La Rappresentate di Lista al Primo Maggio di Roma

Di Francesco Nuccitelli

Tra i protagonisti del pomeriggio del Primo Maggio a Roma troviamo La Rappresentante di Lista, band che si è esibita – per la gioia dei fan – sopra lo storico palco di Piazza San Giovanni con due brani: “Questo corpo” e “Maledetta tenerezza”. Durante il concertone, noi di MZKnews, lì abbiamo raggiunti nel backstage per una veloce chiacchierata:

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Vi siete esibiti sul palco del primo maggio, tra la pioggia e il pubblico festante. Ma qual è stato il tocco queer che avete portato su questo palco?

Sicuramente il mio rossetto… questo mi sembra abbastanza queer. Ma aldilà di questo, se intendiamo queer come fuori da ogni schema o fuori da ogni genere e categorizzazione, potremmo dire che ciò lo già è la nostra musica.

Per quello che facciamo, grazie ad un lessico nuovo e all’utilizzo di codici diversi, ma anche per il fatto di non metterci dentro delle gabbie di generi musicali… né pop e né rock. Ecco, in questo senso noi portiamo questo tipo di esibizione.

Per voi cos’è oggi il primo maggio?

Ora sarà un modo per ricordare questa esperienza, questa possibilità di trovare un bellissimo pubblico, ma anche di trovare e ri-trovare dei fantastici colleghi e compagni di lavoro con cui ragionare anche sui temi delicati, come appunto il tema del lavoro. Anche perché questo è sicuramente l’argomento più importante di questa giornata.

Sì, questi sono quei momenti dove c’è la necessità di riaccendere il fuoco del dibattito, sui temi caldi e si spera che vengano protratti oltre la giornata del primo maggio.

Cosa potete dirci del lavoro del musicista, che ancora oggi, in Italia non è considerato tale…

Che effettivamente il lavoro del musicista diventa lavoro e diventa professione solo in un secondo momento, anche per noi è stato così. Basta pensare a tutte le giovani band, i giovani cantautori che si approcciano al mondo del lavoro come musicisti, spesso devono fare tantissima gavetta prima di considerarlo un vero lavoro.

È un investimento continuo nei primi tempi e si fa veramente fatica a far valere i propri diritti sul lavoro. Però, dal momento in cui ci si inserisce in un team di persone che ti stanno accanto e che riescono anche a tutelarti, cambiano molti aspetti. Anche la nostra serenità è cambiata in questo mestiere. Noi oggi lo sentiamo più libero, ma per gli artisti in generale è un mondo impossibile.