Deborah Iurato, perdersi per ritrovarsi e affermarsi come donna e come artista

Di Alessio Boccali

Deborah Iurato 01

Dopo tanta gavetta (televisiva e non) e la riscoperta del proprio essere artista attraverso una svolta stilistica emotiva e personale, Deborah Iurato è tornata con il singolo “Ma cosa vuoi?”. Grazie a questo brano la cantautrice di Ragusa ha scoperto il gusto di “perdersi per ritrovarsi”, di “non cercare a tutti i costi di liberarsi dal peso delle cose quando invece basterebbe solo seguire il ritmo giusto per vibrare”.
Proprio qualche giorno fa ho scambiato quattro chiacchiare con Deborah…

Ciao Deborah, innanzitutto, come nasce “Ma cosa vuoi?” e cosa significa questa nuova uscita per te?

Ciao! “Ma cosa vuoi?“  nasce in un momento particolare per tutti noi. Durante il lockdown ho iniziato a scrivere le mie canzoni e ho avuto modo di focalizzarmi a pieno sul mio progetto cantautorale: raccontando e raccontandomi con semplicità. Nel nuovo singolo parlo del conflitto tra uomo e donna, un vero e proprio tira e molla in cui anche chi ascolta si può rispecchiare. Mi piace pensare che nonostante i conflitti quotidiani quando si è davanti ad un vero sentimento tutto si superi.

C’è una nuova Deborah desiderosa di voltare pagina ora?

Era giunto il momento di una svolta stilistica, ne sentivo il bisogno e questo nuovo lavoro nasce in un momento molto particolare. In questo lungo periodo ho cercato e ricercato me stessa, provavo a scrivere qualcosa che mi appartenesse e sentivo il bisogno di trovare la mia dimensione dimenticandomi di tutto il resto.

Ti è mai capitato di sentire così tanto la pressione da parte di un qualsiasi ente esterno da arrivare a dire davvero “Ma cosa vuoi?” per affermare la tua libertà artistica?

A volte sì! Oggi scrivendo ho trovato serenità, ho cercato di seguire le mie emozioni durante la scrittura, e non c’è mai un momento specifico in cui “decido” di scrivere una canzone; ogni pezzo è frutto di un insieme di pensieri che racchiudono periodi della mia vita.

Deborah Iurato 02

Il sound di questo brano è molto radiofonico; hai dovuto trattenere un po’ la tua potenza vocale per adattarti al pezzo o sbaglio? Nel caso, sarebbe un segno di grande versatilità…

Sto sperimentando molto su me stessa e sul sound dei pezzi. Questo nuovo progetto è nato per caso, e non per l’esigenza specifica di rispondere al mood del mercato musicale attuale. Sto acquisendo una maggiore consapevolezza di me stessa come donna, e di conseguenza del mio essere artista, e vorrei che questo arrivasse al pubblico nella maniera più spontanea.

In parte del tuo cammino artistico ha avuto molta importanza la TV; in cosa pensi ti abbia fatto crescere maggiormente l’occhio della telecamera?

Sicuramente mi ha fatto crescere e prendere coscienza della donna che sono. Mi ha insegnato ad essere sempre me stessa.

iurato

Hai una fanbase davvero molto nutrita; sei riuscita a mantenere un contatto con la tua “gente” anche durante questo periodo di lockdown e se sì come?

Assolutamente sì! Amo follemente le persone che mi seguono e vedere i loro sorrisi mi riempie sempre il cuore di gioia. Fortunatamente oggi abbiamo strumenti come i social network che ci permettono di stare vicini anche se lontani. Instagram durante il lockdown è stato il miglior mezzo di comunicazione che ci ha permesso di non sentirci soli.

Capitolo progetti futuri: immagino che il ritorno al live sia la cosa che aspetti con più trepidazione, oltre a questo, ci sono nuovi singoli o un album a bollire in pentola?

Spero presto di tornare su un palco e cantare… Quello che sono adesso lo devo al mio impegno e alla carica che mi danno tutte le persone che mi seguono, spero che questo in futuro non cambi mai. Sto lavorando molto al mio nuovo progetto e tutto sta nascendo pian piano come fosse un puzzle. Sto cercando di raccontare con semplicità tutto ciò che vivo quotidianamente facendo sì che vengano fuori tutte le sfaccettature del mio essere.

PINGUINI TATTICI NUCLEARI

di Francesco Nuccitelli

Grande rivelazione sul palco dell’Ariston sul quale sono arrivati terzi con la loro “Ringo Starr” nella categoria BIG del Festival di Sanremo 2020, i Pinguini Tattici Nucleari (all’anagrafe Riccardo Zanotti, Nicola Buttafuoco, Lorenzo Pasini, Simone Pagani, Matteo Locati ed Elio Biffi) si sono prestati con grande simpatia alle nostre domande.

Dopo questo Sanremo vi sentite ancora “Ringo Starr” in un mondo di John e Paul?
Non abbiamo mai smesso di esserlo, è vero, abbiamo acquisito molta più visibilità dopo Sanremo, ma restiamo quelli di sempre, Ringo lo siamo stati per molti anni durante la nostra gavetta e anche se la partecipazione a Sanremo ci ha permesso di fare il salto e arrivare al grande pubblico, continuiamo a conservare lo spirito di Ringo Starr.

Com’è suonare sul palco dell’Ariston?
Suonare sul palco dell’Ariston è stata probabilmente una delle esperienze più emozionanti della nostra vita, è stato stimolante ed è stata una sfida con noi stessi in uno dei contesti più complessi con cui un musicista si può rapportare. Abbiamo vissuto una settimana magica piena di cose bellissime e che ci ha caricati al massimo per affrontare al meglio l’instore tour prima ed il tour nei palazzetti poi.

 

Con l’aiuto del WWF e grazie ai Pinguini Tattici Nucleari, da oggi in Antartide ci sono 100 pinguini imperatore che portano i nomi di stelle della musica italiana, e che non sono più in pericolo.

 

Qual è stato il criterio di scelta dei brani per il medley?
Come primo criterio di selezione abbiamo adottato l’ordine cronologico, prendendo le canzoni degli anni 50 e andando poi avanti con i decenni successivi. Abbiamo poi tenuto in considerazione la musicalità dei vari brani e la loro potenza musicale; non tutte le canzoni si riescono ad unire bene con le altre e quindi si doveva trovare qualcosa che avesse una certa potenza musicale, ma che allo stesso tempo avesse delle connessioni armoniche che permettessero alle canzoni di amalgamarsi le une con le altre.

Cosa significava per voi il festival e cosa significherà da oggi in poi?
Era un’esperienza nuova, che avremmo voluto provare. Da oggi in poi sarà una cosa in più che abbiamo fatto, un’esperienza che ci ha permesso di metterci in gioco e provare qualcosa di diverso, strepitoso. Nonostante sia stato molto importante, per noi in fondo è stata però solo una tappa: eravamo già per strada, con il successo di Fuori dall’hype e il tour nei palazzetti in partenza, ma il podio davvero non ce lo aspettavamo.

La vostra canzone di Sanremo?
Della settantesima edizione del Festival ci sono piaciute molto la canzone di Gabbani e quella di Anastasio.

In “Fuori dall’Hype Ringo Starr”, la riedizioni del vostro “Fuori dall’Hype”, ci sono nuovi inediti e nuovi arrangiamenti. Cosa ci potete a proposito?
“Bergamo”, che sembra essere una canzone d’amore per la nostra città natale, è in realtà un brano sulla bellezza, mentre “Ridere” è un pezzo che parla della grande paura generazionale degli gli Under30: la convivenza. Se va male, ci puoi solo ridere su! Ci sono poi gli arrangiamenti di Irene, in acustico con gli archi, e di Cancelleria, registrata live all’RCA Studio.

Neanche il tempo di rifiatare che già ripartirete per il tour. Non riposate mai?
Abbiamo deciso di goderci la vita da John e Paul per un po’, poi vediamo che accadrà.

Le pagelle della seconda serata di Sanremo 2020

Di Alessio Boccali e Francesco Nuccitelli

Seconda serata di gara per il festival di Sanremo 2020 e, quindi, seconda mattinata di pagelle per noi direttamente dalla sala Stampa Lucio Dalla.

Piero Pelù – Gigante

Alessio Boccali: Ho fatto fatica a comprendere tutte le parole, ma devo dire che comunque il pezzo gira. Certo mi ricorda un po’ la canzone di Jeeg Robot o, più in generale, la sigla di un’anime… Voto 6

Francesco Nuccitelli: Musicalmente il pezzo è forte, il testo sarà pure interessante ma nel live è poco comprensibile. Il palco lo gestisce alla grande, ma per festeggiare quarant’anni di carriera è un po’ poco. Voto 6,5

Elettra Lamborghini – Musica (e il resto scompare)

A.B.: Elettra sale sul palco emozionata e molto meno sciolta del solito. Nemmeno il suo twerk è così “convinto”. Il pezzo ha l’unica pretesa di entrare in testa: ci riuscirà e sarà la hit dell’estate quando il resto, giocoforza, scomparirà. Voto 5 

F.N.: La canzone sarà un tormentone, ma sul palco dell’Ariston stona parecchio. Nell’album rende, l’idea del brano è interessante, ma l’emozione è penalizzante per la sua performance. Voto 6

Enrico Nigiotti – Baciami adesso

A.B.: Bello l’assolo di chitarra, per un resto un pezzo più pop che d’autore che non entusiasma né arricchisce il curriculum di belle canzoni scritte dal cantautore livornese. Voto 4,5

F.N.: Dopo “Nonno Hollywood”  tutti si aspettavano molto di più. La ballad non gira, il testo è semplice (per una bella penna come la sua) e lui non colpisce sul palco. Voto 5

Levante – Tikibombom

A.B.: Brano alla Levante 2.0. Convincente, ma non pienamente nei miei gusti. L’esordio della cantautrice sul palco dell’Ariston è comunque pregno di personalità. Voto 6,5

F.N.: Il brano è interessante, la giovane artista siciliana convince al suo esordio. Grinta e forza per un brano impegnato. Voto 6,5

Pinguini Tattici Nucleari – Ringo Starr

A.B.: Quota pop – indie dell’anno. A me son sempre piaciuti e non dispiace nemmeno questo pezzo. Non so però quanto possa essere azzeccato per la kermesse. Voto 6,5

F.N.: Momento simpatia nel festival. La band indie si diverte e fa divertire, il pezzo suona bene e piace al pubblico. Per una volta Ringo Starr diventa protagonista. Voto 7,5

Tosca – Ho amato tutto

A.B.: La bellezza di un racconto cullato da una voce elegante ed emozionante. Nell’inciso ricorda l’interpretazione di Salvador Sobral all’Eurovision song contest del 2017. Tosca è una (gran) signora della musica. Voto 8 

F.N.: La voce di Tosca è da brividi, il pezzo è bello e lei lo interpreta divinamente.  Performance elegante e di classe. Voto 8,5

Francesco Gabbani – Viceversa

A.B.: Pezzo pop, ma con una buona impronta autorale. Piacevole e delicatamente sorprendente. Voto 7

F.N.: Messa da parte la scimmia, il Gabbani 2.0 colpisce con un brano intenso e impegnato. Outsider di questo festival. Voto 8

Paolo Jannacci – Voglio parlarti adesso

A.B.: Lui è emozionante ed emozionato. Strano vederlo lontano dal pianoforte, ma grazie a questa assenza riesce a far intravedere il sangue teatrale che gli scorre nelle vene. Ahimè, il pezzo non è proprio originalissimo. Voto 6

F.N.: Esordio positivo per il figlio d’arte. Il pezzo è molto sanremese, teatrale al punto giusto e vocalmente preciso. Non vincerà, ma il testo (personalmente) merita. Voto 7

Rancore – Eden

A.B.: Carico, motivato e con un pezzo dal ritmo incalzante e dal testo pungente. Bella anche l’interpretazione, come sempre “sul pezzo”. Voto 8

F.N.: Grintoso e arrabbiato al punto giusto. Rancore al suo esordio da solista si comporta benissimo. L’orario (come per altri) è stato penalizzante, ma lui è forte e veramente bravo. Voto 8

Junior Cally – No grazie

A.B.: Incavolato al punto giusto: forse un po’ populista, ma innegabilmente pieno di verità. Giusta la scelta di scendere in campo a volto scoperto. Voto 7

F.N.: Mettiamo da parte le polemiche per un momento; il pezzo gira bene, è polemico e politico al punto giusto. La performance colpisce e il ritornello rimane in testa. Voto 7

Giordana Angi – Come mia madre

A.B.: Pezzo pop un po’ scarico per la vena cantautorale dell’autrice romana. Bello il pensiero, ma si poteva fare di più. Voto 5

F.N.: Anche per lei – come per gli altri – l’orario è penalizzante. Lei è tra le cantautrici più interessanti del panorama italiano, ma questo pezzo non le rende giustizia. Voto 4,5

Michele Zarrillo – Nell’estasi o nel fango

A.B.: Esce dal suo sentiero, lo fa a notte fonda con tanta energia e coraggio. Esempio chiaro di un artista che ha saputo rimettersi in gioco. Da premiare. Voto 6,5

F.N.: Fuori dalla sua comfort zone, Zarrillo si mette in gioco con un brano bello e musicalmente coraggioso. Il veterano del festival chiude la seconda puntata in un orario improponibile, ma con il suo consueto sorriso. Voto 7

 

Qui Le pagelle della prima serata di Sanremo 2020

Wind Summer Festival, un esordio schiavo dei tempi televisivi

Schermata-2017-06-20-alle-21.59.45In principio c’era il Festivalbar, ora invece tanti festival estivi patrocinati da un brand; l’idea di base però non cambia: sotto le stelle di afose serate estive, sul palco di una o di più grandi città, si esibiscono gli artisti del momento, quelli che hanno da poco sfornato il tormentone estivo oppure stanno vendendo dischi a palate nell’ultimo periodo.

Spesso succede però che questi grandi festival debbano piegarsi un po’ troppo alle esigenze televisive a discapito della musica e del pubblico. È proprio questo quello che è successo nella prima serata di ieri del Wind Summer Festival 2017 a Piazza Del Popolo a Roma. Brani eseguiti più volte, uscite ed entrate in scena dei vari artisti ripetute più e più volte e, soprattutto, artisti tagliati dalla scaletta per motivi di tempi televisivi.

A rimetterci, come dicevamo, è stata in primis la musica e poi Fabrizio Moro, The Kolors, Tiromancino e Cristina D’Avena (gli artisti “tagliati”) insieme ai gruppi molto forniti di fan accorsi appositamente a Piazza Del Popolo per ascoltarli.

Una situazione che non fa di certo onore a chi da mesi sta lavorando corpo ed anima a questo grandissimo evento e che non avrebbe certamente voluto veder palesarsi una circostanza del genere, ma che fa emergere un dibattito interessante. È davvero giusto che la musica, forma d’arte tra le più amate e, proprio in quanto forma d’arte, espressione assoluta di libertà, debba essere così limitata da fattori esterni? Non si rischia di falsare le emozioni provate dall’artista sul palco e di conseguenza dal pubblico in ascolto se la medesima canzone viene fatta rieseguire per colpa di alcune riprese non venute bene?

Lascio a voi la risposta.

Eurovision 2017, questo sconosciuto

eurovision

Non avevo mai sentito parlare di questa specie di Zecchino d’Oro Europeo prima del mio Erasmus in Svezia. Quando si entra nella dimensione Erasmus seguire questo show abbastanza trash diventa un’esperienza tutto sommato divertente, quasi come seguire le finali dei mondiali di calcio per chi di calcio non se ne intende.

Per i novellini come la sottoscritta, Eurovision Song Contest è un programma nato nel 1956 per riunire i destini dei diversi paesi europei nello scenario del dopoguerra all’ interno del palinsesto televisivo European Broadcasting Union. Questo contest musicale internazionale che ogni anno raggiunge tra i 100 e i 200 milioni di telespettatori sembrerebbe essere uno dei programmi più longevi della televisione mondiale e che annovera tra i vincitori nomi come i mitici Abba (Svezia, 1974) e Celine Dion (1988 Svizzera).

Questo programma è molto amato in Europa, in particolare dagli Svedesi che hanno ospitato l’edizione 2016. Nel 2016, circa il 40% della patria degli Abba era concentrata sul piccolo schermo. Non sorprende quindi il fatto la Svezia nel 2017 sia arrivata 5 e che quasi ogni anno sia nella top 10.  Ovviamente, questo programma così internazionale riflette gli umori e le tendenze politiche europee. Un esempio di queste è dato dalla diatriba Ucraina- Russia. Anche quest’anno c’è stato spazio per tensioni tra i due paesi dato che la rappresentante della Russia Julia Samoylova non ha ottenuto il visto per l’ Ucraina.

E l’Italia?

Il 2017 è stato un anno di eccezione per l’ Italia poiché si sono verificate in contemporanea alcune condizioni mai accadute negli ultimi 20 anni. Infatti probabilmente per la prima volta a Sanremo ha vinto una canzone già conosciuta e cantata dagli italiani come Occidentali’s Karma. Inoltre il video di Gabbani aveva riscosso molte reazioni positive su Youtube dal pubblico straniero anche prima del contest europeo (probabilmente grazie al suo charme da tipico italiano).

Morale, nonostante avessimo tutte le carte in regola per conquistare una vittoria che non vediamo dal 1990 con Cotugno, il nostro Gabbani non ce l’ ha fatta e si è aggiudicato soltanto il Premio Stampa, circa 115 milioni di visualizzazioni su Youtube e un’accusa di alcolismo. E come con Trump ed il referendum di dicembre, le previsioni non ci hanno azzeccato e così ci siamo aggiudicati il sesto posto anziché l’ atteso podio.

La colpa di questa mancata vittoria potrebbe essere attribuibile ad una buona dose di disinteresse nostrano. Su Rai 1 c’è stato il 16,94% di share che solo per un soffio ha superato Amici di Maria de Filippi; dato ridicolo se si pensa che per Sanremo 2017 lo share è arrivato al 58% e che ha raggiunto il 66% per la finale Germania – Italia nel 2016.

Negli anni 80 l’Italia prese le distanze da questo festival per il basso livello delle canzoni nonostante Eurovision sia stato fondato proprio usando il modello di Sanremo. Nel 2003 venne però ritrasmesso da GAY TV dove ebbe circa 5 milioni di contatti e iniziò a riacquisire importanza.

L’augurio è che nel futuro questa manifestazione possa riaccendere lo spirito Europeo (o Erasmus) che giace in tutti noi con la speranza che diventi sempre un momento interessante di intrattenimento e non solo un teatrino politico. In ogni caso un grazie a Gabbani per averci fatto sognare la vittoria almeno un po’!

 

 

I Vichinghi stanno per invaderci ancora (attenzione: SPOILER e anticipazioni)

La serie televisiva targata History Channel, frutto del genio di Michael Hirst, sta per tornare con la quinta stagione, di cui non è ancora nota la data ufficiale di rilascio. La quarta stagione (o meglio, la quarta bis) ci ha lasciati con non pochi avvenimenti di grande rilevanza:

  • il personaggio centrale, il grande e leggendario Ragnar Lothbrok, muore per mano di re Aelle – il quale verrà successivamente punito con l’aquila di sangue per mano dei figli di Ragnar;
  • lo spinoso personaggio di Aslaug viene ucciso – per la gioia di molti fan – per mano di Lagertha, che in un colpo solo vendica il suo cuore infranto e ottiene il titolo di Regina di Kattegat;
  • Re Ecbert muore, non prima di aver tratto in inganno i figli di Ragnar e di aver nominato come suo successore il figlio Aethelwulf;
  • durante un banchetto in Inghilterra, dopo aver vendicato la morte di Ragnar, Ivar il Senz’ossa uccide suo fratello Sigurd Serpe nell’occhio, sotto lo sguardo sbigottito degli altri fratelli.

Il finale dunque, più che concludere gli avvenimenti della stagione, ha aperto le porte per tutto quello che accadrà nella stagione a venire. Nel frattempo i fan – già in trepidante attesa – non perdono occasione per scovare indizi nelle decine di foto che i protagonisti della serie pubblicano sui propri social.

La “spontaneità” del cast nel condividere con il pubblico gli scatti rubati sul set viene temuta dalle “armate anti spoiler” che – a ragione – trovano poco prudente la pubblicazione del dietro le quinte di uno spettacolo ancora da vedere. Da ogni nuova cicatrice immortalata in sala trucco, da ogni nuovo dettaglio del set o dei costumi potrebbero emergere dei particolari rilevanti sulla trama della nuova stagione; persino l’assenza di immagini ritraenti alcuni specifici personaggi potrebbe essere vista come presagio della loro morte. Prendiamo ad esempio gli scatti pubblicati dall’attrice Katheryn Winnick, che nella serie interpreta Lagertha (prima moglie di Ragnar Lothbrok e attuale regina di Kattegat):

View this post on Instagram

My new chair.. #Lagertha #queen #myassisstayingputIvar

A post shared by Katheryn Winnick (@katherynwinnick) on

Nel caso in cui la posizione fiera della Regina sul suo trono nuovo di zecca non fosse abbastanza esplicita, ecco che l’hashtag #myassisstayingputIvar ( – “Ivar, il mio sedere rimane dov’è “) toglie ogni dubbio: Lagertha non cederà presto il posto di sovrana e il Senz’ossa dovrà attendere per avere la sua vendetta. Ma non si fa in tempo a ben sperare, quand’ecco che sui social della Winnick spuntano immagini tutt’altro che rincuoranti:

https://www.instagram.com/p/BSQlltkhHxD/?tagged=katherynwinnick

Il nuovo tatuaggio della shieldmaiden, indubbiamente bello, non riesce a distogliere i fan più attenti dal trucco sul volto dell’attrice: tra ecchimosi, evidenti occhiaie e una grande cicatrice che parte dalla bocca e raggiunge lo zigomo – mal celata dall’uso dei divertenti filtri di snapchat – è evidente che Lagertha avrà dei momenti non facili. Un nuovo tentativo di invasione si abbatterà su Kattegat? Ivar tenterà davvero di vendicare sua madre? Che una nuova sanguinosa battaglia attenda i nostri vichinghi? Per ora non è dato sapere, ma incuriosisce constatare che al suo fianco potrebbe avere proprio Ubbe, primogenito di Ragnar e Aslaug.

Le teorie nate a seguito della pubblicazione di questa foto sono state molteplici. Alcuni vedono nella straordinaria somiglianza tra Ubbe e il Ragnar dei primissimi tempi un motivo sufficiente per far scattare la scintilla con Lagertha; altri ritengono che sia semplicemente un’alleanza politica per contrastare la lucida follia di Ivar e la sua smania di potere. Quale che sia la risposta, ne vedremo sicuramente delle belle.
Altrettanta curiosità è suscitata dalle foto pubblicate da Alexander Ludwing, interprete di Bjorn Fianco di Ferro, primogenito (e unico figlio in vita) di Lagertha e Ragnar.

View this post on Instagram

#vikings Season 5

A post shared by Alexander Ludwig (@alexanderludwig) on

View this post on Instagram

Savage makeup by @puffjockey #vikings #work

A post shared by Alexander Ludwig (@alexanderludwig) on

Il personaggio di Bjorn – oramai maturo – ha assunto fattezze che ricordano moltissimo quelle del padre in età avanzata, ma la nuova cicatrice sull’occhio fa sorgere nuovi interrogativi: sarà il segno lasciato dalla conquista del Mediterraneo o il frutto delle stesse violente vicende di cui sarà protagonista sua madre?

Il fatto che tante domande sul futuro di una serie siano nate grazie ai canali social dei singoli interpreti, non attraverso pubblicazioni sulle pagine ufficiali del programma, è uno dei migliori esempi del funzionamento dei prodotti culturali ai tempi del web. L’utilizzo di canali innovativi – a conti fatti – sembra essere una scelta vincente non solo per tenere vivo l’interesso dei fan, ma anche per il plus di portare il pubblico ad affezionarsi ad altri personaggi: è infatti indubbio che la morte dell’amatissimo Ragnar, interpretato dall’australiano Travis Fimmel, abbia lasciato un enorme vuoto e dunque una pesante eredità. I suoi figli saranno in grado di tenere il programma allo stesso livello del padre? Non rimane che attendere la nuova stagione.
Nel frattempo,  vi lascio con un ultimo sguardo al nostro vichingo dagli occhi blu.

https://www.instagram.com/p/BLyG_fAjo7o/?taken-by=ragnar_the_lothbrok&hl=it

STRANGER THINGS: NUOVA IMMAGINE SULLA COPERTINA DI EW

stranger-things-2-1

A pochi giorni di distanza dal primo teaser trailer ufficiale della seconda stagione della serie Netflix Stranger Things, ecco comparire i giovani protagonisti sulla copertina del nuovo numero di Entertaiment Weekly.

Ed ecco Dustin (Gaten Matarazzo), Lucas (Caleb McLaughlin), Mike (Finn Wolfhard), Will (Noah Schnapp) ma soprattutto Eleven (Millie Bobby Brown) svettare nell’immagine esclusiva: è proprio il confermato ritorno di quest’ultima ad aver scatenato il più acceso dibattito sul web, oltre a sfoggiare una nuova capigliatura di capelli ricci che dimostra il lasso di tempo trascorso tra le due stagioni.

stranger-things-2-ew

Per adesso la trama della seconda stagione è ancora avvolta dal mistero, ma le poche immagini trasmesse nello spot del Super Bowl ci hanno lasciato intuire che il personaggio di Will sarà estremamente centrale, dopo gli avvenimenti conclusivi della prima stagione. Oltretutto, la serie si svolgerà nel periodo di Halloween del 1984: tra le scene che ci sono state mostrate, infatti, cominciano già i rimandi ai gloriosi anni ’80, con i ragazzini vestiti da Ghostbusters (il primo film uscì proprio quell’anno).

stranger-things-2

Durante la spasmodica attesa per le nuove puntate, speriamo di saperne presto di più: rimanete con noi per rimanere aggiornati!