un album personale, orecchiabile e allo stesso tempo di spessore. Un disco che andrebbe fatto ascoltare a razzisti e ignoranti con modalità simili a quelle della cura Ludovico in “Arancia Meccanica”.

Ciao Ghali, come stai? Partiamo subito dal titolo del tuo nuovo album “DNA”, mi piace questa tua idea di appartenenza al mondo e alla tua identità. Non è uno estraniarsi dal contesto, ma un rimanerci attaccato affermando la propria identità. Quanto è difficile da trasmettere in musica tutto ciò?
Ciao! Sono passati tre anni dall’ultima volta che mi sono sentito così. Ho intitolato il mio nuovo album “DNA” perché rappresenta il mio DNA, il mio essere, più che mai questa volta. Dopo aver viaggiato ed essere stato influenzato da vari produttori e artisti internazionali ho ascoltato tanta musica in questi ultimi mesi. Ho pensato e viaggiato davvero tanto e non solo fisicamente; alla fine ho riportato a Milano con me tutto il “materiale” e assieme al mio team abbiamo lavorato a questo nuovo disco, che veramente rappresenta la mia persona oggi come non è mai successo. È il secondo album. Rispetto al primo c’è più consapevolezza: affronto argomenti e li tratto in una maniera diversa, mi metto ancora più a nudo secondo me, ci sono delle canzoni che prima magari non avrei mai fatto. C’è proprio questa voglia di cantare, c’è una ricerca. E ci sono dei sassolini che mi sono tolto dalle scarpe. Diciamo che è il “next step”.

Giochiamo sul titolo di un pezzo del tuo nuovo album, “Flashback”, e quindi facciamo un salto indietro. Proprio forse agli inizi di quella che è ormai, purtroppo, un’escalation di razzismo e di paura nel nostro paese, tu, nato a Milano da genitori tunisini, sei diventato uno dei cantanti più ascoltati. Una bella “botta” per tutti i seminatori d’odio degli anni nostri sottolineata ai tempi anche da Roberto Saviano. Come ti sentivi in quei giorni e cosa senti oggi, come allora, di dover comunicare con la tua musica? Sei consapevole di fare e aver fatto “politica” – intesa come interpretazione della società – con la tua musica?
Io penso di essere politico sempre in modo involontario. La mia visione della politica è ingenua non sono sicuramente uno che ne sa. Dove sono cresciuto io la politica non arrivava, non si occupava dei nostri problemi. Se faccio politica con la mia musica non è mai in modo ideologico, racconto solo delle cose che mi sono successe.

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Ghali ha creato un modo tutto suo di fare musica partendo dal rap. Non hai bisogno di fare il gangsta, sei un essere umano con le sue fragilità e ciò ti piace. Sei il supereroe di cui la musica italiana, e più in specifico il rap, aveva bisogno?
Io mi ispiro a Michael Jackson e a Stromae. Non penso di essermi inventato qualcosa, penso solo di essere molto fedele a quello che sono. Dato che siamo tutti diversi questo ci rende in un certo senso tutti unici. Mi piacerebbe essere un supereroe, ma in realtà sono felice di essere solo Ghali.
Dalla tua esibizione aperta dalla “finta caduta” sul palco dell’Ariston, ma anche dai primi singoli usciti, ho trovato un Ghali teatrale, non solo in grado di creare uno show come era in passato, ma soprattutto volenteroso di crearlo; oggi più che mai è evidente questa volontà di costruire un grande immaginario intorno a te e di riempirlo di significati?
Avevo un po’ di ansia prima di salire sul palco di Sanremo, però il feedback è stato mega positivo, la gente era felice e quello che avevamo in mente è riuscito. Penso che sia andata bene, la mia intenzione è quella di portare questo format “teatrale” già l’8, il 9 e il 10 maggio al Fabrique. Le tre date in una sola location sicuramente mi aiuteranno a creare una tipologia di show diverso: il fatto che sia fermo in uno stesso posto mi aiuterà tantissimo, poi capirete perché. Non mancheranno tutte quelle atmosfere viste nei precedenti spettacoli: il cinema, la moda, le luci… sarà sensazionale. Tutto questo, sì, mi aiuta ad “ampliare” i pezzi sul palco riempiendoli di significati.

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Tutto ciò ti porterà a sperimentare senza più paura di cadere (per davvero)? Hai raggiunto una nuova consapevolezza/maturità?
Sicuramente sì, questo è il mio disco più maturo perché anch’io ora sono più maturo. Sto facendo piccoli passi, caderne ne fa parte, ma sento di essere davvero cresciuto rispetto ai miei lavori precedenti, senza rinnegarli naturalmente.

Vanità: Online da oggi il video del secondo singolo di Giorgia

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È disponibile da oggi,venerdì 27 gennaio,  in tutte le piattaforme online il video di “Vanità”, il secondo singolo di Giorgia, attualmente in rotazione radiofonica, estratto dall’ultimo album di inediti dell’artista, “ORONERO”.

Il video di “Vanità”, diretto da Cosimo Alemà e prodotto da borotalco e bmovie Italia s.r.l.,mette in scena ‘la gente’ di cui si parla nel testo, tre racconti che si intrecciano e formano un affresco corale di storie di vita dove i personaggi raffigurano tutte le sfaccettature che la vanità può rappresentare. “Vanità”, il cui testo porta la firma di Giorgia (con la musica di Emma Rohan e Jez Ashurst) è un brano di denuncia sociale verso una società nella quale il giudizio prevale sul dialogo, ma anche un campanello d’allarme per un’umanità che sembra aver perso la retta via. Un testo-critica contro la falsità dei nostri giorni, con un sound contemporaneo che rispecchia una nuova ricerca autorale e musicale di Giorgia.   giorgia_oronero_2016__00506_ph-eolo-perfido

Giorgia sarà tra gli ospiti della 67° edizione del Festival di Sanremo nella serata di mercoledì 8 febbraio e tornerà a esibirsi su quello stesso palco che l’ha vista trionfare nel 1995 con il brano “Come saprei”e arrivare seconda con “Di sole e d’azzurro” nel 2001.

Oronero” (Microphonica/Sony Music Italy) consolida la già proficua collaborazione tra la cantante romana e il produttore Michele Canova, già insieme nei precedenti due album, “Dietro le apparenze” (2011) e “Senza paura” (2013), e conferma ancora una volta la grande capacità dell’artista di esprimersi appieno anche come autrice di se stessa. Dei 15 brani inediti che compongono l’album, infatti, 10 portano la firma di Giorgia (con le collaborazioni di Emanuel Lo e Pacifico tra gli altri autori), che grazie alla sua forte sensibilità artistica e alla sua potente carica interpretativa riesce a toccare le corde più profonde dell’animo umano.

Più di vent’anni di carriera artistica con oltre 7 milioni di dischi venduti, Giorgia è unanimemente considerata tra le più grandi artiste italiane di sempre, con una voce capace di virtuosismi tipici delle grandi star d’oltreoceano. Nel corso degli anni ha collaborato con importanti artisti italiani e internazionali quali: Luciano Pavarotti, Ray Charles, Lionel Richie, Jovanotti, Mina, Zucchero, Pino Daniele, Andrea Bocelli, Eros Ramazzotti, Herbie Hancock e Alicia Keys e molti altri.

 Qui sotto vi proponiamo il video di “Vanità”:

Spostato di un Secondo: Il ritorno di Marco Masini

©_ANGELO_TRANIDopo il ritorno all’Ariston per il Festival di Sanremo, il 10 febbraio uscirà il nuovo album di inediti di Marco Masini “Spostato di un secondo (prodotto da Sony Music Italy).

Il disco, che arriva a sei anni dal suo ultimo progetto, avrà il brano “Spostato di un secondo” singolo con cui l’artista sarà in gara nella sezione Campioni al 67° Festival di Sanremo (in programma al Teatro Ariston dal 7 all’11 febbraio).

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Il brano sanremese “Spostato di un secondo” è stato scritto da Marco Masini, in collaborazione con Zibba e Diego Calvetti e prodotto da quest’ultimo.  Giovedì 9 febbraio, serata in cui il Festival sceglie di omaggiare la canzone italiana, l’artista reinterpreterà il brano “Signor Tenente” del compianto Giorgio Faletti, presentato sempre a Sanremo nel 1994.

 Questa sarà l’ottava volta di Masini al Festival di Sanremo. La prima partecipazione fu nel 1990 quando il cantautore fiorentino al suo esordio si aggiudicò il 1° posto della Sezione Nuove proposte con il brano Disperato. L’anno dopo tornò da Campione con “Perché lo fai” aggiudicandosi il terzo posto. Nel 2000 si presentò a Sanremo con “Raccontami di te” e nel 2004 vinse un’altra volta la kermesse ma questa volta nella categoria Big con L’uomo volante”. Tornò sul palco dell’Ariston nel 2005 con “Nel mondo dei sogni” e nel 2009 con “L’Italia”. La sua ultima partecipazione al Festival di Sanremo risale a due anni fa, nel 2015, con il brano “Che giorno è”.

Il 30 aprile partirà il suo nuovo tour con cui Marco Masini presenterà anche il nuovo disco. (le date prodotte e organizzate da ColorSound): si parte il 30 aprile al Teatro Verdi di Montecatini (PT), il 3 maggio al Teatro Duse di Ancona, il 5 maggio all’Auditorium Parco della Musica – Santa Cecilia di Roma, il 7 maggio al Linear Ciack di Milano, il 9 maggio al Teatro Massimo di Pescara, il 10 maggio all’Obihall di Firenze, il 13 maggio al Teatro Colosseo di Torino, il 14 maggio al Teatro Verdi di Pisa e il 20 maggio al Palabanco di Brescia.