Attack of the Cyber Octopuses: ancora 7 giorni per sostenere il progetto!

Il corto cyberpunk Attack of the Cyber Octopuses potrebbe diventare realtà grazie al vostro contributo

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Sono veramente migliaia le campagne di finanziamento di ogni genere che potete trovare su Kickstarter: quando ne troviamo una che ci intriga particolarmente, soprattutto se viene dalla mente di un talentuoso regista italiano, non possiamo però fare a meno di consigliarvela.

Attack of the Cyber Octopuses è un progetto nato proprio da Nicola Piovesan, italiano attualmente residente a Tallinn.. Ma perché ci sembra così dannatamente interessante? Beh, si fa presto a dirsi: da quanto trapela dal trailer che accompagna la pagina e le immagini diffuse, il corto cyberpunk sembra essere un fantastico omaggio alla filmografia di fantascienza anni ’80 e ai suoi effetti speciali artigianali, che riporta alla mente tanto Blade Runner quanto Akira, Alien, e chi più ne ha più ne metta.

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Traendo ispirazione dal Neuromante di William Gibson, oltretutto, Piovesan e il suo team hanno deciso di girare la pellicola senza l’aiuto né del green screen né della CGI, ricorrendo quindi a una serie di modellini e location in miniatura interamente costruiti a mano: vi facciamo notare anche che tra le varie opzioni che vi consentono di contribuire al progetto ce n’è anche qualcuna che vi permetterà di ricevere a casa proprio uno dei “polpi cibernetici” che danno nome al film!

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La storia si ambienta nel nel 2079 A.D. a Neo-Berlin, metropoli cupa e battuta dalla pioggia governata da mega corporation. L’unico modo che le persone hanno per divertirsi è connettersi nel cyberspazio e assumere il “binary trip”, una cyberdroga che brucia i neuroni, ma promette di far provare emozioni fortissime. E’ proprio in questa realtà distopica che un gruppo di detective del cyberspazio dovranno affrontare una nuova minaccia: un’armata di polpi cibernetici che stanno terrorizzando la città.

La pagina Kickstarter che potete trovare cliccando qui vi permette di donare qualsiasi cifra, e ovviamente maggiore sarà la donazione e maggiori saranno le ricompense che riceverete. La campagna si chiude tra 7 giorni e mancano solo 2000€ per raggiungere l’obiettivo che permetterà di far divenire realtà questo progetto: noi abbiamo già donato, voi che state aspettando?

Nel frattempo vi lasciamo qui il gustoso trailer, sperando che vi possa invogliare ancora di più:

 

#OutThisWeek – Le novità in sala, 20/02

Le uscite in sala dell’ultima settimana di Febbraio

Rieccoci con la nostra rubrica settimanale #OutThisWeek, dove vi segnaliamo tutte le uscite in sala della settimana: quelle che vi aspettano questa volta sono veramente moltissime pellicole interessanti. Oltre a Barriere e Jackie, film che sono stati notati dall’Academy per le nominations di quest’anno, ecco arrivare anche The Great Wall, il nuovo film di Yimou (per la prima volta con attori americani) e anche l’attesissimo sequel di Trainspotting, diretto da Danny Boyle.

Ma andiamo a vedere tutti i film:

DAL 20 FEBBRAIO:

DAVID LYNCH: THE ART LIFE di Jon Nguyen, Rick Barnes, Olivia Neergaard-Holmes

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David Linch si racconta, approfondendo la sua vita e aprendo le porte del suo studio da pittore tra le colline di Hollywood: The Art Life è l’inizio della vita da artista del regista di Missoula, Montana; è un flusso ben congegnato di riflessioni associate a immagini artistiche, frutto dell’incessante lavoro di Lynch.

CRAZY FOR FOOTBALL di Volfango De Biasi, Francesco Trento

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Da anni Santo Rullo, presidente dell’Associazione italiana di psichiatria sociale, si batte perché i pazienti affetti da disturbi mentali vengano reinseriti nella società, e uno degli strumenti che ha individuato è il gioco del calcio: questo documentario racconta la formazione della squadra nazionale composta da pazienti psichiatrici che ha partecipato in maglia azzurra ai campionati mondiali del Giappone, mostrandoci il gioco del calcio nella sua più bella accezione, ovvero quando torna ad essere un vero collante allo stato puro, che consente di superare le barriere sociali che separano i poveri dai ricchi e gli “abili” dai disabili.

ALLA RICERCA DI UN SENSO di Nathanael Coste, Marc de la Ménardière

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A 10 anni dal loro ultimo incontro, Nathanael ritrova Marc, un suo vecchio amico d’infanzia, a New York: Nathanael gira documentari sulla mancanza d’acqua in India, Marc invece è un guru del marketing. I due, equipaggiati di una piccola telecamera e di un microfono, cercheranno di capire cosa abbia portato a questo stato di crisi.


DAL 21 FEBBRAIO:

GIMME DANGER di Jim Jarmusch

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Nel 1973, la band statunitense The Stooges interruppe il proprio percorso: la band viene evitata come la peste dalle case discografiche per le scarse vendite e per un performer scandaloso ed esibizionista, Iggy Pop. Tuttavia, la loro importanza di band sperimentatrice, per il sound ipnotico, sporco, disturbante, emergerà gradualmente negli anni, fino ad essere considerati una vera icona punk dell’era moderna.


DAL 23 FEBBRAIO:

T2 TRAINSPOTTING di Danny Boyle

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A vent’anni esatti dalla sua rocambolesca fuga dalla Scozia con sedicimila sterline nella borsa, Mark Renton si ripresenta a Edinburgo e al cospetto dei vecchi amici, Simon “Sick Boy” e Daniel “Spud”. Anche “Franco” Begbie, intanto, è evaso di prigione e non vede l’ora di ammazzarlo a mani nude. Renton li ha traditi, si è rifatto una vita, fuori dalla droga e dentro un progetto borghese, ma quella vita si è già sgretolata, mentre l’amicizia dei compagni di siringa dimostra, nonostante tutto, di aver tenuto bene. Molto è cambiato e molto è rimasto lo stesso.


THE GREAT WALL di Zhang Yimou

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Il visionario regista cinese Zhang Yimou (Hero, La foresta dei pugnali volanti), torna accompagnato dalla superstar mondiale Matt Damon per la sua prima produzione in lingua inglese, che è anche il film più costoso mai realizzato in Cina: in The Great Wall racconta la storia di un gruppo alle prese con la valorosa difesa dell’umanità su uno dei più iconici monumenti del mondo.


BARRIERE di Denzel Washington

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Film candidato ai premi Oscar 2017, Barriere è la storia di un netturbino nella Pittsburgh degli anni ’50 che combatte ogni giorno contro le ingiustizie sociali e  con i suoi demoni interiori. Spirito indomabile e ciarliero, ha una moglie, un’amante, un amico inseparabile e due figli a cui tarpa le ali per proteggerli dalle discriminazioni razziali.


JACKIE di Pablo Larrain

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Una straordinaria Natalie Portman è Jackie Kennedy: sono passati cinque giorni dalla morte di John Kennedy e la stampa bussa alla sua porta, chiedendo una relazione particolareggiata dei fatti di Dallas. Sigaretta dopo sigaretta, Jackie ristabilirà la verità e stabilirà la sua storia attraverso le domande di Theodore H. White, giornalista politico di “Life”. Una favola che il suo interlocutore redige e Jackie rilegge, rettifica, manipola e perfeziona.


LA MARCIA DEI PINGUINI – IL RICHIAMO di Luc Jacquet

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La voce narrante di Pif ci accompagna al Polo Sud, dove un pinguino imperatore deve insegnare al suo piccolo a diventare adulto e avviarlo verso il viaggio in direzione del Mare Antartico dove il pulcino dovrà imparare a nuotare e a procurarsi il cibo come ogni altro membro del branco.


BEATA IGNORANZA di Massimiliano Bruno

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Due insegnanti per due metodi d’insegnamento e di rapporto con gli studenti completamente opposti: uno per la tecnologia e l'”online”, l’altro invece è più tradizionalista. Una commedia corale, dove si ride in modo amaro tra vicende sentimentali, avventure ed equivoci.


BANDIDOS E BALENTES – IL CODICE NON SCRITTO di Fabio Manuel Mulas

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Sardegna anni ’50. Il film racconta episodi legati alla faida, al banditismo di quegli anni, ambientati in un paese non definito. In una terra antica, immersa in una natura spettacolare, dove i monti dell’entroterra la fanno da padrone e i rifugi dei banditi sono le domus de Janas ed i classici Pinnettus, dove la figura della donna legata al matriarcato ha un ruolo importante, Mintonia, vedova e madre di Angheledda e Bobore, da l’avvio alla faida barbaricina.

Alla prossima settimana!

ANIMELAND: Racconti tra manga, anime e cosplay – La recensione del documentario di Francesco Chiatante

Animeland – Racconti tra manga, anime e cosplay, diretto e prodotto da Francesco Chiatante, con Luca Raffaelli, Massimiliano De Giovanni, Fabio Bartoli, Yoshiko Watanabe, Maurizio Nichetti, Giorgio Maria Daviddi, Caparezza, Paola Cortellesi, Fausto Brizzi, Simone Legno alias Tokidoki, Valerio Mastandrea, Shinya Tsukamoto, Michel Gondry, Masami Suda, Yoichi Takahashi, Vincenzo Mollica, Andrea Baricordi, Marco Pellitteri, Goldy.

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Il documentario Animeland – Racconti tra manga, anime e cosplay del regista esordiente tarantino Francesco Chiatante (classe 1981) si apre con una frase appartenente al più grande emblema vivente dell’animazione giapponese, Hayao Miyazaki: “Il paradiso risiede nei ricordi della nostra infanzia”, dice il maestro. Questa lunga serie di interviste è infatti è un viaggio che parte dai primi cartoni animati come Heidi, Goldrake, Jeeg Robot, Ken il guerriero e L’incantevole Creamy per arrivare fino a Holly e Benji, Lady Oscar, Dragonball e Naruto: un documento che riesce a dare un nostalgico sguardo al passato dell’animazione e del fumetto giapponese da parte di chi quel boom l’ha vissuto davvero.

Eh si, perché prima degli anni ’70 parlare di animazione in Italia voleva dire automaticamente Disney e Warner Bros:  tutto ciò fino agli anni settanta-ottanta, quando arrivò una vera rivoluzione grafica e narrativa proveniente dalla terra del Sol Levante portando nel nostro Paese un intero universo di anime (i cartoni animati giapponesi) e manga.

Ci racconteranno proprio questa rivoluzione, in un’ora e mezza di interviste, le più disparate personalità: a partire da Vincenzo Mollica e Luca Raffaelli, sempre preciso e piacevole da ascoltare, passando per il regista Shinya Tsukamoto e l’animatrice Yoshiko Watanabe (assistente anche del maestro Osamu Tezuka), arrivando fino a Maurizio Ratataplan Nichetti, il saggista Fabio BartoliMassimiliano De Giovanni e Andrea Baricordi di Kappalab e il designer Simone Legno, in arte Tokidoki. E ancora ecco un’inaspettata Paola Cortellesi che ci parla della sua infanzia e dei mostri buoni dei cartoni giapponesi, Fausto Brizzi, Giorgio Maria Daviddi del Trio Medusa, l’attore Valerio Mastandrea e Caparezza, vittima delle mosse di wrestling dei suoi compagni di scuola nell’intento di imitare l’Uomo Tigre. Personaggi diversi, ma con in comune il fatto di essere cresciuti nell’epoca della massima diffusione di quel nuovo mondo dell’animazione del fumetto che, anche secondo Raffaelli, tendeva ad avere un approccio diverso rispetto ai cartoni classici, non sdrammatizzando i problemi come avveniva in Bugs Bunny e soci, ma affrontandoli di petto e facendoli vedere realisticamente anche agli occhi dei bambini.

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Il documentario non si ferma però qui, ma ci racconta anche di come si sia evoluta l’influenza dell’animazione e del fumetto giapponese fino ai giorni nostri, come per esempio nel fenomeno odierno del “cosplay“, il travestirsi da personaggi provenienti proprio da anime o manga, di cui parla anche il sociologo Marco Pellitteri.

Il risultato finale di Animeland è quindi un interessante approfondimento di due realtà molto lontane che riescono a convergere e ad ammirarsi attraverso il media artistico: è un documentario che riesce sia ad accompagnare per mano chi di quel mondo non ne sa niente, quanto soprattutto a scaldare il cuore dell’appassionato in questione.

Nel nostro Paese il media del fumetto è ancora da molte (troppe) persone inconcepibilmente affrontato e guardato con grande diffidenza e superficialità, difficilmente accettato come Arte a tutti gli effetti e sottovalutato dal punto di vista culturale ed educativo: chi scrive spera caldamente che opere come Animeland, con la loro attenta analisi,  riescano a cambiare almeno in parte questa linea di pensiero ormai decisamente obsoleta.

LEGION: episodio o1x01 – La recensione (senza spoiler)

Il primo episodio di Legion è un viaggio nella disturbata mente di uno dei mutanti più potenti del pianeta: tra salti temporali, sintetizzatori e colori da LSD

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Il rischio di saturazione del mercato filmico e televisivo di prodotti supereroistici è veramente molto vicino: come al cinema sono ormai moltissime le pellicole prodotte dalla Marvel (nelle sue molteplici ramificazioni, dai Marvel Studios fino a quelle degli X-Men prodotte da 20th Century Fox), così anche la scia dei prodotti televisivi della “Casa delle Idee” non accenna a diminuire. Dopo Agents of Shield, Agent Carter e gli show del progetto Marvel-Netflix (tutti prodotti appartenenti al Marvel Cinematic Universe) Lunedì sera è andata in onda in Italia la prima puntata di Legion, attesa nuova serie tv frutto della collaborazione Marvel-Fox, tecnicamente appartenente all’universo cinematografico degli X-Men ma spiritualmente ad esso totalmente scollegata.

La necessità e la voglia di trovare una propria identità estetica è infatti un chiaro tratto distintivo di Legion fin dalla prima scena, carrellata dove seguiamo rapidamente la crescita di David Haller (Dan Stevens) dall’infanzia fino al ricovero, e che ci fa subito comprendere la difficile esistenza del protagonista: costantemente in bilico tra realtà e proiezioni mentali, David si ritrova rinchiuso in un ospedale psichiatrico, ma è subito chiaro come dietro la sua follia si nascondano in realtà delle facoltà psichiche che ne fanno uno dei più potenti e pericolosi mutanti in circolazione.

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La scelta dello showrunner Noah Hawley (la mente dietro la straordinaria serie tv Fargo) di portare questo problematico personaggio fumettistico su schermo è sicuramente azzardata: insieme alla storia di Legione (apparso per la prima volta in un albo del 1985 e nato dalla penna di Chris Claremont e Bill Sienkiewicz) andava infatti necessariamente trasposto tutto il suo contorno di allucinazioni, visioni e salti spazio-temporali che difficilmente sarebbe riuscito ad essere altrettanto efficace su schermo. L’approccio di Hawley è però sorprendentemente interessante: con inquadrature dagli echi kubrickiani, una recitazione sopra le righe e una gamma di colori saturi che ricordano molto la serie britannica Utopia, veniamo messi di fronte ad un disordinato insieme di scene dove è difficile capire cosa si svolga prima e cosa dopo, cosa stia accadendo realmente e cosa invece sia frutto di una proiezione mentale di David. Il risultato è un pilot studiato attentamente, disturbato e disturbante, che trasporta lo spettatore nello stesso labirinto mentale del protagonista e che crea un effetto straniante derivante proprio da questo disordine temporale. Quella che affrontiamo, infatti, è una confusione che rispecchia quella che alberga dentro la mente del protagonista, aiutata anche da una musica modellata su questo tipo di narrazione sincopata e da una sceneggiatura dalle atmosfere oniriche e visionarie, che però spiega perfettamente il passaggio da uno stato di assenza mentale ad un progressivo stato di consapevolezza del proprio essere e delle proprie potenzialità.

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Immaginatevi di vivere ogni giorno catapultati in una realtà straniante dove non riuscite a capire cosa sia reale e cosa no, un mondo in cui tutti vi credono pazzo e dove quindi, di conseguenza, cominciate a crederci per davvero anche voi. Un’ambientazione dove il tempo e lo spazio sono continuamente distorti e tutto ciò che vi circonda potrebbe essere tanto reale quanto puro frutto della vostra fantasia: i meandri della mente sono grandi quanto un universo, così come lo sono le domande lasciate insolute dalla conclusione del pilot, che non è detto troveranno una risposta nemmeno al termine delle 8 puntate che compongono questa stagione.

Legion è una serie molto diversa dai prodotti supereroistici che siamo stati abituati a vedere in questi ultimi anni, che non si limita ad un target di appassionati ma vuole fin da subito elevarsi a qualcosa di più: è un puzzle dove ci vengono forniti i pezzi in ordine sparso, e sta proprio a noi spettatori ricomporli nel giusto ordine. Quel che è certo è che il viaggio nella folle mente di David non è che all’inizio… E si prevede dannatamente interessante.

Legion è una serie televisiva ideata e prodotta da Noah Hawley, trasmessa negli Stati Uniti dall’emittente via cavo FX dall’8 Febbraio 2017 e che in Italia va in onda ogni lunedì su Fox. Interpreti: Dan Stevens, Rachel Keller, Aubrey Plaza, Bill Irwin, Jeremie Harris, Amber Midthunder, Katie Aselton, Jean Smart. Una produzione Marvel Television, FX Productions, 26 Keys Productions.

 

Il trailer e il poster de IL PERMESSO, il nuovo film di Claudio Amendola in sala dal 30 Marzo

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Prodotta da Eagle Picures, ecco arrivare nelle sale IL PERMESSO, la nuova pellicola di Claudio Amendola alla seconda volta alla regia dopo La mossa del pinguino (2014).

Dalla penna di Giancarlo De Cataldo, creatore di Romanzo Criminale e Suburra, in una sceneggiatura scritta con Roberto Jannone, arrivano quattro personaggi il cui comune denominatore sono le 48 ore che li separano dal rientro nel Carcere di Civitavecchia: sono le storie di tre uomini e una donna di diverse età ed estrazione sociale che, tra il thriller e il noir,  decideranno come utilizzare queste ultime 48 ore di libertà.

Ecco il trailer:

LEGO Batman: i 10 riferimenti ed easter eggs più belli della pellicola

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E’ ormai da una settimana nelle sale il film Lego Batman, che ci riporta la versione a mattoncini dell’uomo pipistrello già visto nello strepitoso Lego Movie per un film tutto suo: la pellicola è un vero tributo al passato decennale del Cavaliere Oscuro e contiene tonnellate di citazioni e rimandi ai vari Batman delle saghe principali, sia fumettistici che cinematografici.

Abbiamo raccolto per voi 10 EASTER EGGS tra le più brillanti e divertenti contenute nel film: andiamole a scoprire

10. MARVEL VS. DC

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Lego Batman contiene un accenno alla storica rivalità tra le due case di fumetti: la password per ottenere l’autorizzazione ad entrare nella Bat-Caverna è infatti “Iron Man sucks” (“Iron Man puzza” in italiano). In effetti difficilmente Bruce Wayne e Tony Stark andrebbero d’accordo, se vivessero nello stesso mondo: tutti e due sono miliardari con identità segrete, che si circondano di gadget tecnologici… Soprattutto, però, questa è in assoluto la prima volta che troviamo un rimando alla Marvel in un film DC: sarà possibile, prima o poi, vedere tutti i nostri super eroi preferiti insieme sul grande schermo, almeno nelle loro controparti in mattoncini?

9. BLUDHAVEN

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Centralissimo, nella pellicola, è il personaggio di Barbara Gordon (doppiata in italiano, ahimè, da Geppi Cucciari): entrando in scena dopo il pensionamento del padre, la giovane detective viene presentata come una brillante poliziotta che è riuscita a ripulire anche il malfamato quartiere di Bludhaven. Ai più attenti conoscitori del Batman fumettistico il rimando alla cittadina non sarà sicuramente sfuggito: Bludhaven, infatti, oltre ad essere luogo teatro delle avventure di Nightwing, ha visto anche Batgirl (proprio Barbara Gordon) costruire lì la sua personalissima Batcaverna.

8. SUICIDE SQUAD E IL DCEU

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In LEGO Batman non troviamo solo alcuni cenni a Batman v Superman: Dawn of Justice, con tutto l’immaginario del (confusionario) DC Extended Universe collegato alla pellicola: a sorpresa, infatti, ci sono anche alcune citazioni direttamente dal (ancora più confusionario) film Suicide Squad.

Oltre al fatto che Batman, nell’atto finale del film, sostiene che chiamare in soccorso dei cattivi per combattere altri cattivi sia un’idea stupidissima, all’inizio del film, invece, quando Killer Croc nuota sotto Gotham City per attivare l’ordigno piazzato da Joker, esclama “Siii! Ho fatto qualcosa!”: un chiaro rimando al ruolo abbastanza patetico che gli è stato riservato nel film di David Ayer uscito quest’anno nelle sale.

7. BATMAN BEYOND E NIGHTWING

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Nella scena dove il giovane Robin dà un’occhiata a tutti i costumi di Batman, aguzzando la vista potrete trovare lo storico costume di Terry McGinnis, personaggio che nella serie animata Batman Beyond (Batman of the Future in Italia) sostituirà un invecchiato Bruce Waye per sorvegliare le strade di Neo-Gotham nel 2039.

Lo stesso Robin a mattoncini, oltretutto, prima dello scontro finale recupererà un costume di Batman lasciato ad impolverare, il cui nome in codice è Nightwing: a differenza di quanto si potrebbe pensare non si tratta di un rimando al nome da giustiziere del primo Robin fumettistico, Dick Grayson, che abbandonata la carriera di spalla di Batman diventa un oscuro vigilantes, quanto più che altro (e infatti il design del costume sembra proprio quello) al nome che Superman aveva assunto durante i suoi viaggi nella città-bottiglia di Kandor assieme a Jimmy Olsen.

6. LA FORTEZZA DELLA SOLITUDINE E SUPERMAN 1978

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La Fortezza della Solitudine che troviamo in Lego Batman è identica in tutto e per tutto al design immaginato da Richard Donner, regista del primo film di Superman del 1978: anche il suono del campanello fa risuonare all’interno della dimora di ghiaccio lo storico tema musicale di John Williams del film (cosa molto apprezzata dai fan storici DC).

Inoltre, a fianco delle numerose menzioni a Zod e alla Zona Fantasma, che gioca un ruolo fondamentale nella storia, quando Batman si ritrova a trafficare con i cristalli della memoria fa comparire per un attimo persino una versione Lego del Jor-El interpretato da Marlon Brando.

5. TANTI AUGURI JUSTICE LEAGUE

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Nella festa che Batman interrompe proprio alla Fortezza della Solitudine si vede uno striscione sullo sfondo che riporta i festeggiamenti per il “57esimo Anniversario della Justice League“: la prima apparizione del gruppo di super-eroi fu infatti proprio nel Marzo nel 1960, 57 anni fa, sul numero 28  di The Brave and The Bold.

Aquaman, Wonder Woman, Flash, Lanterna VerdeMartian Manhunter e Cyborg (i membri storici della squadra) compaiono tutti nella pellicola, a fianco di numerosi comprimari come Freccia Verde, Hawkman e molti altri. Tra gli altri presenti al mega-party vediamo anche alcuni membri del cartone animato “The Super Friends” come Apache Chief, Black Vulcan, The Wonder Twins, El Dorado, Samurai e Wonder Dog, che per l’occasione ricopre il ruolo di DJ canino.

4. BAT-IMMGINARIO

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La canzone di Wiz Khalifa “Black & Yellow” scelta per uno dei primi trailer sembra scritta apposta per il nostro eroe, e richiama un altro tema su cui si scherza molto nel film: come verrà detto nella pellicola, infatti, “A Batman piace solo il nero… O il grigio molto, molto scuro“. Ovviamente anche i gadget devono rispettare la limitata gamma cromatica che contraddistingue il Cavaliere Oscuro, così come anche i numerosi veicoli che compaiono nel Bat-garage del film: oltre a molte varianti della storica Batmobile (compare anche la versione di Tim Burton) vediamo anche il Bat-Sottomarino, il Bat-Dirigibile, il Bat-Space Shuttle, il Bat-Kayak, la Bat-Nave dei Pirati,il Bat-Elicottero… Tutto in tinta rigorosamente nera e gialla. Notate un’altra fissazione di Batman? Beh, diciamo che Bruce Wayne tende a dare un nome ad ogni cosa che usa: nel film non mancheranno la Bat-Scala e lo strumento utilizzato per far funzionare il pilota automatico dello Scuttler… La Bat-Corda.

3. I PRIGIONIERI DELLA ZONA FANTASMA

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Molti dei camei più divertenti del film arrivano dai “cattivoni” rinchiusi nella Zona Fantasma: se vi aspettate solo i più classici nemici di Batman, vi sbagliate di grosso. Ecco infatti a svolgere un ruolo da protagonisti l’arcinemico di Harry Potter Voldemort, l’Occhio di Sauron proveniente da Il Signore degli Anelli, l’Agente Smith di Matrix, un kaiju-lucertolone a quattro braccia simile a Godzilla, King Kong, La Strega dell’Ovest del Mago di Oz e le sue malvagie scimmiette volanti, un manipolo di Gremlins (alle prese con il sabotaggio di un aereo, riferimento che farà sorridere i più attenti)… E persino un gruppo di Dalek dalla serie Doctor Who.

2. CATTIVI STORICI E CATTIVI DIMENTICATI

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Potevano però forse mancare i nemici classici di Batman? Che domande, assolutamente no: infatti accanto a Joker (vero co-protagonista della pellicola) ecco L’Enigmista, Catwoman, Due-Facce, Bane, Clay Face, Poison Ivy, Mr.Freeze, Man-Bat e Pinguino (a cavallo della storica vettura a forma di paperella vista nel Batman di Tim Burton). Tutto qui? Nemmeno per sogno: reclutati per il piano di distruzione di Gotham messo in atto dal Clown re del crimine, che vediamo all’inizio del film, ecco comparire un gran numero di cattivi di serie B (o serie Z, in alcuni casi). Tra questi tipi troviamo Crazy Quilt, Egghead, Kite-Man, Polka-Dot Man, il Leader Mutante da The Dark Knight Returns, Orca, Magpie e The Condiment King. Esatto, un tipo che spara ketchup e mostarda da due pistole era evidentemente indispensabile per i piani di conquista del mondo.

1. BATMAN ’66 E IL REPELLENTE PER SQUALI

E’ innegabile che tutti quelli che hanno collaborato alla realizzazione di LEGO Batman si sono divertiti un mondo a piazzare ogni tipo di riferimento alla storia del Cavaliere Oscuro. L’eroe di Gotham City è in giro ormai da 78 anni (il tempo vola, eh?), e infatti sia Alfred che Barbara Gordon non esitano a sottolineare i vari momenti che hanno contraddistinto la carriera dell’uomo pipistrello: Batman v Superman, The Dark Knight Rises, The Dark Knight, Batman Begins, Batman Returns, Batman, Batman: The Animated Series, Detective Comics #27 e persino il serial del 1943 prodotto da Columbia Pictures Batman compaiono tutti almeno per un momento (ovviamente non manca un riferimento ai gloriosi Bat-capezzoli di Batman Forever).

Tra le varie “fasi” attraversate da Batman, però, non mancano di certo quelle più imbarazzanti: Lego Batman riporta infatti in auge il mai troppo elogiato TV show Batman del ’66, che vedeva Adam West ricoprire le attillate vesti del protagonista, un Uomo pipistrello in calzamaglia. Anche il tema musicale ricorrente della serie fa capolino più volte nella pellicola, così come compaiono gli effetti visivo-sonori BAM!, POW!, SMASH!, CRACK! quando Batman e soci mazzuolano i cattivi… Ma soprattutto ecco comparire anche lo storico REPELLENTE PER SQUALI spray, visto in un episodio della serie televisiva e usato anche nel film Lego contro un mostro che rappresenta lo storico Squalo del film di Steven Spielberg. Pura Poesia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

#OutThisWeek – Le novità in sala, 13/02

Le uscite in sala della terza settimana di Febbraio

Eccoci con tutte le uscite in sala della terza settimana di Febbraio: settimana che ci porta ben due film candidati all’Oscar per Miglior Film, ovvero Moonlight Manchester By The Sea.

MAMMA O PAPA’? di Riccardo Milani, DAL 14 FEBBRAIO

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Dopo quindici anni di matrimonio, Valeria e Nicola hanno deciso di divorziare in maniera civile: dopo un iniziale momento in cui sono d’amore e d’accordo su tutto, Valeria poi scopre che Nicola ha una tresca con un’infermiera giovane e carina, ed è allora che decide di non essere più disposta a sacrificarsi. A chi andrà la custodia dei figli nei sette mesi durante i quali entrambi i genitori hanno deciso di accettare le rispettive proposte di lavoro all’estero?


MANCHESTER BY THE SEA di Kenneth Lonergan, DAL 16 FEBBRAIO

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Uno straordinario Casey Affleck è Lee Chandler, uomo che conduce una vita solitaria in un seminterrato di Boston, tormentato dal suo tragico passato. Quando suo fratello Joe muore, si ritrova allora costretto a tornare nella cittadina d’origine, sulla costa, dove scoprirà di essere stato nominato tutore del nipote Patrick, il figlio adolescente di Joe. Cerando di capire cosa fare della sua vita, qui rientrerà in contatto con l’ex moglie Randy, con la vecchia comunità della tranquilla cittadina e con il passato da cui era fuggito.


MOONLIGHT di Berry Jenkins, DAL 16 FEBBRAIO

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Diviso in tre parti, il film racconta l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta di Chiron, un ragazzo afroamericano che lotta per sopravvivere a Miami: in una realtà dove le lotte per la droga fanno da padrone, la vera battaglia di Chiron sarà quella per la scoperta e l’affermazione di sè stesso, tra la definizione della sua sessualità e la voglia di cambiare.


RESIDENT EVIL: THE FINAL CHAPTER di Paul W.S. Anderson, DAL 16 FEBBRAIO

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Giunge a una conclusione questa lunga esperienza videoludica: Alice, dopo il tradimento di Wesker a Washington, è l’unica sopravvissuta di quella che doveva essere la definitiva presa di posizione contro le orde di non morti. L’umanità è appesa a un filo e Alice deve ritornare al punto in cui è cominciato l’incubo: Raccoon City, dove la Umbrella Corporation sta raccogliendo le proprie forze per un attacco finale contro i sopravvissuti dell’apocalisse.


AUTOBAHN – FUORI CONTROLLO di Eran Creevy, DAL 16 FEBBRAIO

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Un escursionista americano, interpretato da Nicholas Hoult, comincia a lavorare come corriere per un cartello di droga. Quando però una truffa ad una gang rivale viene scoperta, si ritrova protagonista di un inseguimento ad altissima velocità sull’autostrada tedesca.


BALLERINA di Eric Summer e Eric warin, DAL 16 FEBBRAIO

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Film animato che vede come protagonista Félicie, una ragazza che sogna di diventare ballerina, e Victor, che si immagina grande inventore. Orfani in Bretagna, fuggono a Parigi per realizzare i loro desideri: con le nuove avenue del barone Haussmann e la costruzione della torre Eiffel, la Ville Lumière è in piena trasformazione. I due sono entusiasti e ottimisti come la Parigi di fine Ottocento, ma comprendono presto che per vivere dei propri sogni bisogna impegnarsi molto. Aiutata da un’étoile caduta in disgrazia, Félicie trova in Odette un’insegnante e una guida per disciplinare la sua esuberanza.


ABSOLUTELY FABULOUS di Mandie Fletcher, DAL 16 FEBBRAIO

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Edina Moonson e Patsy Stone sono amiche per la pelle da tempo: Eddy è proprietaria di un’agenzia di pubbliche relazioni a cui sono rimaste solo due clienti e una marca di Vodka, Patsy un’ex modella e attrice di film dubbi. Entrambe cercano di restare attaccate con le unghie al mondo della moda, ma ritornano improvvisamente di grande attualità sulle pagine di cronaca solo quando Edina fa cadere accidentalmente Kate Moss nel Tamigi, e la super modella non riemerge. Ricercate dalla polizia, odiate dal mondo intero, fuggono a Cannes con in mente un piano per cavarsela, improbabile quanto loro.


OPERA DI PARIGI, COSì FAN TUTTE di Anne Teresa De Keersmaeker, DAL 16 FEBBRAIO

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Spinti da Don Alfonso, anziano e cinico filosofo, due giovani ufficiali decidono di mettere alla prova la fedeltà delle loro fidanzate. La gioiosa esplorazione mozartiana dei temi dell’amore e della fedeltà è messa in scena dalla coreografa Anne Teresa De Keersmaeker, che raddoppia nel suo allestimento i sei ruoli cantati dell’opera con altrettanti ballerini, rappresentando così il flusso del desiderio che unisce e allontana gli esseri umani.