Alex Polidori: “Bisogna cambiare il presente per cambiare il futuro”

Di Francesco Nuccitelli

Quando guardare più in là serve, quando non bisogna pensare solo al proprio orticello, ma si deve andare oltre e cercare di salvare un intero ecosistema. Il poliedrico artista Alex Polidori, oltre a fare bene il suo mestiere, in questo caso come cantante con il suo ultimo brano “Mare di Plastica”, fa bene anche il ruolo di messaggero per la salvaguardia dell’ambiente e dei mari puliti. Nella speranza che il suo messaggio venga ascoltato da tutti, noi lo abbiamo intervistato:

Ciao Alex, come sta andando questo ritorno alla normalità?

Tutto bene! Continuo ad essere molto attento nell’osservare le regole di distanziamento e soprattutto di NON ASSEMBRAMENTO, ma comunque sto tornando a fare quasi tutto quello che facevo prima…con la mascherina!

Cantante, attore e doppiatore, in quale veste ti trovi meglio?

In tutte e 3! Sono varie sfaccettature della mia personalità e fanno parte di me. Nessuna esclude l’altra. Anche se la musica è probabilmente la mia passione più grande.

Mare di plastica

“Mare di plastica” è il tuo ultimo brano. Cosa ci puoi raccontare di questo singolo?

È una canzone volta a denunciare lo scarso rispetto per la natura e sensibilizzare le persone sul tema dell’emergenza ambientale. È un tema che ho molto a cuore e spero che questa canzone possa far riflettere ed essere apprezzata anche musicalmente.

Da dove nasce questo tuo impegno sociale?

L’idea è nata qualche mese, mentre guardavo un servizio in tv sui cambiamenti climatici e il problema della plastica in mare. Mi ha toccato e colpito moltissimo. Ho iniziato a riflettere sul fatto che se ognuno di noi cambiasse alcune abitudini, si potrebbe migliorare la situazione e far sì che l’uomo inizi ad impattare sempre meno sulla salute del pianeta. Tanti piccoli cambiamenti fatti da tutti possono diventare un grande cambiamento. Non si può più rimandare, non esiste “poi”. Bisogna cambiare il presente per cambiare il futuro. Mi ha ispirato tutto questo. Durante la quarantena mi sono avvicinato sempre di più al tema, partecipando anche a dirette instagram a tema ambientale con alcuni esponenti del movimento Fridays For Future, ho fatto piccole delle modifiche e ho ultimato il progetto. Credo fermamente che la musica sia uno dei mezzi di comunicazione più potenti e adatti a veicolare un messaggio così importante.

C’è un progetto più amplio, come un album, dietro al brano?

Per ora ho in progetto l’uscita di una serie di singoli, e in alcuni ci saranno ancora dei  riferimenti al rispetto dell’ambiente. Più avanti Mi piacerebbe realizzare un album. Magari il prossimo anno.

Prima di “Mare di plastica” c’è stato il brano “Virus Bastardo”, come hai vissuto questo periodo particolare?

È stato particolare. Ma nella negatività del momento ho provato a creare qualcosa di positivo e di essere prolifico al livello musicale. Essendo fermo col doppiaggio mi sono potuto dedicare al 100% alla musica. Tra le varie cose, ho voluto un esperimento social. Ho chiesto a chi mi segue su Instagram di aiutarmi a scrivere una canzone, suggerendomi attraverso dei sondaggi il mood della canzone e poi attraverso parole concetti e frasi che venivano loro in mente ho provato a scrivere un testo, componendolo quasi come un puzzle. Ovviamente ho messo molto del mio dopo aver scelto circa dovuto una trentina di parole, frasi, stati d’animo e concetti vari. Tutto convergeva verso la quarantena e quindi sono partito a scrivere su questo, ma in maniera molto spensierata e fresca. Così nasce Virus Bastardo.

Il tuo, come già detto, è un grido di allarme per l’ambiente. Cosa si può fare nel concreto per salvaguardare la natura?

Cambiare alcune piccole cose nel proprio stile di vita. Fare bene la differenziata, cercare di limitare i contenitori in plastica sostituendola con contenitori riutilizzabili. Si possono utilizzare borracce anziché le classiche bottigliette (già ogni volta che si riempie una borraccia si risparmia una bottiglietta di plastica e quindi uno dei rifiuti che finiscono di più nell’ambiente) spazzolini in bamboo, rasoi riutilizzabili, mascherine lavabili anziché monouso, non sprecare l’acqua, provare, dove possibile, a utilizzare mezzi elettrici per spostarsi. Queste sono solo alcune delle cose che si possono fare. Ovviamente la cosa principale è non disperdere rifiuti nell’ambiente circostante, e quello è un fatto di EDUCAZIONE prima di essere una questioni di rispetto della natura.

Celentano negli anni ‘60 scrisse la prima canzone ecologista e oggi tu proponi una canzone a difesa del mare e dell’ambiente. Pensi che sia cambiata la percezione dell’ambiente in questi anni?

Certamente sì! Ci sono tantissimi articoli, documentari, servizi in cui si parla del problema. È un emergenza di cui si parla molto ormai. Lo si conosce meglio e si sa anche abbastanza bene come affrontarlo, anche se è difficile. Sicuramente oggi non si può fare finta di niente come è stato fatto in passato. Tanti anni fa la risposta della natura sembrava non potesse arrivare mai, o si pensava che sarebbe arrivata tra centinaia di anni, forse. Ci si permetteva di rimandare, c’erano anche altri problemi più imminenti. Ma Oggi la situazione è critica e rimandare non è più possibile.

Alex Polidori