La recensione di “Terra” di Le Luci Della Centrale Elettrica

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GENERE: Cantautorato, Alt-rock
DATA DI USCITA: 03.03.2017
LABEL: Cara Catastrofe
ARTISTA: Le Luci Della Centrale Elettrica
TITOLO: Terra
TRACCE: 10
VOTO: 4.5 / 5

Con l’esordio sulle scene nel 2007 grazie al suo progetto Le Luci Della Centrale Elettrica ha contribuito ad allontanare dall’indie quella “puzzetta sotto al naso” che la avvolgeva fino ai primi anni 2000, a dieci anni di distanza con questo nuovo album, intitolato “Terra”, Vasco Brondi è tornato in una scena musicale completamente cambiata, nella quale l’indie è più popular che mai.

L’impatto poteva essere tremendo e lasciare come vittima sacrificale l’intero progetto. Eppure questo album rischia di essere il più bel lavoro indie di questo inizio 2017.

Dal punto di vista tecnico, “Terra” mette ben in evidenza il grande lavoro sulla musicalità e sulla modulazione vocale operato dall’autore ferrarese in questi anni lontani dalle scene. Nell’aspetto ritmico è ben chiara una grande ricerca sonora che approda alla musica etnica, con suoni che rappresentano un mix tra la musica africana e quella balcanica. I testi sono tipici del cantautorato più belli degli anni 2000, d’altronde Vasco Brondi ci ha abituati bene, forse troppo. I suoi versi pieni di flussi di coscienza alla Joyce suonano troppo sofisticati per le orecchie dell’ascoltatore medio di oggi; un altro rischio che Brondi ha scelto di prendersi con questo “Terra”.

Nonostante questo, ciò che ci resta dell’album è un’emozione tremendamente viva.

Si parla di negatività e positività, attualità, sentimenti, esperienze; il tutto con una facilità ed una poeticità invidiabile. E sapete cosa c’è di ancor più bello? Che il disco è anche parecchio radiofonico!

I pezzi che colpiscono di più sono“Coprifuoco”, “Stelle Marine” e “A Forma Di Fulmine”, i tre singoli usciti prima del disco, ma tutti e dieci i pezzi, al primo o ai successivi ascolti, arrivano dritti alla testa e al cuore.

Vedremo come questi pezzi reggeranno la grande emozione del palco, di certo, se dovessi scommettere su chi potrebbe essere la “rivelazione musicale” di quest’anno, probabilmente punterei sul ritorno sulle scene di Vasco Brondi e del suo progetto Le Luci Della Centrale Elettrica.

La Terra canta e il suono è come quello…

La Terra canta. E il suo canto assomiglia a quello… di una balena! Infatti, la NASA ha registrato i suoni delle onde radio emesse dalle fasce che circondano il nostro pianeta, le pericolose fasce di Van Allen
Secondo voi la nostra Terra sa cantare?  E, se fosse, sarebbe intonata o stonata? Quali canzoni canterà, magari delle serenate alla sua amica Luna? La NASA, l’ente spaziale americano, se l’è domandato e ha scoperto che le onde radio emesse dalle fasce di Van Allen che sono delle zone di particelle ad alta energia intrappolate intorno al nostro pianeta, emettono dei suoni. E così ha deciso di registrarli. Il risultato? Una serie di suoni che assomigliano molto al canto delle balene . La registrazione delle doti… canterine del nostro pianeta è stata possibile grazie a una coppia di satelliti, chiamati Storm (tempesta, in inglese) che sono stati mandati in orbita dalla NASA.  L’impresa non è stata semplicissima perché le radiazioni delle fasce di Van Allen sono pericolose sia per gli uomini sia per gli strumenti elettronici! Alla fine, però, gli scienziati americani hanno vinto e sono riusciti a incidere il suono della Terra. Che, all’ascolto, è risultato essere molto simile ai suoni emessi dalle nostre amiche balene.

Fonte: Earth-chorus-EMFISIS by carlfranzen

Vasco Brondi sta per tornare sulla “Terra”

foto_vasco_brondiA distanza di tre anni da “Costellazioni” Vasco Brondi è pronto a tornare.

Il suo, ormai storico, progetto Le Luci Della Centrale Elettrica sta per sfornare un nuovo lavoro discografico. Il 3 marzo uscirà “Terra”, un nuovo album che Brondi ha presentato come «un disco etnico, ma di un’etnia immaginaria (o per meglio dire “nuova”) che è quella italiana di adesso. Dove stanno assieme la musica balcanica e i tamburi africani, le melodie arabe e quelle popolari italiane, le distorsioni e i canti religiosi, storie di fughe e di ritorni».

L’uscita del disco sarà naturalmente accompagnato da un tour, che porterà il cantautore ferrarese ad esibirsi in tutta Italia. Si parte il 16/3 dall’Astro Club di Fontanafredda (Pordenone) per finire all’Obihall di Firenze, in mezzo le date all’Hiroshima di Torino (23/3), al Dual Beat di Napoli (31/3), all’Atlantico di Roma (7/4), all’Alcatraz di Milano (13/4), all’Estragon di Bologna (21/4) e su tanti altri palchi italiani.